RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 32 - Testo della Trasmissione di sabato 1 febbraio 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Testimoni docili della verità di Gesù, gioiosi missionari tra i coetanei: l’auspicio del Papa alle migliaia di giovani della diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie in udienza stamani nell’Aula Paolo VI.

 

La Messa presieduta da Giovanni Paolo II, questo pomeriggio in San Pietro, in occasione della Giornata della Vita Consacrata che ricorre domani: intervista con l’arcivescovo Silvano Nesti.

 

Verso la piena comunione tra le antiche Chiese orientali e la Chiesa cattolica. Istituita una Commissione teologica internazionale per questa nuova fase di dialogo.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Timori in Afghanistan di fronte al persistere di una situazione di incertezza politica e insicurezza sociale: ce ne parla Fabrizio Falconi.

 

Quando la letteratura sposa la solidarietà: ai nostri microfoni Dominique Lapierre.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Mons. Tarcisio Bertone, nuovo arcivescovo di Genova, ha incontrato questa mattina la stampa al Santuario della Madonna della Guardia.

 

Sarà avviato la settimana “Fame Zero”, il progetto del presidente brasiliano Iñacio Lula da Silva, gestito dal Consiglio di Sicurezza alimentare del quale fanno parte anche rappresentanti della Chiesa cattolica e delle Nazioni Unite.

 

Si è svolta ieri a Dallas la Conferenza per la nuova evangelizzazione dell’America.

 

Una guerra preventiva è immorale e costituirebbe un fattore di crisi per il mondo intero: lo ha detto il cardinale Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale tedesca.

 

Emergenza fame in Africa: continua la campagna “Cibo per l’Etiopia”.

 

La diocesi di Roma celebrerà a partire da domani la decima settimana diocesana della vita e la prima settimana del dono di sé.

 

24 ORE NEL MONDO:

Cresce la tensione tra Stati Uniti e Iraq: “Metteremo fine a questa storia entro alcune settimane” ha detto Bush, mentre Saddam ha assicurato “Se attaccati uccideremo un milione di soldati americani”.

 

Proseguono gli scontri in Costa d’Avorio tra i ribelli e i sostenitori del presidente Gbagbo.

 

Salito a 34 morti e diversi feriti il bilancio dell’incidente ferroviario nello Zimbabwe.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

1 febbraio 2003

 

 

TESTIMONI DOCILI DELLA VERITA’ DI GESU’, GIOIOSI MISSIONARI TRA I COETANEI.

L’AUSPICIO DEL PAPA AI GIOVANI DELLA DIOCESI DI TRANI-BARLETTA-BISCEGLIE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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“Giovani missionari dei giovani”, testimoni “miti e convinti della carità”. E poi generosi, capaci di amore, icone viventi della gioia. Non ha risparmiato aggettivi ed esortazioni questa mattina Giovanni Paolo II nel ricevere il numerosissimo gruppo - 9 mila persone, soprattutto ragazzi e ragazze - proveniente dall’arcidiocesi pugliese di Trani-Barletta-Bisceglie. In pellegrinaggio a San Pietro nell’ambito di una iniziativa missionaria della Chiesa locale che li vedrà in prima linea, i giovani hanno salutato con grande entusiasmo il Papa, riportando nell’Aula Paolo VI toni e atmosfere della straordinaria Giornata mondiale della gioventù di Tor Vergata.

 

(musica)

 

Il Pontefice ha subito ricambiato l’affetto del suo giovane uditorio, ricordando l’ormai celebre slogan di quell’appuntamento giubilare: siate “sentinelle del mattino in quest’alba del nuovo millennio”. In che modo? Curando anzitutto la propria crescita spirituale, ovvero essendo “ben formati nella fede e nella preghiera”:

 

“Cari giovani, su questo requisito occorre soffermarsi con attenzione. La riuscita della missione dipenderà dalla qualità dei missionari: più voi sarete strumenti docili nelle mani di Dio, e più la vostra testimonianza risulterà efficace. Preparatevi con impegno, per essere "lievito", "sale" e "luce" in mezzo ai vostri coetanei e negli ambienti nei quali vivete”.

 

Siate santi come lo fu Maria che, giovane anch’essa come voi - ha proseguito il Papa - disse il suo “sì” all’Angelo e compì sempre e con fedeltà la volontà di Dio su di lei. In questo modo, anche lo stile della missione che coinvolgerà la diocesi pugliese risulterà bello e gioioso.

