RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 58 - Testo della Trasmissione giovedì 27 febbraio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’instancabile impegno del Papa per la pace: ricevuti in Vaticano il premier spagnolo José Maria Aznar e il vicepresidente del Parlamento iraniano Reza Khatami. Le crescenti adesioni agli appelli del Santo Padre, nella riflessione del cardinale Roberto Tucci.

 

Concistoro ordinario pubblico il 7 marzo, per il voto su alcune cause di canonizzazione.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi pomeriggio la solenne intronizzazione del nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams: il primate anglicano ai nostri microfoni.

 

Grazie per il bene che ha compiuto e perché ci ha tenuti allegri: così il cardinale vicario Camillo Ruini ai funerali di Alberto Sordi nella Basilica di San Giovanni. Il caloroso addio dei romani all’attore scomparso.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Vescovi d’Europa e Africa riuniti a Lisbona nel segno della solidarietà tra i due continenti.

 

Il dramma dei profughi in un viaggio dell’alto commissario dell’Onu per i rifugiati Ruud Lubbers in Afghanistan, Pakistan e Iran.

 

Il richiamo delle radici cristiane deve essere inteso non come mero omaggio formale ad un elemento della tradizione, ma come un riconoscimento di una realtà presente.

 

Cresce tra le autorità della Repubblica Democratica del Congo la preoccupazione per l’epidemia di Ebola che ha colpito il Paese negli ultimi due mesi.

 

Una collezione di francobolli per diffondere il Vangelo: l’idea di un missionario indiano degli Oblati di Maria Immacolata.

 

24 ORE NEL MONDO:

Washington si prepara al conflitto, mentre cerca nove voti per l’approvazione della nuova risoluzione presentata al Palazzo di Vetro.

 

E’ frattura tra i laburisti di Blair dopo l’appoggio della Camera bassa del Parlamento di Westminster alla linea dura sul regime di Baghdad.

 

Via al governo di coalizione in Medio Oriente.

 

Prime reazioni internazionali dopo la riapertura dell’impianto nucleare di Yongbyon in Corea del Nord.

 

Fidel Castro a Cuba: Cuba vuole ispirarsi alla Cina in fatto di riforme economiche.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 febbraio 2003

 

 

L’INSTANCABILE IMPEGNO DI GIOVANNI PAOLO II PER LA PACE:

RICEVUTI STAMANI IN VATICANO IL PREMIER SPAGNOLO, AZNAR,

E IL VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO IRANIANO, KHATAMI

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

Prosegue senza sosta l’attività del Papa per sventare una nuova guerra nel Golfo Persico. Stamani, Giovanni Paolo II ha ricevuto in Vaticano - in successive udienze - il premier spagnolo José María Aznar e il vicepresidente del parlamento iraniano Seyyed Mohammad Reza Khatami, con le rispettive personalità del seguito. In una dichiarazione, il direttore della Sala Stampa vaticana, Joaquín Navarro-Valls, ha sottolineato che nel “cordiale colloquio” di mezz’ora con il premier spagnolo, “si è convenuto sulla gravità della situazione creatasi in Iraq e sulla necessità di una soluzione”. Il Papa, ha proseguito, spera che tutte le parti coinvolte, “senza eccezioni”, adottino “decisioni giuste” ed intraprendano “iniziative pacifiche efficaci e conformi a giustizia, ispirate al diritto internazionale ed ai principi etici”. Esponendo la linea d’azione seguita finora dalla Spagna di fronte alla crisi irachena, Aznar ha espresso “la necessità di un’azione comune da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. Su tale punto, ha proseguito il portavoce vaticano, “si è notata una convergenza di opinioni con la Santa Sede”. Nel colloquio, sono stati infine esaminati alcuni aspetti della realtà europea, con particolare riferimento al Trattato costituzionale dell’Unione.

 

In fine mattinata, il Papa ha poi ricevuto il vicepresidente del parlamento iraniano Khatami. L’incontro, ha affermato Navarro-Valls, ha permesso uno “scambio di opinioni sulla necessità di salvaguardare la pace nell’area mediorientale”. Su tale gravoso argomento, il vicepresidente del parlamento è stato latore di un messaggio del presidente iraniano Mohamad Khatami per il Pontefice. Si è quindi avuto un “proficuo dialogo” sulle condizioni di vita e le attività delle comunità cattoliche del Paese.

 

I due ospiti - al termine dei rispettivi colloqui con il Santo Padre - sono stati ricevuti dal cardinale Segretario di Stato, Angelo Sodano, e dal segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Jean-Louis Tauran.

 

Un’azione intensa, quella del Pontefice, all’insegna della pace nella giustizia. Prima delle udienze di stamani - nelle ultime tre settimane - Giovanni Paolo II ha incontrato il ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, il vicepremier iracheno, Tarek Aziz, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, e il premier britannico Tony Blair. Lo sforzo diplomatico vaticano ha, inoltre, conosciuto un momento straordinario con la missione dell’inviato speciale del Papa in Iraq, il cardinale Roger Etchegaray, che in un colloquio con Saddam Hussein ha consegnato al leader iracheno una lettera del Santo Padre. D’altro canto, l’iniziativa della Santa Sede prosegue anche oggi pomeriggio - alle ore 18 - con l’incontro tra una delegazione del corpo diplomatico e l’arcivescovo Jean-Louis Tauran, segretario per i rapporti con gli Stati. Non solo diplomazia, però. Crescono, infatti, di giorno in giorno le adesioni alla Giornata di preghiera e digiuno per la pace, proclamata dal Papa per il prossimo 5 marzo, Mercoledì delle Ceneri. La risposta positiva agli appelli di Giovanni Paolo II ha ormai assunto una dimensione ecumenica, come sottolinea il cardinale Roberto Tucci, al microfono di Rosario Tronnolone:

