RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 15 - Testo della Trasmissione di mercoledì 15 gennaio  2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

“Prevenire il sole per rendere grazie a Dio”. L’invito alla preghiera costante, fin dalle prime ore del mattino, nella catechesi biblica del Papa all’udienza generale.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Sul discorso di Giovanni Paolo II al Corpo Diplomatico, le impressioni dell’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede: intervista con il diplomatico, Raniero Avogadro.

 

“La rivoluzione di Giovanni XXIII”. Il convegno su Papa Roncalli, tranquillo innovatore, uomo di preghiera e attento diplomatico: con noi, il rabbino Abramo Piattelli, il prof. Andrea Riccardi e il senatore Giulio Andreotti.

 

L’impegno della Caritas Italiana per alleviare la condizione delle persone senza fissa dimora in questi giorni di gelo. Lanciata anche una giornata di preghiera e digiuno per la pace, da tenersi il 24 gennaio: ai nostri microfoni, mons. Vittorio Nozza.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Per i vescovi anglicani d’Inghilterra, inopportuno e prematuro un intervento militare in Iraq.

 

15.ma Assemblea plenaria annuale della Conferenza dei vescovi dell’India di rito latino.

 

Il nuovo governo del Kenya procede verso l’abolizione della pena di morte.

 

Il nuovo vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-Kiun è stato eletto personaggio dell’anno dai lettori del “The Daily Apple”, quotidiano locale.

 

Dal 21 al 24 gennaio in India un Congresso per ribadire il ruolo sociale degli ex alunni dei gesuiti.

 

Intervista del vescovo Mazur, titolare della diocesi di Irkutsk, al Sir Europa.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuove accuse americane all’Iraq. Bush dice di essere stanco degli inganni di Saddam, ma resta possibile una soluzione diplomatica.

 

All’insegna del dialogo la crisi nordcoreana. Aiuti di Washington a Pyongyang in cambio della sospensione del recente programma nucleare.

 

Mentre nei Territori prosegue la violenza, a Londra si discute della nuova costituzione palestinese.

 

Il parlamento di Praga vota oggi per il nuovo presidente.

 

Al via il vertice di pace per la Costa d’Avorio. Tregua tra governo di Abidjan e ribelli.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 gennaio 2003

 

 

“LA PREGHIERA SIA DIALOGO COSTANTE CON DIO IN OGNI MOMENTO DELLA GIORNATA:

 PRECEDA L’ALBA E ACCOMPAGNI L’UOMO NEL CORSO DI TUTTA LA SUA ESISTENZA”:

 COSI’ IL PAPA NEL CORSO DELL’ODIERNA CATECHESI SUL SALMO 118 IN AULA PAOLO VI

- Servizio di Paolo Ondarza -

 

**********

“Sia che mangiamo, sia che beviamo, annunciamo Cristo, preghiamo Cristo, pensiamo a Cristo, parliamo di Cristo! Cristo sia sempre nel nostro cuore, sempre sulla nostra bocca!”. Con queste parole del sermone di Sant’Ambrogio sul Salmo 118, Giovanni Paolo II ha commentato i versetti al centro dell’odierna catechesi, pronunciata in Aula Paolo VI alla presenza di circa 3 mila fedeli. Il componimento, la più vasta preghiera del Salterio, è composto di ventidue strofe, che corrispondono alla successione delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico.

 

“Ti invoco con tutto il cuore Signore, rispondimi”, “l’orante presenta a Dio la sua intensa vita di fede e di preghiera”. “L’invocazione al Signore – ha spiegato il Papa – non conosce riposo perché è una risposta continua alla proposta permanente della Parola di Dio”. Il Salmista dapprima  invoca, chiama, grida aiuto, implora l’ascolto della sua supplica; in un secondo momento passa ad esaltare la Parola del Signore che propone “i decreti, gli insegnamenti, la parola, le promesse, il giudizio, la legge, i precetti, le testimonianze di Dio”. Aspetti che – ha indicato il Pontefice – costituiscono una costellazione, quasi “una stella polare della fede e della fiducia” dell’orante. “La preghiera” è dunque “dialogo, che si apre già quando è notte e l’alba non è ancora spuntata”, per continuare anche quando “l’orizzonte è fosco e tormentato”.

 

“Chi scongiura il Signore, faccia come se non conoscesse l’esistenza di qualche tempo particolare da dedicare alle suppliche del Signore, bensì resti sempre in quell’atteggiamento di supplica”.

 

“Certezza inconcussa” del Salmista, ha continuato il Santo Padre, “è la vicinanza di Dio, con la sua Parola e la sua grazia. Egli non abbandona il giusto nelle mani dei peccatori”: “A tradimento mi assediano i miei persecutori. Ma tu Signore sei vicino”.