        

“Siate testimoni convinti e miti della verità, che persuade da sé coloro che ad essa si aprono. Il vostro ‘biglietto da visita’ sia l'amore reciproco: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli - disse Gesù -, se avrete amore gli uni per gli altri. E l'amore vi colmerà di una gioia intima ed intensa; la gioia unita alla pace del cuore, che solo Gesù sa dare ai suoi amici”.

 

“E trasmettete ai vostri coetanei la gioia di seguirlo – ha concluso Giovanni Paolo II – chi incontra Gesù sperimenta un modo diverso di essere felice, una gioia diversa di vivere, basati non sull’avere o sull’apparire, ma sull’essere”.

 

(musica)

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ALTRE UDIENZE

 

Nel corso della mattinata, Giovanni Paolo II ha ricevuto altri quattro presuli brasiliani in visita ‘ad Limina Apostolorum’.

 

 

RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato stamane la rinuncia al governo pastorale del Vicariato apostolico di Zamora, in Ecuador, presentata da mons. Serafin Cartagena Ocaña, per raggiunti limiti di età.

 

Allo stesso incarico il Papa ha nominato Fausto Gabriel Trávez Trávez, Superiore del Convento di Ambato, assegnandogli la sede titolare vescovile di Sullectum.

 

Giovanni Paolo II ha inoltre nominato quest’oggi vescovo di Isiro-Niangara nella Repubblica Democratica del Congo, il reverendo Julien Andavo Mbia, rettore del Filosofato interdiocesano di Kisangani.  

 

 

 

DOMANI GIORNATA DELLA VITA CONSACRATA,

QUESTO POMERIGGIO IL PAPA PRESIEDERA’ IN SAN PIETRO

LA MESSA PER I RELIGIOSI E LE RELIGIOSE PRESENTI A ROMA

 

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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La Giornata annuale dedicata alla vita consacrata, istituita dal Santo Padre nel 1997 per il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, ha una triplice finalità: lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata, promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell’intero popolo di Dio, celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato nelle persone consacrate. Con noi il segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, l’arcivescovo Silvano Nesti. Eccellenza, si parla di dono della vita consacrata: vuole illustrarcene il significato?

 

R. – Il dono, sappiamo tutti, è una cosa gratuita. Il Signore dimostra una particolare benevolenza verso coloro che chiama ad una vita di più intensa partecipazione alla grazia, alla vita divina, alla sequela di Cristo. Dono, quindi, che ci viene dato dall’alto, come sottolinea il Santo Padre in vari documenti. Ricordiamo che il Vangelo di Marco sottolinea che quando Gesù invitò alla sequela il giovane lo guardò e lo amò. Ecco il senso del dono. L’amore di Dio che coinvolge la persona, accoglie questo amore e, accogliendolo, ricambia il dono con tutta la sua vita. Ecco il senso di un dono perfetto.

   

D. – Nel contesto attuale, all’alba del terzo millennio cristiano, qual è il significato della vita religiosa? Quale messaggio i consacrati danno all’uomo di oggi?

 

R. – I consacrati danno un significato molto esistenziale, fanno vedere che esiste un modo diverso di vivere il quotidiano: una vita di comunione, una vita di partecipazione, una vita di perdono, una vita di accoglienza reciproca, una vita di serenità e una vita di autentica pace. Questa è la testimonianza delle comunità religiose che debbono attuare per essere persone credibili, e debbono vivere per corrispondere al grande dono dell’amore di Dio. Proprio in questa società bisognosa di queste testimonianze, una società che è sconvolta dall’odio, sentiamo tutti i giorni parlare dalla stampa, dai giornali, della violenza, dell’odio, della contrapposizione, dell’egoismo, dell’arricchimento, il voler tenere tutto per sé, il non guardare gli altri. La vita consacrata è una testimonianza di un modo diverso di vivere e di rapportarsi con gli altri. Perciò la vita consacrata ha valore di stimolo, di testimonianza evangelica autentica, di fermento di luce per tutti i fedeli, e per tutti gli uomini.