 

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R. – Direi un fenomeno ecumenico, cioè il fatto che la voce del Papa viene accolta favorevolmente a livello di tutta la Chiesa cattolica: basti guardare le dichiarazioni delle varie conferenze episcopali cattoliche; ma la voce del Papa viene accolta, gradita anche dalle autorità del mondo non cattolico. C’è qualche allusione nello scambio di messaggi tra il Papa e l’arcivescovo primate della Chiesa ortodossa greca. Ci sono forti adesioni da parte anglicana: la dichiarazione congiunta del primate insieme con il cardinale O’Connor, presidente della Conferenza episcopale inglese. C’è anche una dichiarazione del dottor Raiser del Consiglio mondiale delle Chiese; c’è stata una dichiarazione del Consiglio nazionale delle Chiese cristiane degli Stati Uniti. C’è veramente un consenso ecumenico che fa piacere. E’ chiaro che è solo un aspetto dell’ecumenismo, ma anche questo è molto importante. Comunque, adesso la cosa più importante che possiamo fare è pregare, mercoledì prossimo. Unirci a questa iniziativa del Santo Padre del digiuno insieme con la preghiera del Rosario, perché i responsabili della politica internazionale prima di prendere le loro decisioni tengano veramente conto anche di questa voce ecumenica che il Papa, in un certo senso, ha contribuito forse più di tutti a sollevare.

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ALTRE UDIENZE DI OGGI

 

Nel corso della mattinata, il Papa ha ricevuto l’arcivescovo di Bucarest, mons. Ioan Robu, e altri due vescovi della Romania, in visita “ad Limina”.

 

 

NEI PROSSIMI MESI, LA CHIESA SI ARRICCHIRA’ DI 12 NUOVI SANTI

PER IL QUALI SI TERRA’ IL PROSSIMO 7 MARZO IN VATICANO

IL CONCISTORO ORDINARIO PUBBLICO SOTTO LA PRESIDENZA DI GIOVANNI PAOLO II

- A cura di Giovanni Peduto -

 

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La Chiesa è in possesso di un grandioso patrimonio del vissuto cristiano dei suoi migliori figli. Si tratta del patrimonio di spiritualità, di santità, di testimonianza, che si colloca nell’arco dei due millenni. Possiamo indicare alcune categorie delle persone che hanno costituito punti di riferimento nella storia della Chiesa: martiri, Padri della Chiesa, eremiti, monaci, vergini, dottori, contemplativi, grandi evangelizzatori, missionari, sovrani cristiani, teologi, mendicanti, fondatori, sacerdoti, religiosi, padri e madri di famiglia, coppie di sposi, eroi di carità, fino ai professionisti, letterati ed artisti, e alle persone impegnate nella vita pubblica, sociale e politica nel senso moderno. Grazie a tali eminenti cristiani, è stata accumulata un’immensa esperienza di spiritualità e di santità.

 

Questa esperienza si accrescerà ancora con le future canonizzazioni che saranno annunciate nel Concistoro che si terrà il 7 marzo alle ore 11 nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico vaticano. Si tratterà di 12 nuovi santi: cinque spagnoli, quattro italiani, due polacchi e un olandese, vissuti tra il XIX ed il XX secolo, tranne Virginia Centurione Bracelli, figlia del Doge di Genova, fondatrice delle Suore di Nostra Signora del Rifugio al Monte Calvario, vissuta dal 1587 al 1651.

 

Gli altri italiani sono il vescovo Daniele Comboni (1831-1881), fondatore dei missionari  e delle Madri della Nigrizia, grande apostolo dell’Africa; Giuseppe  Freinademetz (1852-1909), del Sud Tirolo, missionario verbita; e Maria De Mattias (1805-1866), fondatrice della Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo.

 

Nel prossimo Concistoro, la Spagna vanterà ben cinque futuri santi: il sacerdote e martire Pedro Poveda Castroverde (1874-1936), fondatore dell’Istituzione Teresiana; José María Rubio y Peralta (1864-1929), della Compagnia di Gesù; Genoveva Torres Morales (1870-1956), fondatrice della Congregazione delle Suore del Sacro Cuore di Gesù e dei Santi Angeli (dette Angeliche); Angela della Croce (1846-1932), fondatrice delle Sorelle della Compagnia della Croce, la famosa Angela di Siviglia; María Maravillas de Jesús (1891-1974), la più vicina ai nostri tempi, dell’Ordine del Carmelitani Scalzi.

 

Vanterà due nuovi santi anche la Polonia, con Józef Sebastian Pelczar (1842-1924), vescovo e fondatore della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù; e Urszula Ledóchowska (1865-1939), fondatrice delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Infine, abbiamo l’Olanda con un altro grande missionario: Arnold Janssen (1837-1909), fondatore della Società del Verbo Divino e di altri due istituti femminili.

 

Avremo modo di soffermarci su questi nuovi fulgidi modelli di santità. Oggi facciamo un accenno a Daniele Comboni che, pregando sulla tomba di San Pietro a Roma, nel 1864, ebbe l’ispirazione di “salvare l’Africa con l’Africa”. Assieme ad alcuni compagni, iniziò la formazione di giovani – ragazzi e ragazze – incontrati durante viaggi estenuanti verso il cuore del continente nero. Molti dei suoi figli gli cadono accanto, vinti dalle febbre tropicali. Ma lui resiste, sicuro che la sua opera non morirà. Lottò strenuamente contro il traffico degli schiavi, spingendo i bianchi a credere nei neri e i neri ad avere fiducia in se stessi, quali protagonisti artefici del proprio avvenire.