 

Ed è sempre Sant’Ambrogio a guidare il credente nella comprensione del testo: il grande Padre della Chiesa invita ogni uomo a correre “incontro al sole che sorge”, tutti i giorni, “perché sia Cristo la prima luce a brillare nel segreto del suo cuore”. “E dopo – si legge nell’inno ‘al canto del gallo’, l’Aeterne rerum conditor,  scritto dal Santo Vescovo di Milano e citato stamani da Giovanni Paolo II –  niente ti impedirà di dire: ‘I miei occhi prevengono le veglie della notte per meditare sulle tue promesse’, e con la coscienza a posto ti recherai ai tuoi affari”.

 

“Raccogliamo anche noi l’appello di sant’Ambrogio e ogni mattina apriamo lo sguardo sulla vita quotidiana, sulle sue gioie e sui suoi incubi, invocando Dio perché ci stia vicino e ci guidi con la sua parola, che infonde serenità e grazia”.

**********

 

 

PROVVISTE DI CHIESE IN INDIA E IN BRASILE

 

In India, il Papa ha istituito l’eparchia di Idukki dei Siro Malabaresi, con territorio distaccato dall’eparchia di Kothamangalam dei Siro Malabaresi, rendendola suffraganea della Chiesa metropolitana di Ernakilam Angamaly dei Siro Malabaresi. Come primo vescovo di Idukki, il Pontefice ha nominato il sacerdote 60enne Mathew Anikuzhikattil, attuale rettore del Seminario minore dell’eparchia di Kothamangalam.

 

Sempre in India, il Santo Padre ha pure istituito l’eparchia di Muvattupuzka dei Siro Malankaresi, con territorio distaccato dall’eparchia di Tiruvalla dei Siro Malankaresi, rendendola suffraganea della Chiesa metropolitana di Trivandrum dei Siro Malankaresi.

 

In Brasile, il Papa ha nominato vescovo coadiutore  di Carolina il francescano cappuccino padre José Soares Filho, di 46 anni, finora economo generale del suo Ordine a Roma.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina presenta la riflessione di Andrea Riccardi sul discorso di Giovanni Paolo II al Corpo Diplomatico. Il titolo alla riflessione è “Da un Maestro di fede una grande lezione ai politici”. L'udienza generale.

Sempre in prima, si evidenzia che “mentre la minaccia della guerra incombe sul mondo, le sofferenze dei Paesi prigionieri della fame richiamano tutti al dovere della solidarietà”: nell'Africa australe 15 milioni di persone sono colpite dalla carestia e dalla malnutrizione.

“Da settantasei anni recito la corona del Rosario almeno tre volte al giorno” è il titolo del pensiero di suor M. Carmela Biolchini dedicato all'Anno del Rosario.

 

Nelle pagine vaticane, la Lettera del Papa al cardinale Lopez Trujillo per la nomina a Legato Pontificio alle celebrazioni del IV Incontro Mondiale delle Famiglie (Manila, 23-26 gennaio prossimi).

Un contributo di mons. Eleuterio Fortino sull'evento storico ed ecclesiale del Concilio di Albania del 1703: la ricorrenza sarà ricordata con un Symposium. 

Un articolo sulla comunità parrocchiale dei santi Eustachio e Antonio Abate in Montoro Superiore, in arcidiocesi di Salerno, che si appresta a vivere la festa patronale di Sant’Antonio Abate del 17 gennaio “con una forte impronta spirituale dell'Anno del Rosario”.

 

Nelle pagine estere, Medio Oriente: tre civili palestinesi uccisi durante incursioni israeliane.

Riguardo all'Iraq, allarmante annuncio di Bush: “Sta scadendo il tempo concesso per il disarmo”.

Riprende il dialogo tra Seoul e Pyongyang.

Un articolo di Gabriele Nicolò sul coraggioso impegno dei religiosi nella Repubblica Centroafricana.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Paolo Miccoli dal titolo: "Quando la democrazia si trasforma in un ‘vuoto contenitore’”: un volume di Sabino Acquaviva.

 

Nella pagina della cronaca di Roma, il dramma del sommozzatore dei vigili del fuoco.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano, i temi dell'economia e della giustizia.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

15 gennaio 2003

 

 

IL DISCORSO DEL PONTEFICE AL CORPO DIPLOMATICO:

LE IMPRESSIONI DELL’AMBASCIATORE  D’ITALIA PRESSO LA SANTA SEDE, RANIERO AVOGADRO

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

**********

Un discorso di ampio respiro che abbraccia il mondo, denso di preoccupazioni per le sorti dell’umanità, e con pressanti inviti alle nazioni a operare per la vita, la pace e la giustizia, quello che il Santo Padre ha rivolto al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede lunedì scorso. Meritava indubbiamente tornarci sopra e rileggerlo, questa volta assieme all’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, sua eccellenza Raniero Avogadro, che si è detto lieto e disponibile ad offrirci anzitutto una sua impressione di massima ...

 

R. – Devo dire innanzitutto che è stato un discorso forte, molto incisivo, asciutto, che ha toccato dei temi non solo di grandissima rilevanza e attualità internazionale, ma temi sui quali il Santo Padre ha sempre insistito, in realtà, nel corso degli anni e anche recentemente e anche nel discorso del 1° gennaio, nella Giornata Mondiale della Pace. Ma li ha presentati con una urgenza e una incisività del tutto particolare, che è stata molto apprezzata da tutti i colleghi ambasciatori, e io naturalmente ho avuto la stessa impressione.