 

D. – Tuttavia, eccellenza, non sono poche oggi le sfide alla vita consacrata, le difficoltà, dimostrate anche dal calo di vocazioni alla vita consacrata …

 

R. – Le sfide sono certamente tante. Del resto per tutti i secoli è stata sempre una sfida la vita consacrata, il lasciare tutto per seguire Cristo. Notiamo anche nella agiografia dei santi quante difficoltà hanno dovuto superare. C’è la sfida della famiglia che tante volte non accetta una vocazione, e pensa che il figlio o la figliola abbiano una maggiore promozione nelle carriere civili. Ed ecco le opposizioni. E’ la prima sfida che ogni giovane deve affrontare per essere fedele alla propria vocazione. Ci sono le sfide del secolarismo, di una certa libertà o libertinaggio, che creano certamente difficoltà, in un mondo con una mentalità molto “terra terra”, che ha dimenticato le dimensioni dello spirito, per cui l’uomo non è cresciuto in modo armonico. E poi, per quanto riguarda il calo delle vocazioni, bisogna dire che la prima causa è la mancanza di giovani. La bassa natalità nel mondo occidentale è spaventosa e dimostra egoismo, ripiegamento su di sé, dimostra la non apertura alla vita, e Dio è vita. Chi si chiude alla vita umana, si chiude anche alla vita di Dio, alla vita di grazia. Sono tutte queste le cause che hanno portato alla diminuzione delle vocazioni. Tuttavia ci sono Istituti nuovi, che sorgono con un forte impegno di spiritualità, di adesione al Vangelo, di adesione al Papa, al magistero della Chiesa, che attirano molti giovani. E’ una cosa che ci stupisce. Gli Istituti che sono sorti negli ultimi tempi attirano molti giovani per le prerogative di austerità, di adesione coerente a Cristo, di adesione completa e totale al magistero della Chiesa e, soprattutto, al magistero del Papa.

 

D. – Possiamo dire, eccellenza, che oggi si richiede un maggior eroismo a chi abbraccia la vita consacrata, dato il contesto che abbiamo appena delineato?

 

R. – Certamente, per i giovani attuali c’è bisogno di maggiore forza, di maggiore grazia – la grazia è sempre abbondante – e di maggiore decisione per abbracciare la vita consacrata. Siamo in situazioni più difficili che nel passato. Nel passato certamente c’erano vari fattori che favorivano le vocazioni, innanzitutto il contesto cristiano, che era il tessuto di tutta la società. Nelle famiglie, per esempio, ci insegnavano - quando incontravamo un sacerdote per la strada - di salutarlo con “Sia lodato Gesù Cristo”. Ecco il senso di una comunità cristiana. Attualmente chi saluta più un sacerdote, o chi si azzarda a dire “Sia lodato Gesù Cristo”, se siamo in una stazione o per la strada? Una volta queste cose erano semplici. Quando suonavano le campane il Sabato Santo, tutti, anche la gente comune, che si trovava per la strada e sentiva le campane della Risurrezione, andava alle fontanelle e si segnava per partecipare al mistero pasquale che si incentra nel battesimo. Attualmente chi fa più queste cose. Quindi, è un mondo secolarizzato, totalmente diverso. Per i giovani si richiede maggiore eroismo, anche per le facilità che hanno nella vita. Hanno tutto. In passato, chi aveva denaro in tasca fin da giovane? Attualmente tutti i nostri ragazzi hanno denaro. Vivere il voto di povertà nei nostri tempi, abituati a spendere denaro senza controllo, è un aspetto che richiede molto eroismo. Perciò, i giovani certamente sono ammirevoli oggi, perché vivono con convinzione la loro consacrazione e accolgono con amore il dono del Signore, che è appunto la vita consacrata.

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Per quanto riguarda gli Istituti di diritto pontificio i religiosi di vita attiva nel mondo sono oggi poco meno di 200 mila, dei quali 124 mila sono sacerdoti; le religiose di vita attiva sono quasi 600 mila; i monaci sono circa 12 mila e le monache 56 mila. A questi vanno aggiunte le molte migliaia di religiosi e religiose degli Istituti di diritto diocesano, che non sono facilmente quantificabili.

 

La Messa con il Santo Padre nella Basilica Vaticana avrà inizio alle 17.30. Celebrerà l’Eucaristia il cardinale prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, Eduardo Martínez Somalo. La nostra emittente curerà, a partire dalle 17.20, la radiocronaca del sacro rito, che comprenderà anche la benedizione delle candele a ricordo di Cristo, Luce del mondo, con il commento in italiano sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105.0 MHz.