 

Al Papa e ai vescovi riuniti nel Concilio Vaticano I, Comboni lancia un appello per un intervento mondiale a favore dell’Africa. Nominato vescovo, torna in Sudan dove aveva lasciato il suo cuore e diventa padre e fratello degli africani, fa causa comune con loro e per loro si consuma, fedele al suo motto: “O nigrizia, o morte”. Oggi la sua opera fiorisce multiforme e vasta in Africa, Europa, America Latina e Asia coinvolgendo, nell’annuncio del Vangelo, uomini e donne di diverse razze, nazioni e culture.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Nella prima pagina, un articolo di Marco Impagliazzo dal titolo: “La Chiesa, segno e strumento di pace”: con Giovanni Paolo II verso il Mercoledì delle Ceneri, giornata di preghiera e di digiuno per la pace.

All'interno, una pagina dedicata alle iniziative promosse nelle diocesi italiane in preparazione all'evento.

Riguardo alla crisi irachena, il consueto dettagliato ragguaglio: “La lungimiranza di decisioni giuste contro l’ostinata volontà di guerra”; vi è un’incalzante mobilitazione della diplomazia internazionale per scongiurare il rischio di un conflitto.

“Il Rosario di mia madre all'origine della mia vocazione sacerdotale” è il titolo del pensiero di Italo Sammarro dedicato all'Anno del Rosario.

 

Nelle vaticane, una pagina a cura di Vincenzo Manzione dedicata al vescovo Aldo Forzoni, “Pastore per Cristo, che ha saputo sprigionare la gioia di servire anche nella sofferenza”.

Un articolo dal titolo: “Attingere alle fonti del Rosario per un rinnovato annuncio evangelico”: a Pompei un convegno della Conferenza episcopale campana.

 

Nelle pagine estere, Unione Europea: si dibattono gli emendamenti presentati alla bozza della futura Costituzione; importante sessione dei lavori della Convenzione.

Medio Oriente: l'inviato russo nella regione per rilanciare il negoziato di pace.

Cina e Russia favorevoli al dialogo tra Corea del Nord ed Usa per risolvere la questione nucleare.

 

Nella pagina culturale, un articolo dal titolo: “Bassani nel ricordo di Manlio Cancogni”.

 

Nella cronaca di Roma, un servizio sui funerali di Alberto Sordi

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la grottesca vicenda della Rai.

I temi del fisco e delle pensioni.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 febbraio 2003

 

 

OGGI POMERIGGIO LA SOLENNE INTRONIZZAZIONE

DEL NUOVO ARCIVESCOVO DI CANTERBURY, ROWAN WILLIAMS:

CON NOI IL PRIMATE ANGLICANO

 

- A cura di Carla Cotignoli e Philippa Hitchen -

 

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Da oggi, avrà inizio ufficiale il ministero del nuovo arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, Primate della Chiesa d’Inghilterra e presidente della  Comunione anglicana mondiale. Succede all’arcivescovo George Carey. La cerimonia di intronizzazione inizierà nel primo pomeriggio di oggi, alle ore 15 locali, nella cattedrale di Canterbury. Saranno presenti numerosi primati delle 38 Province o Chiese regionali autonome in cui è suddivisa la Comunione anglicana, diffusa in 160 Paesi, soprattutto in America del Nord, Australia e Africa. E’ prevista la partecipazione delle più alte autorità civili e religiose in rappresentanza delle diverse Chiese e religioni.

 

L’arcivescovo Rowan Williams è il primo Primate della Chiesa d’Inghilterra nativo del Galles, regione che ha una ricca tradizione di apertura alla fraternità e al senso comunitario. Ha soli 53 anni. E’ un affermato teologo, poeta, per anni co-presidente della Commissione per il dialogo teologico tra la Comunione Anglicana e la Chiesa ortodossa. Ha voluto ritirarsi nella comunità ecumenica di Bose in Italia per prepararsi spiritualmente alla nuova importante missione. Entro il prossimo anno vorrà incontrare Papa Giovanni Paolo II. Ha firmato, insieme all’arcivescovo cattolico di Westminster, cardinale Murphy O’Connor, una dichiarazione fortemente critica sull’intervento armato in Iraq. Il Sinodo anglicano, con una mozione, ha chiesto ai fedeli  lo stesso gesto simbolico del digiuno e della preghiera per la pace per il prossimo 5 marzo, come proposto dal Papa.

 

Ma ascoltiamo ora lo stesso arcivescovo Rowan Williams al microfono di Philippa Hitchen:

 

D. – Lei pensa che sia ancora possibile evitare il conflitto in Iraq?

 

R. – IT IS STILL POSSIBLE …

E’ ancora possibile evitare la guerra. Mi auguro che altri capi religiosi esercitino tutta la loro influenza per giungere a questa decisione, che credo ancora aperta.

 

D. – Potrà esercitare una certa influenza sul primo ministro Tony Blair?

 

R. - THERE ARE CHANNELS ...

Ci sono alcuni canali di comunicazione che userò come meglio potrò.