 

D. – Perno del discorso del Pontefice sono i famosi tre sì: alla vita, al rispetto del diritto e al dovere della solidarietà. Ad essi seguono i tre no: alla morte, all’egoismo, alla guerra. Eccellenza, il suo pensiero ...

 

R. – Ancora una volta devo dire che sono temi tutt’altro che nuovi nella dottrina e nel pensiero del Papa in tutti questi anni, nel corso del Pontificato. Ma c’è una crescita di urgenza, una sottolineatura dell’importanza fondamentale per la comunità internazionale di concentrarsi veramente su questi temi, di averli presenti, a tutti i livelli, e in primo luogo i responsabili dei governi, di coloro che hanno la gestione della politica internazionale. Quindi, soprattutto il rispetto della vita in tutte le sue manifestazioni, in tutti i suoi risvolti. E quindi la guerra, in primo luogo, è contro la vita; il rispetto del diritto: anche qui, il diritto interno ma soprattutto internazionale, il ruolo delle Nazioni Unite ... Non si può trascurare, sia pure per motivazioni molto serie, il ruolo della comunità internazionale attraverso le sue istituzioni che sono state create e consolidate nel corso di decenni. E quindi, il rispetto delle procedure e dei fori internazionali. E infine, la solidarietà: la solidarietà nella visione del Papa – e non solo del Papa – è un obiettivo fondamentale della convivenza internazionale per superare le difficoltà, le differenze enormi nel livello di vita, nelle condizioni sociali di tanti popoli.

 

D. – Tutti paventano questa nuova guerra all’Iraq: si può evitare e qual è la posizione dell’Italia al riguardo?

 

R. – La posizione dell’Italia è sempre stata di grande prudenza su questo. Naturalmente, nessuno sottovaluta i rischi, i pericoli, le minacce che possono derivare alla pace e alla convivenza da regimi o manifestazioni che poi possono anche tradursi in un aumento del terrorismo, in un sostegno del terrorismo internazionale, all’utilizzo di arsenali di distruzione di massa. E quindi, nessuno sottovaluta questi aspetti e questi problemi. Naturalmente, però, il ricorso alla guerra, alle armi, dev’essere sempre considerato con estrema ponderazione, dopo avere esperito tutti i mezzi possibili di soluzione dei problemi esistenti. In questo senso, la linea dell’Italia è molto vicina, direi che coincide con la linea della Santa Sede e con l’appello del Santo Padre. Il rispetto anche delle procedure: le Nazioni Unite hanno un ruolo che nessuno può disconoscere e quindi lì si deve focalizzare ogni tentativo, ogni sforzo diplomatico e politico per cercare di trovare soluzioni che evitino la guerra.

 

D. – Il ruolo della Santa Sede oggi, nel consesso internazionale ...

 

R. – La Santa Sede ha indubbiamente accresciuto notevolmente nel corso degli anni, dei decenni e, in particolare, sotto questo pontificato, il suo ruolo internazionale, sia nei fori internazionali, sia nei rapporti bilaterali, sia in particolare per la sua immagine e la sua funzione di altissimo riferimento morale ed etico anche per chi non sia cattolico, anche per i popoli che non hanno la religione, che non fanno parte del mondo cattolico; ma indubbiamente per tutti la figura del Papa, in primo luogo, e quindi il ruolo della Santa Sede sono cresciuti. L’attenzione che si rivolge alla Santa Sede in questo senso è certamente oggi maggiore, significativamente maggiore che nel passato. Quindi la Santa Sede svolge e può svolgere e continua a svolgere un utilissimo ed importante ruolo in questo senso.

**********

 

 

GIOVANNI XXIII, PAPA INNOVATORE, UOMO DI PREGHIERA E FINE DIPLOMATICO

- Con noi, il rabbino Abramo Piattelli, il prof. Andrea Riccardi e il senatore Giulio Andreotti -

 

“La rivoluzione di Giovanni XXIII”. E’ il titolo che ha accompagnato l’interessante convegno dedicato a Papa Roncalli e svoltosi ieri presso la sala Marconi della Radio Vaticana. All’incontro, promosso dalla rivista mensile di storia contemporanea “Millenovecento”, hanno partecipato, tra gli altri, il cardinale Achille Silvestrini e il senatore Giulio Andreotti. Il servizio è di Barbara Castelli.

 

**********

Un tranquillo innovatore, un uomo di preghiera e al tempo stesso un attento diplomatico. In questi termini ieri è stata descritta la figura di Papa Roncalli, nel corso del convegno “La rivoluzione di Giovanni XXIII”. L’incontro, promosso dal mensile ‘Millenovecento’, che ha dedicato un dossier a Papa Roncalli, si è svolto presso la Radio Vaticana.