 

 

VERSO LA PIENA COMUNIONE

TRA LE ANTICHE CHIESE ORIENTALI E LA CHIESA CATTOLICA: 

ISTITUITA LA COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE E

DEFINITE  LE MODALITA’ DI QUESTA NUOVA FASE  DI DIALOGO

 - Servizio di Carla Cotignoli -

 

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“Incrementare le relazioni per una più profonda comprensione  tra la Chiesa cattolica e le Antiche Chiese orientali”:  l’obiettivo del dialogo ufficiale avviato dal Comitato preparatorio, che si è incontrato nei giorni scorsi, dal 27 al 29 gennaio, presso il Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani. Ne dà notizia un comunicato congiunto che annuncia anche la data del primo incontro della Commissione Internazionale di dialogo: fine gennaio 2004. “Il Comitato preparatorio ha stabilito ufficialmente il piano di lavoro, i nominativi dei membri, procedure, metodologie e scadenze”, che ritmeranno i lavori della Commissione congiunta. La preghiera comune ha accompagnato i tre giorni di lavoro, svolti “in un clima molto cordiale”, come rileva il comunicato. Ricordiamo che le Antiche Chiese Orientali impegnate in questo dialogo sono: la Copta ortodossa, la Siro-ortodossa, l’Armena apostolica, l’Etiopica ortodossa, la Siro Malankarese dell’India, l’Eritrea ortodossa. 

 

Il cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, nell’indirizzo di saluto ai partecipanti, aveva avuto parole di gratitudine verso i rappresentanti di queste Chiese,  per aver accolto l’invito a prender parte all’incontro che – aveva detto – “può costituire un nuovo e promettente passo nel cammino verso la piena comunione”. Non aveva mancato di far riferimento a quanto aveva preparato questa tappa: “Questo incontro – aveva ricordato – non è il primo. Già molto è stato raggiunto negli anni scorsi e ancora molto resta da fare negli anni futuri”. 

 

Nel corso dei lavori, i membri del Comitato preparatoria avevano ricordato le tappe che hanno preparato la fase attuale: le consultazioni informali iniziate sin dal settembre 1971, le dichiarazioni ufficiali firmate dalla Chiesa cattolica con ciascuna delle Antiche Chiese Orientali. “Costituiscono – si legge nel comunicato – una valida base per l’inizio del dialogo ufficiale”.   Il Papa stesso – ricorda il documento – ricevendo il 28 gennaio i membri del Comitato preparatorio “aveva esteso il suo fraterno saluto ai capi delle Antiche Chiese Orientali ed aveva espresso l’auspicio che “l’impegno nel dar vita alla Commissione congiunta del dialogo teologico sia un passo avanti verso la piena comunione nella verità e nella carità”.

 

Ricordiamo che la divisione tra le Antiche Chiese Orientali e le Chiese di Roma e Bisanzio, risale a oltre 1500 anni or sono, in seguito alla formulazione cristologica del Concilio di Calcedonia del 451.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

"Giovani, andate!": in prima pagina spicca l'esortazione formulata da Giovanni Paolo II, che ha dato il via alla "Missione dei giovani per i giovani" della comunità diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie.

Riguardo all'Iraq, ultimatum d Bush: Bagdad ha poco tempo per avviare il disarmo.

Sempre in prima, in rilievo, la notizia dal titolo “Eritrea: il vescovo di Asmara supplica un po’ di cibo per tanti affamati”. 

“Dal Monte Carmelo di Haifa ogni giorno un Rosario in latino, ebraico, arabo”  è il titolo del pensiero delle carmelitane di questo Monastero  per l'Anno del Rosario.

 

Nelle vaticane, la Lettera del Santo Padre all'arcivescovo Lozano Barragan per la nomina ad Inviato Speciale alla celebrazione della Giornata Mondiale del Malato.

Due pagine in occasione dell'imminente ingresso del nuovo arcivescovo di Genova.

Una monografica per la solennità della Presentazione di Gesù al Tempio.

Una monografica, a cura di Giampaolo Mattei, per ricordare la figura del compianto religioso noto come “Padre Lardo”.

 

Nelle pagine estere, Corea del Nord: s'inasprisce il contrasto tra Washington e Pyongyang.

In Zimbabwe, una sciagura ferroviaria ha causato non meno di 34 morti.