 

D. – Come spera di rispondere alle sfide del secolarismo e del disinteresse per la religione tradizionale?

 

R. – I’M NOT SURE THERE’S A TOTAL LACK …

Non sono sicuro che ci sia una totale mancanza di interesse nei confronti della pratica religiosa tradizionale. L’ho potuto constatare in diverse circostanze. Per esempio sono già stato invitato a intervenire al “Tate”, un importante centro culturale, sul ruolo della religione nell’Arte. Penso che ci sia apertura, in genere da parte del  mondo intellettuale. Certo dobbiamo lavorare sodo per trovare forme e stili di vita che facciamo da ponte tra la tradizione e l’uomo di oggi. Non dobbiamo certo presumere che ci sia una comprensione immediata. Dobbiamo però avere la consapevolezza che presentiamo la visione dell’uomo che ci ha dato Gesù Cristo, capace di venire incontro alle esigenze e ansietà di oggi. E’ quanto il Papa ha fatto sin dall’inizio del suo pontificato. I suoi scritti sono stati per me motivo di ispirazione. Occorre infatti  ricordare alla gente che la Chiesa non è un insieme di affermazioni astratte su Dio, ma dà una visione dell’essere umano che  può e deve provocare un cambiamento radicale.

 

D. – E’ per lei prioritaria l’unità dei cristiani? 

 

R. –  CHRISTIAN UNITY IS AN ENORMOUS  PRIORITY …

L’unità dei cristiani ha un’enorme priorità perché il fallimento nel dare una testimonianza comune di Gesù Cristo indebolisce la testimonianza stessa. Per questo ho intenzione di proseguire nella ricerca di quanto costituisce una reale e profonda base comune, cioè la teologia del battesimo e la teologia della comunione in senso più ampio e costruire su queste basi. Per molti di noi è molto importante la testimonianza di Giovanni  Paolo II per la sua straordinaria penetrazione di questi principi teologici fondamentali.

 

D. – Molti cattolici e anglicani vivono una specie di frustrazione per la mancanza di progressi significativi in campo ecumenico …

 

R. – I THINK A GREAT DEAL …

Penso che molto si possa fare in modo particolare nella condivisione della preghiera e del servizio. Secondo me, una via speciale di collaborazione tra cattolici e anglicani è proprio la vita spirituale. La vita monastica ad esempio è una delle sorgenti per il progresso ecumenico del futuro. Quanto è vissuto in quel contesto: l’ambiente in cui è condivisa la preghiera, lo studio della Bibbia, la contemplazione e come questa vita si riversa su tutta la Chiesa, può essere un grande apporto all’ecumenismo.

 

D. - E proprio riguardo alla contemplazione, quali i suoi contatti con la comunità benedettina?

 

R. -  I MADE CONTACT WITH …

Già da studente ho avuto contatti con la comunità benedettina. Ho fatto esercizi spirituali in due monasteri benedettini. Ho apprezzato grandemente il loro particolare modo di pregare, la centralità dei salmi, la dimensione contemplativa vissuta nella vita ordinaria,  come il lavoro svolto con calma ed attenzione, il senso del reciproco rispetto. Tutto ciò ha influenzato il mio modo di concepire la vita cristiana. Molti di coloro che mi sono scelti come consiglieri,  sono appartenenti all’Ordine benedettino ed io stesso sono stato visitatore ecumenico in uno dei nostri monasteri benedettini.

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L’ADDIO DI ROMA AD ALBERTO SORDI: LE ESEQUIE DELL’ATTORE PRESIEDUTE

 DAL CARDINALE RUINI NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI

 

Un fragoroso e interminabile applauso ha accolto questa mattina il feretro di Alberto Sordi che è stato depositato vicino all’altare della Basilica di San Giovanni a Roma alle 9.24. Lo stesso lunghissimo e caloroso battimani ha salutato la bara alle 12.15 quando ha lasciato la piazza, a testimonianza dell’amore della sua Roma 'che ha riso e pianto con te, ora si toglie il cappello, lo poggia sul cuore e ti dice 'grazie Alberto'': come ha detto il sindaco Walter Veltroni concludendo il suo ricordo pubblico ma anche privato di Sordi. Ma dell’amore che i romani nutrivano per l’attore ha parlato anche il cardinale vicario Camillo Ruini nella sua omelia. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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“Molti hanno collegato questo grandissimo rapporto che Alberto Sordi ha saputo costruire con il fatto che egli ha interpretato, nel bene e nel male, l’animo e il carattere dei romani e degli italiani”.

 

(musica)

 

Così il cardinale Camillo Ruini, all’inizio della sua omelia, in una Basilica di San Giovanni gremita di persone commosse, alla presenza anche di numerose autorità religiose e civili, tra cui citiamo il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini. Il cardinale Ruini ha sottolineato quanto la vita di Alberto Sordi abbia aderito ai dettami del Vangelo: “Ogni volta che farete qualcosa al più piccolo di voi, l’avrete fatto a me”.

 

“Alberto Sordi aveva preso molto sul serio queste parole di Gesù e lo ha dimostrato con i fatti, dando vita a grandi iniziative benefiche, per gli anziani come per i giovani, nel realizzare le quali si è più che mai attenuto a quello stile di riservatezza che lo ha sempre caratterizzato e che, quando si tratta di fare del bene, corrisponde ad un’altra parola di Gesù: “Non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra”.

 

“Eppure, fare del bene agli altri” - ha continuato il cardinale Ruini - “non basta, perché con la morte sembra finire tutto”. Ci viene ancora incontro la parola di Cristo, dunque, che a quanti si sono comportati bene promette la vita eterna. Una vita in cui Alberto Sordi da cattolico credeva profondamente, come dimostra l’aneddoto citato dal cardinale:

 

“Alberto Sordi ha preso sul serio anche la promessa della vita eterna. Interrogato su quello che stava provando pochi giorni dopo la morte dell’amico Marcello Mastroianni, disse con semplicità: ‘E poi, da cattolico, credo nell’immortalità dell’anima’”.