 

Il 28 ottobre 1958 il cardinale Angelo Giuseppe Roncalli è chiamato 77.enne alla successione di Pio XII. Grazie alla sua esperienza internazionale, maturata negli anni delle missioni diplomatiche in Oriente e in Occidente, Papa Roncalli perseguiva il metodo del “cercare quello che unisce per mettere, invece, da parte quello che divide”. Nel corso del suo Pontificato disegnò con attenzione l’immagine del Papa come vescovo, non rinunciando a guardare al mondo intero. Con straordinaria ampiezza di vedute aprì il cammino a relazioni significative anche con i rappresentanti di altre religioni. Al nostro microfono, il rabbino Abramo Piattelli:

 

“Per quanto riguarda i rapporti tra Comunità ebraica e Chiesa cattolica, Giovanni XXIII è stato l’uomo della Provvidenza al quadrato! Giovanni XIII è stato un personaggio di profondo rilievo nei rapporti tra comunità ebraica e comunità cristiana”.

 

Ma quali sono i tratti esenziali che concorrono a definire Giovanni XXIII un Papa innovatore? Ci risponde il professore Andrea Riccardi, ordinario di storia contemporanea presso l’Università di Roma Tre e autore dell’articolo pubblicato su ‘Millenovecento’.

 

“Questo è prima di tutto un uomo che ci crede, ed è contento di crederci; ed è un uomo che ogni giorno si pone degli interrogativi sulla sua vita, sulla sua coerenza, sulla sua fedeltà. E’ un uomo di preghiera. Poi, non è un utopista, ha il senso della realtà. Allora c’è questo senso del limite: il Papa non può far tutto. Ricevendo i membri del Sinodo romano, ad esempio, dice: ‘Ma che cosa posso fare io per voi? Il mio programma è stato sempre: far fare, lasciar fare, dar da fare’. D’altra parte, c’è un aspetto che io vorrei sottolineare di Papa Giovanni, ed è quello di un grande diplomatico, che si serve di quelle armi semplici ma efficaci di cui si può servire un diplomatico della Chiesa. Innanzitutto, l’amicizia, questa rete di amicizie incredibile: con i turchi, con gli israeliani ... E poi, il credere nei rapporti umani, il fidarsi, questa ingenuità sapiente ...”.

 

Nel corso dell’incontro c’è stato spazio anche per i ricordi legati alla figura del ‘Papa Buono’. Il senatore Giulio Andreotti ha rievocato un episodio della sensibilità umana e pastorale di Giovanni XXIII:

 

“Il ricordo forse più bello che io ho del Papa io l’ho durante le Olimpiadi, quando il Papa ricevette le delegazioni. Il delegato americano aveva con sé una figlia handicappata, in carrozzella. E il Papa, con una dolcezza assoluta, disse: ‘Vorrei essere Cristo e dirti: Alzati e cammina!’”.

**********

 

 

LA CARITAS ITALIANA IN QUESTI GIORNI DI GELO E’ FORTEMENTE IMPEGNATA

NELLE ATTIVITA’ DI ASCOLTO, ORIENTAMENTO E ASSITENZA ALLE PERSONE

SENZA FISSA DIMORA. IN DIFESA DELLA PACE LE CARITAS DIOCESANE,

L’AZIONE CATTOLICA E PAX CHRISTI HANNO PROPOSTO IL 24 GENNAIO

COME GIORNATA DI PREGHIERA E DI DIGIUNO

- Intervista con mons. Vittorio Nozza -

 

La morsa di gelo che ha colpito l’Italia in questi giorni mette a rischio la sopravvivenza delle persone senza fissa dimora. In Italia, secondo le stime dell’Osservatorio di Milano, muoiono ogni anno circa cinquanta senzatetto a causa del freddo e dei malori legati alle loro precarie condizioni di vita. La Caritas italiana, l'organismo costituito nel 1971 dalla Conferenza Episcopale Italiana, è fortemente impegnata nell’offrire alle persone che hanno legato il loro vissuto alla strada, un contesto più adeguato alle temperature di questi giorni. Per affrontare l’emergenza freddo, la Caritas e le altre realtà caritative, svolgono attività di ascolto e di orientamento al buon utilizzo dei servizi che il territorio offre. Oltre che nelle opere di assistenza, la Caritas è molto  attiva anche nelle iniziative tese a promuovere la pace. Con questo intento le Caritas diocesane, l’Azione Cattolica e Pax Christi hanno proposto alle loro comunità il 24 gennaio come giornata di digiuno e di preghiera. Su questa iniziativa ascoltiamo mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, al microfono di Amedeo Lomonaco.

 

**********

R. – Si tratta di una iniziativa di preghiera e di digiuno che vuol riprendere il messaggio legato alla giornata del 24 gennaio 2002, vissuta dal Papa e dai rappresentanti delle religioni ad Assisi. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di riprendere quel messaggio per farlo essere dentro una rinnovata tensione alla pace, in un contesto fortemente aggravato dai venti di guerra che spirano in Iraq.