 

Una semplicità della fede che, come hanno testimoniato quanti gli sono stati vicini fino all’ultimo ha consentito all’attore un trapasso sereno. E ancora una semplicità della fede, dietro alla quale ha detto Ruini c’è un interrogativo: in questo fragile corpo non c’è qualcosa di più forte delle leggi della materia?

 

“Ha risposto in maniera umanamente imprevedibile Colui che è all’origine della nostra esistenza e di tutto l’universo. Perciò, dalla lettera che l’apostolo Paolo scrisse ai cristiani di Roma, meno di 30 anni dopo la morte di Cristo, abbiamo ascoltato le parole: Io sono infatti persuaso che né morte né vita potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù nostro Signore”.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

27 febbraio 2003

 

 

I VESCOVI DELLA COMUNITA’ EUROPEA E DELL’AFRICA RIUNITI OGGI E DOMANI

A LISBONA PER UN CONFRONTO SULLE RELAZIONI TRA I DUE CONTINENTI.

PRESENTI CIRCA 60 PRESULI, CAPI DI STATO, MINISTRI E RAPPRESENTANTI

DI VARI ORGANISMI CIVILI ED ECCLESIALI

 

LISBONA. = E’ iniziato oggi a Lisbona il Convegno internazionale “Africa e Unione Europea - partner nella solidarietà: il contributo della Chiesa”, organizzato dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), in collaborazione con il Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam). L’incontro, che si conclude domani, costituisce il primo passo per una futura collaborazione tra i due episcopati nella costruzione delle relazioni tra Europa e Africa. I temi in agenda vanno dal debito estero al dialogo tra le differenti culture e religioni del continente africano, dalle politiche sanitarie alla situazione di conflitto in cui alcuni stati dell’Africa si trovano. Il Convegno però mira anche ad individuare la forma nella quale la Chiesa cattolica e l’Unione Europea possono interagire con la realtà africana. Perciò oltre ai vescovi dei due continenti (circa 60), sono presenti capi di Stato, ministri, esperti di economia e politica e rappresentanti di vari organismi civili ed ecclesiali. Il cardinale nigeriano Francio Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, in vista dell’evento, in un’intervista all’agenzia Sir, ha parlato del rapporto tra Africa ed Europa: “C’è grande bisogno di comprensione tra Europa e Africa - ha detto - e comprendere la difficoltà in cui si trova l’altro è già un buon inizio. L’Europa - ha aggiunto - deve aiutare senza controllare troppo: ogni Stato seppur piccolo ha la sua dignità”. (M.A.)

 

 

L’ALTO COMMISSARIO DELL’ONU PER I RIFUGIATI, RUUD LUBBERS,

IN VIAGGIO DA MARTEDÌ SCORSO ATTRAVERSO  AFGHANISTAN, PAKISTAN ED IRAN.

SI È DETTO PREOCCUPATO CHE L‘INTERESSE DELL’OPINIONE PUBBLICA MONDIALE NEI CONFRONTI DELL’IRAQ

POSSA DIMINUIRE L’ATTENZIONE CHE MERITA L’AFGHANISTAN

 

GINEVRA. = L’Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, Ruud Lubbers, ha iniziato martedì scorso una missione che per 10 giorni lo sta portando a viaggiare attraverso Afghanistan, Pakistan ed Iran. Lubbers, prima di partire, si è detto preoccupato che il crescente interesse dell’opinione pubblica mondiale nei confronti dell’Iraq possa diminuire l’attenzione che merita l’Afghanistan. Secondo i dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, più di due milioni di persone sono ritornate in Afghanistan da quando è caduto il regime dei talebani. Quest’anno, inoltre, si prevede che ritornerà un altro milione e mezzo, a cui si aggiungeranno i 300 mila sfollati interni che potranno ritornare in quelle che erano le loro case prima della guerra. Lubbers ha  rivolto un appello alla comunità internazionale affinché non dimentichi le enormi necessità dell’Afghanistan, la cui stabilità è garanzia di sicurezza per l’intera regione. “Per contenere i rischi del terrorismo - ha detto - dobbiamo favorire il ritorno sereno dei profughi afgani in patria”. A Kabul, Lubbers ha in programma riunioni con alti funzionari del governo afgano e dell’Onu. Successivamente volerà in Pakistan, dove incontrerà il presidente Musharraf e visiterà i campi dei rifugiati afgani. L’ultima tappa sarà l’Iran. A Teheran incontrerà il presidente Khatami ed altri esponenti del governo. In seguito si trasferirà ad Ahwaz, nel sud ovest del Paese, al confine con l’Iraq, per una serie di colloqui con i responsabili della Mezza Luna Rossa locale impegnati nell’assistenza dei rifugiati iracheni in Iran. (M.A.)