 

D. – Quali sono le altre iniziative promosse dalla Caritas?

 

R. – Le iniziative della Caritas italiana consistono, in questo periodo, in un incremento di quei servizi territoriali in grado di fornire un’assistenza adeguata alle persone senza fissa dimora colpite dall’emergenza  freddo. E’ stata attivata da parte delle Caritas diocesane tutta una serie di servizi che tendono ad avvicinare le persone in difficoltà, per garantire loro quelle che sono le risposte fondamentali ai bisogni primari: il cibo, i vestiti, la possibilità di vivere in un contesto più adeguato alle temperature di questi giorni.

 

D. – Cosa può fare concretamente il cittadino per aiutare i senza tetto?

 

R. – Quello che penso sia importante, innanzitutto, da parte di tutti coloro che incrociano le persone senza fissa dimora, è il “buon occhio”, lo sguardo ricco di tanta attenzione, capace di far sentire non un giudizio, ma una vicinanza. Il cittadino inoltre, conoscendo alcuni particolari servizi che il territorio offre, può in prima persona invogliare, orientare o addirittura accompagnare queste persone al buon utilizzo dei servizi di assistenza. Ma ciò che mi sembra estremamente importante è che ognuno di noi sappia mettere a disposizione la propria relazione, la propria capacità di considerare l’altro, per farlo sentire, per quanto possibile, al centro delle nostre attenzioni.

 

D. – Come concilia la Caritas la dimensione dispersiva e frenetica delle città italiane con l’attività pastorale e le opere di solidarietà?

 

R. – I dati delle ricerche che si fanno sulla povertà ci dicono purtroppo che i poveri nel nostro Paese sono in aumento. Si parla di sette milioni di persone che in Italia vivono in una condizione di povertà relativa. Ma c’è anche tutto un mondo, quello legato all’abbandono, alla solitudine, che di per sé non necessita di risposte ai bisogni primari, ma che ha il problema della relazione, della presa in considerazione. Un numero sempre più grande di giovani e giovanissimi vive in una povertà di senso e di significato. L’azione che solitamente la Caritas compie è quella di esserci nel mondo dei poveri, ma per animare la comunità.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

15 gennaio 2003

 

 

“UNA GUERRA CONTRO L’IRAQ E’ MORALMENTE INGIUSTIFICATA;

DOBBIAMO RICERCARE UNA SOLUZIONE PACIFICA”.

CON QUESTE PAROLE OGGI I VESCOVI ANGLICANI D’INGHILTERRA

 HANNO ESPRESSO LA PROPRIA CONTRARIETA’

AD UN’AZIONE MILITARE NEL GOLFO

 

LONDRA. = “Non crediamo che le prove presentate finora dimostrino un chiaro legame fra Iraq e Al Qaeda o che l'Iraq costituisca un'immediata minaccia alla sicurezza internazionale”. Questo il monito espresso stamani dai vescovi anglicani d'Inghilterra contro l'ipotesi di un'azione militare nel Golfo. “In mancanza di nuove convincenti prove - si legge in una nota - noi affermiamo che un'azione militare non sarebbe moralmente giustificata”. Secondo i vescovi sferrare un’azione militare contro Baghdad, mentre c'è ancora la possibilità di trovare una soluzione pacifica sarebbe “inopportuno e prematuro”. Nella nota si sottolinea, infine, la necessità che sia consentito agli ispettori delle Nazioni Unite di portare a termine il loro lavoro. (B.C.)

 

 

“CONDIVIDERE LA BUONA NOVELLA”: E’ IL TEMA INTORNO AL QUALE SI SNODERA’

LA 15.MA ASSEMBLEA PLENARIA ANNUALE DELLA CONFERENZA DEI VESCOVI DELL’INDIA DI RITO LATINO.

 DIVERSI I TEMI AL CENTRO DELL’INCONTRO, CHE SI CONCLUDERA’ IL 20 GENNAIO

 

TIRUCHIRAPPALLI. = E’ iniziata oggi a Tiruchirappalli, nella provincia indiana di Tamil Nadu, la 15ª Assemblea plenaria annuale della Conferenza dei vescovi cattolici dell’India di rito latino, sul tema "Condividere la Buona Novella". L'assemblea, che si svolgerà fino al 20 gennaio presso il Seminario di St. Paul's, rifletterà sul significato della proclamazione del Vangelo nel contesto del pluralismo etnico e religioso, esaminando, inoltre, i fattori all'origine della crescente opposizione alle opere caritative e sociali promosse dalla Chiesa cattolica nel Paese. Obiettivo centrale dei lavori è quello di rafforzare l'impegno pastorale volto a rendere la vita quotidiana della Chiesa e i suoi diversi servizi  una proclamazione autentica e una testimonianza efficace della Buona Novella. Altri punti nell'agenda dei vescovi riguardano l'inculturazione, la formazione sacerdotale e religiosa, l'apostolato dei media. (B.C.)

 

 

IL NUOVO GOVERNO DEL KENYA PROCEDE VERSO L’ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE.

 AD ANNUNCIARLO OGGI IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA MURUNGI

 

NAIROBI. = “Il diritto fondamentale alla vita va rispettato e nessun potere umano può avere  l'autorità di decidere la morte di un’altra persona”. Con queste parole oggi il   ministro della Giustizia del Kenya, Kiraitu Murungi, ha annunciato l’intenzione del nuovo governo di abolire la pena di morte, inflitta con grande frequenza nel Paese mediante impiccagione. Il ministro - le cui dichiarazioni sono riportate dal quotidiano Nation - ha dichiarato che tale iniziativa possa essere prevista dalla nuova costituzione del Paese, che dovrebbe essere varata entro fine giugno. Il ministro Murungi non nasconde che una gran parte della popolazione keniana creda alla pena di morte come deterrente contro il dilagare della criminalità, ma ribadisce: “Escludo che si tratti di un deterrente utile, senza considerare poi il problema morale”. (B.C.)

 

 

IL NUOVO VESCOVO DI HONG KONG, MONS. JOSEPH ZEN ZE-KIUN

E’ STATO ELETTO PERSONAGGIO DELL’ANNO DAI LETTORI

DEL “THE DAILY APPLE”, IL PIU’ POPOLARE QUOTIDIANO LOCALE

 

HONG KONG. = Personaggio dell’Anno 2002. Una carica simbolica, ma anche una grande dimostrazione d’affetto, soprattutto quando ad essere eletto è il nuovo vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-kiun e a sceglierlo sono i lettori del più popolare giornale locale in lingua cinese, “The Apple Daily”. Il presule, succeduto al cardinale John Baptist Wu Cheng-chung scomparso il 23 settembre, ha ricevuto il 50% dei voti da più di 2.500 elettori, seguito a grande distanza da altre personalità del mondo politico e dello spettacolo di Hong Kong. La stessa onorificenza è stata attribuita al presule dal più importante giornale locale in lingua inglese, il “South China Morning Post” ed da un popolare programma dell’emittente anglofona “Radio 3”. Interpellati sui motivi della loro scelta, molti partecipanti al sondaggio de “The Apple Daily” hanno dichiarato di apprezzarlo soprattutto per il suo coraggio ed impegno per la giustizia, ma anche per avere saputo promuovere il ruolo della Chiesa nella società. Commentando il risultato, il quotidiano cinese di Hong Kong rileva che molta gente vede in mons. Zen quello che non riesce a trovare negli attuali leader politici locali, la cui popolarità è in netto calo in questi ultimi tempi.  Mons. Zen è, infatti, noto per le sue aperte prese di posizione verso le autorità cinesi, in particolare su questioni quali i diritti umani e la libertà religiosa e per il suo stile schietto. A fare salire ulteriormente la popolarità mons. Zen negli ultimi tempi sono state le sue aperte critiche al nuovo disegno di legge per la sicurezza nazionale, allo studio del governo locale, con cui si vorrebbero porre sotto stretto controllo tutte le attività ritenute in qualche modo sovversive e in cui molta gente vede una minaccia alle libertà personali, compresa quella religiosa. (L.Z/S.S.)

 

 

IL “SUMMIT DELLA GIOIA”: DAL 21 AL 24 GENNAIO IN INDIA

UN CONGRESSO PER RIBADIRE IL RUOLO SOCIALE

DEGLI EX ALUNNI DEI GESUITI

 

KOLKATA. = Approfondire il tema del ruolo nella società di quanti in tutto il mondo hanno beneficato di una formazione scolastica presso i gesuiti e l’impegno della Compagnia di Gesù nel rendere la società migliore in nome dell’equità. Con queste finalità dal 21 al 24 gennaio prossimi si svolgerà in Kolkata, in India, il quarto congresso mondiale di ex alunni dei gesuiti. Ad aprire i lavori di questo incontro, chiamato “Summit della gioia”, ci sarà un ospite d’eccezione: il presedente dell’India Abdul Kalam. Quest’ultimo parteciperà ai lavori non solo in veste ufficiale, ma anche come ex alunno del Collegio gesuita di Saint Joseph. Il congresso di Kolkata è aperto ai cittadini di tutte le fedi, ed avrà tra i relatori l’ex generale Shankar Roy Chowdhry e il parlamentare Rajya Sabha. Solo in India i padri gesuiti hanno avviato oltre 120 scuole e più di 20 università. Tra gli studenti che hanno ottenuto maggior visibilità nella società vanno ricordati l’ex presidente della nazione, R. Venkataramn; l’ex governatore del Bengala occidentale, Jyoti Basu; il capo delle forze di polizia, Julio Ribero; e due ex capitani della nazionale indiana di cricket, Soli Sorabjee e Sunil Gavaskar. Il comitato nazionale degli alunni dei gesuiti sottolinea che i componenti dei suoi numerosi circoli disseminati nel Paese si adoperano ad aiutare le persone svantaggiate e sono impegnati nell’edificazione di  una società migliore. (P.O.)

 

 

“SPERO CHE MOSCA PRENDA PRESTO DECISIONI CONCRETE AFFINCHE’

I FEDELI CATTOLICI IN RUSSIA POSSANO RIAVERE I LORO PASTORI”.