 

 

IL VESCOVO GIUSEPPE BETORI,

SEGRETARIO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA,

HA RIBADITO IERI DAVANTI ALLE COMMISSIONI ESTERI DI CAMERA E SENATO

LA RICHIESTA DI INSERIRE NELLA COSTITUZIONE DELL’UNIONE

UN RIFERIMENTO ALLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

 

ROMA. = "Il richiamo delle radici cristiane, deve essere inteso non come mero omaggio formale ad un elemento della tradizione ma come riconoscimento di una realtà presente". A ribadire la richiesta di inserire nella futura Costituzione europea un riferimento esplicito alle ‘radici cristiane’, è stato ieri il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, in un’audizione alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato italiano. "Il patrimonio religioso - ha spiegato il presule - rimane fonte d’ispirazione per una larga maggioranza della popolazione del nostro continente, che si riconosce nella religione cristiana e nelle Chiese e comunità religiose che operano nella società europea". In questa prospettiva, secondo mons. Betori, vanno collocate le richieste formulate dalle confessioni cristiane, affinché nel trattato costituzionale europeo si inseriscano tre disposizioni normative per il riconoscimento dell’autonomia istituzionale, dell’identità specifica e dello statuto peculiare di ogni Chiesa e comunità religiosa all’interno degli ordinamenti e delle società dei Paesi europei. Per mons. Betori queste attese esprimono la speranza di tutti cristiani europei. Tali proposte, secondo il presule, non ricercano uno statuto giuridico privilegiato per le Chiese e per le comunità religiose ma, piuttosto, desiderano assicurare l’effettivo e pieno esercizio della libertà religiosa, anche nella sua dimensione istituzionale, nel pieno rispetto della laicità delle istituzioni civili e comunitarie e delle organizzazioni non confessionali. (M.A.)

 

 

PER ARRESTARE L’EPIDEMIA DI EBOLA CHE HA COLPITO LA REPUBBLICA DEL CONGO

SERVE LA COLLABORAZIONE DI TUTTI GLI STATI DELL’AFRICA CENTRALE.

QUESTO L’APPELLO DELLE AUTORITA’ DI BRAZZAVILLE CHE MANIFESTANO

LA LORO PREOCCUPAZIONE PER UNA POSSIBILE ESTENSIONE DELLA MALATTIA

NEGLI STATI CONFINANTI

 

BRAZZAVILLE. = Cresce tra le autorità della Repubblica del Congo, la preoccupazione per l’epidemia di “ebola” che ha colpito il Paese negli ultimi due mesi. Il ministro dell'ambiente e dell'economia forestale, Henri Djombo, ha rivolto ieri un appello ai leader degli stati dell’Africa centrale, affinché si giunga il più presto possibile ad una collaborazione per arrestare il contagio. Per il politico di Brazzaville è impossibile pensare che la febbre emorragica possa essere circoscritta in una determinata zona: il pericolo di contagio è esteso a tutti gli Stati che confinano col Congo. L’ebola (nome che deriva dal fiume della Repubblica Democratica del Congo dove il virus fu isolato per la prima volta nel 1976) si contagia con facilità e provoca una febbre emorragica che in soli tre giorni porta alla morte. Incerta l’origine: secondo alcuni studi, potrebbe essere portata dai primati che vivono nelle foreste. La zona colpita continua ad essere la provincia nordorientale della Cuvette, vicino al confine con il Gabon, un’area forestale molto estesa che travalica i confini nazionali. Il ministro teme perciò che l’ebola possa facilmente dilagare anche nei paesi confinanti. La zona è particolarmente impervia e le squadre di soccorso inviate nei giorni scorsi dal Governo e dall’Organizzazione mondiale della sanità incontrano numerose difficoltà. Secondo fonti governative il numero dei decessi sarebbe già superiore a 90. La cifra dimostra tutta la virulenza di questa nuova epidemia, che in meno di due settimane è riuscita a quadruplicare le sue vittime. Nel suo appello il ministro si è rivolto anche alla comunità internazionale. La prima organizzazione che ha raccolto l'appello del ministro dell'Ambiente di Brazzaville è stata la Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa, che ieri ha lanciato una campagna per raccogliere 130 mila dollari destinati a combattere il dilagare dell'epidemia. (M.A.)

 

 

UNA COLLEZIONE DI FRANCOBOLLI PER DIFFONDERE IL VANGELO.

L’IDEA E’ DI UN MISSIONARIO INDIANO DEGLI OBLATI DI MARIA IMMACOLATA,

CHE A BANGALORE HA ORGANIZZATO UN  MUSEO CON CIRCA 100 MILA PEZZI

DEDICATI AGLI EPISODI DELLA BIBBIA

 

BANGALORE. = Filigrana e dentellatura, diritto e rovescio: possono francobolli e monete essere utili all’evangelizzazione? La risposta può darla padre Thiagarajan, missionario indiano degli Oblati di Maria Immacolata, appassionato ormai da 27 anni di filatelia e numismatica. Oltre 4 mila monete, circa 100 mila francobolli, pezzi da 130 Paesi per un valore che sfiora il milione di dollari: questi i numeri della sua collezione che a Bangalore, in India, sta attirando anche la curiosità di appartenenti a religioni diverse da quella cattolica. La particolarità della grande raccolta di padre Thiagarajan è il tema: attraverso i francobolli ricostruire un vero e proprio viaggio nella Bibbia. Ogni pezzo è stato scelto perché rappresentava un momento della storia della Salvezza. Così si parte dalla creazione, passando attraverso l’Esodo, Davide e Golia ed i profeti, sino ad arrivare alla vita di Gesù, dall’Annunciazione alla Risurrezione. Padre Thiagarajan è convinto delle potenzialità della sua collezione: “Per me non ha prezzo - dice - e lo considero un strumento di evangelizzazione”. Una sorta di moderna biblia pauperorum, che parla attraverso le immagini. "E poi - spiega - ogni hobby edifica la persona. Con la filatelia si conoscono popoli, culture, nazioni e religioni perché ogni francobollo racconta la vita e la storia del Paese in cui è stato stampato". Il missionario ha organizzato mostre e visite guidate per studenti alla sua collezione: "I ragazzi - dice - guardando i francobolli conoscono i valori cristiani e imparano che Dio può parlare all'uomo in tanti modi diversi". (M.A.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

27 febbraio 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza -

 

In primo piano la crisi irachena. Circa 100 mila Egiziani hanno manifestato stamani al Cairo in sostegno dell’Iraq e contro la politica americana e israeliana nella regione. Lo hanno comunicato fonti della polizia locale. “Intanto l’Opec, l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, ha fatto sapere che “non utilizzerà il petrolio come un’arma” se dovesse scattare una guerra in Iraq. Il servizio è  di Paolo Mastrolilli.