 COSI’ IL VESCOVO MAZUR, TITOLARE DELLA DIOCESI DI IRKUTSK

IN UN’INTERVISTA AL SIR EUROPA

 

IRKUTSK. = “Per il cammino di riconciliazione dobbiamo rimanere sotto la croce, contemplando insieme Cristo che ha sofferto e ci insegna e ci manda a predicare il suo amore. Sotto la croce non c'è posto per i cattolici, gli ortodossi, i protestanti. Sotto la croce siamo tutti uguali, siamo davvero fratelli”. Questo il monito espresso dal vescovo Jerzy Mazur, ordinario della diocesi di Irkutsk, nella Siberia orientale, da cui è stato espulso nei mesi scorsi, in un’intervista concessa all’agenzia Sir Europa. “Fare ecumenismo oggi - ha insistito il presule - è riandare a tutti quei credenti, ortodossi, cattolici, protestanti e di altre fedi che hanno sofferto molto nel passato recente. Molti di loro hanno dato la testimonianza del martirio. Questa è la base dalla quale partire, in Russia, per celebrare ancora una volta la ‘Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani’”. Commentando le parole di Giovanni Paolo II nel discorso al corpo diplomatico, il vescovo Mazur ha, infine auspicato che “il Governo russo prenda decisioni concrete perché finalmente i fedeli cattolici in Russia possano tornare ad avere i loro pastori”. Su una popolazione di quasi 150 milioni di persone, si calcola che i cattolici in Russia siano poco più dello 0,3%. (A.M.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

15 gennaio 2003

 

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

Venti di guerra sulla crisi tra Stati Uniti e Iraq. Ieri il capo della Casa Bianca ha detto di essere stanco di quelli che considera gli inganni iracheni sul possesso di armi di distruzione di massa. Sulla stessa linea la Gran Bretagna che, attraverso il ministro degli esteri Straw, ha dichiarato che non occorre un nuovo benestare dell’Onu per iniziare la guerra a Baghdad; posizione ribadita questa mattina anche dal premier Blair, il quale ha riferito tuttavia di aspettarsi che l'Onu approverà una seconda mozione se Saddam Hussein violerà la prima. Sempre oggi il presidente egiziano Mubarak ha rivelato che i Paesi arabi e la Turchia tenteranno di trovare una soluzione per evitare la guerra che possa soddisfare sia gli Stati Uniti che l’Iraq. Da New York ci riferisce Paolo Mastrolilli:

 

**********

“Il tempo sta scadendo per Saddam Hussein, e ora deve disarmare”. E’ il nuovo avvertimento lanciato dal presidente americano Bush, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quali sono i suoi piani per l’Iraq. Il monito del capo della Casa Bianca è arrivato proprio mentre altre sette navi da guerra si preparano a lasciare gli Stati Uniti con sette mila marines a bordo per raggiungere il Golfo Persico, a dimostrazione che i preparativi militari continuano a pieno ritmo. Ieri, anche il governo britannico ha corretto la sua posizione, dicendo che l’Onu non ha potere di veto sulla possibile guerra, e il ministro degli Esteri Straw ha chiarito che non è necessaria una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza per attaccare. Una posizione diversa da quella dell’Unione Europea, che invece ha minacciato di non contribuire al finanziamento della ricostruzione in Iraq, se l’intervento non sarà autorizzato dal Palazzo di Vetro. Ma anche dall’Onu, il segretario generale Kofi Annan, ha detto che la guerra non è imminente ed ha aggiunto di essere ottimista riguardo alla possibilità che la pressione posta su Baghdad favorisca una via d’uscita pacifica.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

**********

 

Più conciliante è invece l’atteggiamento degli Stati Uniti nei confronti della Corea del Nord, che nei giorni scorsi, dopo aver avviato un programma di riarmo atomico, è uscita dal trattato di non proliferazione nucleare. Il presidente Bush ha detto che la questione può essere risolta pacificamente e che Washington è pronta a considerare la ripresa degli aiuti a Pyongyang in cambio della sospensione del programma nucleare. Ce ne parla Maurizio Pascucci:

 

**********

I THINK THIS IS AN OPPORTUNITY ...

“La ritengo una possibilità per consolidare le relazioni tra i Paesi della regione e del mondo, perché i nord coreani capiscano che ci aspettiamo la questione sia risolta pacificamente e ci aspettiamo il loro disarmo. Ci aspettiamo che non sviluppino armi nucleari”.

 

Il presidente americano, George W. Bush, pare in questi giorni adottare una linea meno intransigente verso la Corea del Nord. Solo la scorsa settimana Washington aveva annunciato la propria disponibilità a colloqui diretti con Pyongyang, dopo aver ripetutamente respinto tale eventualità. Ora si dice che si possa riprendere gli aiuti umanitari, sotto forma di derrate alimentari, non appena il Congresso approverà il provvedimento che ne autorizza la spesa. La scorsa settimana Pyongyang ha rinnegato gli impegni presi con la firma del trattato di non proliferazione nucleare e, precedentemente, aveva espulso gli ispettori dell’Agenzia per l’energia atomica delle Nazioni Unite.

 

Maurizio Pascucci, per la Radio Vaticana.