 

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“Un Iraq democratico rappresenterà l’esempio e il modello per tutto il Medio Oriente”, lo ha detto ieri sera il presidente Bush nel discorso con cui ha illustrato il futuro della regione dopo il possibile conflitto. La sfida diplomatica però si intensifica anche se il portavoce della Casa Bianca, commentando le iniziative di pace prese dalla Santa Sede, ha detto che Bush farà le sue scelte in base alle necessità per proteggere gli americani. Ieri intanto gli aerei che pattugliano le no fly zone sono tornati a colpire, mentre la Turchia ha chiuso il suo confine con l’Iraq. Washington in sostanza si prepara al conflitto, mentre cerca di ottenere i nove voti necessari al passaggio della nuova risoluzione presentata al Palazzo di Vetro. Il Messico è il primo Paese che ha indicato disponibilità ad allinearsi con gli Stati Uniti, ma la Francia ha ribadito l’intenzione di bloccare il documento anche se gli americani pensano che Russia e Cina non siano decisi ad usare il potere di veto. Il capo degli ispettori, Hans Blix, ha dichiarato che Baghdad non sta ancora fornendo la collaborazione richiesta e ha fatto pressioni affinché l’Iraq cominci a distruggere i missili Al Samoud entro il 1° marzo.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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“Stiamo concentrando  tutti gli sforzi per una soluzione pacifica della crisi  irachena, con l'obiettivo del disarmo di Baghdad''. Lo ha ribadito il primo ministro italiano Silvio Berlusconi al termine dell'incontro con il  premier spagnolo Aznar. ''L'Onu - ha detto Berlusconi - non può  consentire a nessuno al mondo di essere ridicolizzata''. E la crisi irachena ha provocato una vera e propria bufera politica in Gran Bretagna. La Camera bassa del Parlamento di Westminster ha ribadito ieri l’appoggio alla linea dura del governo sul regime di Baghdad, ma il dibattito ha provocato una frattura senza precedenti fra i laburisti del premier Blair. Il servizio di Giada Aquilino:

 

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La Camera dei Comuni - con 434 sì e 124 no - ha approvato una mozione che riafferma il sostegno alla risoluzione 1441 ed  invita Saddam ''a riconoscere che questa è la sua occasione finale di ottemperare all'ordine di disarmo''. Ma quella di ieri è una vittoria amara per Tony Blair: più di un quarto dei membri del suo partito laburista ha votato contro la politica del governo sull’Iraq e, per passare, la mozione ha avuto bisogno del sostegno dei conservatori. La spaccatura del partito del premier rispecchia in fondo la forte ostilità che si registra in Gran Bretagna per le possibili azioni militari in Iraq. Nella lunga giornata politica, i deputati britannici erano stati chiamati a pronunciarsi anche su un emendamento depositato dall’ex ministro laburista della Cultura, Chris Smith, decisamente contrario ad un intervento. Ecco Smith:

 

“ALL WE SERIOUSLY …

Quello che tutti ci chiediamo è: Saddam Hussein si è impegnato al 70 per cento, piuttosto che al 100 per cento nella cooperazione; questo è un motivo per andare in guerra?”.

 

L'emendamento di Smith è stato poi respinto seppure abbia raccolto 199 voti, un numero di consensi superiore alle aspettative. Al ministro degli Esteri Straw non è toccato quindi che ribadire come nessuna guerra sia stata ancora decisa, ma come sia urgente una decisione dell’Onu:

 

“WE ARE NOW CLOSE …

Ora siamo vicini al punto di rottura. Saddam deve disarmare immediatamente e volontariamente, altrimenti sarà responsabilità del Consiglio di Sicurezza far sì che il leader iracheno sia disarmato con la forza”. 

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La Turchia ha richiamato oggi i suoi cittadini a lasciare il vicino Iraq, nell’attesa che il parlamento di Ankara autorizzi il dispiegamento delle truppe americane nel paese, in previsione di una guerra. Imminente l’approvazione del decreto che prevede il passaggio di 62 mila soldati americani sul territorio. I rappresentanti dell’opposizione irachena, riuniti oggi nel Kurdistan iracheno, hanno avvisato la Turchia che si esporrà a gravi conseguenze in caso di intervento all’Iraq, ma si sono detti anche pronti a discutere di tali questioni con Ankara e Washington.

 

Via al governo di coalizione in Medio Oriente:il premier israeliano Ariel Sharon ha raggiunto l’accordo con i centristi del Partito Nazionale religioso. Ma secondo Abu Rudeinah, portavoce dell'Autorità nazionale palestinese, intervistato da “Radio Voce della Palestina” si tratterà di un “governo estremista che lavorerà contro l'accordo di pace con i palestinesi”. Il servizio è di Graziano Motta.

 

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Ieri pomeriggio, rispondendo agli auguri che Bush gli rivolgeva al telefono per i suoi 75 anni, Sharon gli confermava l’impegno di assecondare il suo piano di pace con i palestinesi, con l’avvio di negoziati appena superata l’emergenza terrorismo. Gli anticipava che la settimana ventura si recherà a Il Cairo per incontrarvi il presidente Mubarak, e gli diceva come Silvan Shalom, l’esponente emergente del suo partito, al quale aveva appena consegnato il ministero degli Esteri, avrebbe interpretato al meglio questa politica. E’ questa una delle ragioni per cui Sharon ha preferito che l’attuale ministro degli Esteri, l’ex premier Netanyau, assumesse nel governo il portafoglio delle Finanze, con responsabilità molto ampliate. Si sa per certo che manterranno i rispettivi incarichi i ministri della Difesa, e della Pubblica Istruzione ma non si conosce ancora se l’ex sindaco di Gerusalemme, in un primo momento designato alle Finanze, sarà il responsabile dell’Industria. Il leader del piccolo partito degli immigrati russi, confluito nel Likud, sarà ministro per i problemi di Gerusalemme.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Secondo Russia e Cina colloqui diretti tra Usa e Corea del Nord risolverebbero la crisi legata al programma nucleare di Pyongyang, in primo piano dopo la riapertura dell’impianto nucleare di Yongbyon in Corea del Nord. Nessun ulteriore commento da parte di Pechino che “prende atto” della diffusione della notizia. Per il portavoce del ministero degli esteri cinese è opportuno che  tutte le parti in causa esercitino la calma e la moderazione. Il servizio di Chiaretta Zucconi.

 

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La possibilità che davvero la centrale nucleare sia stata riattivata è stato un nuovo colpo per Seoul, dove tuttavia, il primo ministro Go ha dichiarato di non poter confermare la notizia. Yongbyon che era stata congelata nel 1994, in seguito all’accordo siglato da Washington e Pyongyang, sarebbe in grado secondo gli americani di produrre fino a 6 bombe al plutonio nell’arco di pochi mesi. La centrale produrrebbe sei chili di plutonio l’anno. E come se non bastasse ieri il regime di Pyongyang ha invitato i nordcoreani a prepararsi alla guerra, affermando che il Paese potrebbe essere prossimo obiettivo Usa dopo l’Iraq. Nel frattempo, in Giappone, la Kepco, l’azienda elettrica che gestisce 17 reattori nucleari, invita oggi i propri utenti a ridurre i consumi di elettricità poiché è stata costretta a bloccare a turno tutti i suoi reattori a causa di perdite nelle tubazioni di distribuzione.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, è arrivato ieri a Cipro per presentare una terza versione del suo piano per la riunificazione dell’isola. Scadono infatti domani i termini per la firma dell’intesa delle Nazioni Unite, anche se l’accordo potrebbe slittare di qualche giorno. E’ dal 1974, cioè quando fu invasa dalla truppe turche, che Cipro è divisa in due parti: una maggioritaria greco cipriota e l’altra turca.

 

L’ambasciata degli Stati Uniti a Caracas, resterà oggi, per tutta la giornata, chiusa per motivi di sicurezza. La decisione è stata presa visto lo stato di allerta scattato negli ultimi giorni in seguito all’esplosione di due ordigni al consolato della Colombia e ad alla sede dell’ambasciata di Spagna nella capitale venezuelana.

 

La corte criminale di Sohag, in Egitto, ha condannato stamani due egiziani alla pena del carcere nell’ambito dei processi sui disordini di Kocheh, dove nel 2000 furono massacrati 21 uomini: 20 cristiani ed un musulmano. Si tratta di Mayez Amine Abdel Réhim e Mohamed Faouzi Chabib, entrambi di religione musulmana, condannati rispettivamente a 15 e tre anni di detenzione. Assolti gli altri 93 imputati.

 

Visita ufficiale di quattro giorni a Pechino per il presidente cubano Fidel Castro. Secondo quanto detto dal “lider maximo” al presidente cinese Jang Zemin, Cuba vuole ispirarsi al modello offerto dalla Cina in fatto di riforme economiche. In scaletta per le prossime ore l’incontro con la nuova leadership di Pechino.

 

Primo giorno del nuovo governo sudcoreano, presentato dal neopremier Koh Kun. La scelta del capo di Stato ha incluso anche personaggi “nuovi” alla politica, giovani e donne. Due i ministeri con i compiti più delicati: quello dell’Unificazione avrà il compito di proseguire la politica di riavvicinamento con la Corea del nord; quello degli Esteri sarà invece incaricato di cercare una mediazione tra Stati Uniti e Corea del nord. Le due poltrone saranno occupate rispettivamente da Chung Sae Hyun, già titolare del ministero, e da Yoon Young Kwan, docente di Relazioni internazionali all’Università di Seul.

 

Ad un anno dalla  strage di Godhra, in India dove in un incendio doloso ad un treno con a bordo fondamentalisti indù morirono 58 persone, i luoghi di culto islamici e indù dello Stato del Gujarat sono blindati, nel timore possano ripetersi ulteriori episodi sanguinosi. Il convoglio bruciato lo scorso 27 febbraio 2002 stava rientrando da una visita nella città di Ayodhya, dove ha sede un noto sito conteso tra indù e musulmani.

 

I colloqui di pace tra governo nepalese e ribelli maoisti si terranno nella seconda settimana di marzo. Lo ha comunicato ieri in un’intervista il capo della delegazione governativa incaricata dei negoziati, Narayan Singh Pun. Non è stato ancora comunicato con esattezza il giorno dell’inizio degli incontri.

 

 

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