**********

 

Sulla delicata crisi nord coreana è intervenuta anche la Russia, che ha invitato Pyongyang a riprendere la collaborazione con l'Aiea, l’Agenzia internazionale per l'energia atomica. Il ministro degli esteri di Mosca, Igor Ivanov, che proprio questa mattina ha incontrato il capo dell'Aiea Mohamed al-Baradei, ha affermato che la Russia sostiene pienamente l'invito lanciato dalla Agenzia internazionale per ripristinare i sistemi di monitoraggio e consentire il ritorno degli ispettori. 

 

Protagonista della giornata odierna in Medio Oriente è purtroppo ancora una volta la violenza: questa mattina, infatti, soldati israeliani hanno ucciso tre palestinesi nel nord della Cisgiordania. Chiuse, inoltre, due università  palestinesi a Hebron. Intanto, mentre a Gerusalemme continua l’incontro internazionale dei vescovi sulla situazione dei cristiani in Terra Santa, ieri a Londra si è tenuta la Conferenza sulle riforme dell’Autorità Palestinese, convocata dal premier britannico Tony Blair. All’appuntamento hanno partecipato esponenti del cosiddetto “Quartetto” composto da Unione Europea, Stati Uniti, Nazioni Unite e Russia. Presenti solo in collegamento video i rappresentanti palestinesi, a causa della decisione israeliana di negare loro il permesso di viaggiare, dopo l’attentato del 5 gennaio a Tel Aviv. Da Londra ci riferisce Simonetta Musso:

 

**********

Uno dei risultati concreti del Vertice di ieri è stato l’impegno da parte dei palestinesi a redigere una nuova piattaforma costituzionale per la fine di gennaio, basata sui principi della democrazia, del pluralismo politico, di un sistema giudiziario indipendente, e all’insegna della protezione delle libertà individuali. I vari partecipanti hanno concordato sulla necessità di portare avanti le riforme, in modo da raggiungere la costituzione di uno Stato palestinese. Sebbene Straw abbia giudicato spiacevole e improduttiva la decisione del governo israeliano di vietare a delegati palestinesi di viaggiare all’estero, ha sottolineato la determinazione del governo di Sua Maestà di convocare un’altra Conferenza per il 10 febbraio, così da permettere questa volta ai rappresentanti palestinesi, di essere fisicamente presenti.

 

Da Londra, per la Radio Vaticana, Simonetta Musso.

**********

 

Un nuovo presidente per la Repubblica Ceca. Prenderà, infatti, il via oggi la seduta congiunta delle due Camere per l’elezione del successore del capo di Stato Vaclav Havel, il cui mandato  scade il 2 febbraio prossimo. Il drammaturgo di fama internazionale ed ex dissidente comunista è diventato presidente per la prima volta nel 1989, poco dopo la ‘Rivoluzione di velluto’ di  Praga. Ancora incerto l’esito della consultazione, in assenza di espliciti accordi tra i gruppi elettorali.

 

Dopo le manifestazioni di ieri, che hanno portato in strada 50 mila turco-ciprioti contro il loro leader Denktash, questa mattina si è aperta a Cipro una nuova tornata negoziale tra la parte greca e quella turca. L'incontro, a cui partecipano i due massimi leader Glafcos Clerides e Rauf Denktash, oltre che l'inviato speciale delle Nazioni  Unite Alvaro De Soto, è finalizzato a fissare un calendario per i prossimi colloqui. Sul tavolo delle trattative il piano del segretario generale delle nazioni Unite Kofi Annan per la riunificazione  dell'isola sulla base del ''modello svizzero''. Secondo l’Onu e l’Ue il negoziato dovrebbe concludersi  entro il 28 febbraio: solo in tal caso l'intera Cipro entrerebbe nell'Unione Europea nel 2004.

 

“Mi aspetto la fine della guerra”. Così il presidente della Costa d’Avorio, Laurent Gbagbo, ha commentato la firma del cessate-il-fuoco avvenuta in Togo, tra i due gruppi ribelli dell’ovest ed il governo. Intanto, tutti i rappresentanti dei gruppi ribelli sono partiti alla volta di Parigi, dove inizia oggi la Conferenza di pace promossa dalla Francia.

 

Un incontro per gettare solide basi per la pace e per la sicurezza nazionale. Queste, in sintesi, le finalità che sottendono il summit africano che prenderà il via oggi a Luanda. Secondo quanto ha riferito il governo dell’Angola, all’incontro prenderanno parte il presidente, José Eduardo dos Santos, il capo di Stato della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Cabila, e del Congo-Brazzaville, Denis Sassou Nguessou.

 

Tutto è pronto per la cerimonia ufficiale oggi a Quito dell'insediamento del nuovo presidente ecuadoriano, Lucio Gutierrez. All’evento assisteranno numerosi capi di Stato latinoamericani, fra cui il venezuelano Hugo Chavez, il brasiliano Lula da Silva ed il cubano Fidel Castro. Ex colonnello golpista nel 2000, Gutierrez dovrà far fronte a numerosi problemi legati alle catastrofiche condizioni dell'economia, alla corruzione imperante e ai fremiti delle forze armate.

 

 

=======ooo=======