 

Nella pagina culturale, in evidenza, per la rubrica “Oggi”, una riflessione di Gaetano Vallini dal titolo “Quando si perde persino la compassione”: gli anziani trovati in un deposito di mangimi a Nusco. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia. La situazione della Fiat. L'emergenza-maltempo.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

1 febbraio 2003

 

 

TIMORI IN AFGHANISTAN DI FRONTE AL PERSISTERE DI UNA SITUAZIONE

DI CONFUSA INCERTEZZA POLITICA E DI GRANDE INSICUREZZA SOCIALE

- Intervista con Fabrizio Falconi -

 

L’Afghanistan rischia di precipitare nel caos. Tre razzi sono stati lanciati ieri sera contro una delle principali basi dell'Isaf (il contingente internazionale di pace) alla periferia di Kabul, per fortuna senza causare vittime. Ben più grave, invece, l’attentato di ieri mattina a Kandahar, dove l’esplosione di una mina ha provocato la morte di 18 persone e il ferimento di altre 5. Ma che cosa sta avvenendo nel Paese? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Fabrizio Falconi, esperto di questioni afghane:

 

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R. – Sta avvenendo quello che più o meno ci si aspettava, in una escalation di attentati e di guerriglia sempre più incontrollata che, naturalmente, ha come obiettivo il fragile regime di Karzai che si è insidiato alla fine della guerra. Nella zona, in particolare, dove è avvenuto l’attentato, a circa 20km da Kandahar, roccaforte dei Talebani, sta ormai imperversando da parecchio tempo una banda di ribelli capeggiata da Gulbudin Ek-Matiar, che è praticamente uno dei più fedeli alleati di Bin Laden e di Al Qaeda, per cui c’è da attendersi anche nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, un aumento dell’attività terroristica.

 

D. – E’ pensabile che si voglia aprire un altro fronte rispetto a quello iracheno?

 

R. – Ma, si. L’amministrazione Bush ha in questo momento un interesse fortissimo ad aprire un fronte iracheno, però l’emergenza maggiore della zona resta quella afghana, ma soltanto perché in questa zona è ancora attiva Al Qaeda, non dimentichiamoci che Bin Laden e il mullah Omar - che Bush aveva posto come obiettivi prioritari - sono ovviamente ancora liberi e attivi e molto probabilmente operano nella zona cosidetta ‘terra di nessuno’, che è in territorio pakistano ma proprio a ridosso del confine afghano. Fino a che non verrà risolto questo problema principale, temo, che anche la guerra in Iraq servirà a ben poco. 

 

D. – Per risolvere questa situazione, non serve un governo di unità nazionale?

 

R. – Si, serve sicuramente questo, però, non dimentichiamoci che è una situazione di estrema fragilità. Anche un eventuale governo di unità nazionale è un governo che agisce sempre con una grandissima povertà di mezzi e di strutture sul territorio per cui è molto, molto fragile. Qualsiasi governo si insedi in Afghanistan, ha bisogno del costante appoggio occidentale, di forte contrasto nei confronti di quelle frange che combattono qualsiasi tentativo di insediamento. Non dimentichiamoci che Ek-Matiar - che probabilmente è dietro a questo ultimo attentato -  ha promesso di cacciare dall’Afghanistan sia gli americani, sia tutti gli altri occidentali inquadrati nella coalizione anti-terrorismo.

 

D. – Dietro tutto questo c’è solo l’intolleranza verso le forze straniere presenti sul territorio o anche la gestione del mercato dell’oppio...

 

R. – Ci sono sicuramente tutti e due. Per Bin Laden resta assolutamente nevralgico l’Afghanistan sia da un punto di vista teorico, religioso e sia da un punto di vista strategico ed economico perché dall’Afghanistan passano tutti i traffici illegali attraverso i quali Al Qaeda si finanzia.

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DOMINIQUE LAPIERRE,

QUANDO LA LETTERATURA SPOSA LA SOLIDARIETA’

- Intervista con l’autore francese -

 

 

È uno scrittore famoso in tutto il mondo, ma soprattutto un uomo folgorato dall’incontro con Madre Teresa, molti anni fà, nei bassifondi di Calcutta. Dominique Lapierre, autore del celebre “La città della gioia” e di “Mille soli”, conclude oggi il suo tour italiano per promuovere l’ultimo libro: “Un dollaro mille chilometri”. Si tratta di un diario di viaggio che l’autore, 17enne, scrisse nel ’49 dopo essersi recato, da solo, alla scoperta degli Stati Uniti. Per ogni copia del libro venduta, la casa editrice Il Saggiatore verserà un euro a favore dell’ospedale per l’infanzia fondato in India.

 

L’ospedale è solo una delle molte opere di solidarietà che Lapierre finanzia da 20 anni. Novemila bambini ammalati di lebbra e quattro milioni di tubercolotici hanno già trovato la strada della guarigione. E alla lista di questa grande attività umanitaria vanno aggiunti circa 500 pozzi di acqua potabile, case per bambini portatori di handicap, scuole, centri di riabilitazione, progetti di microcrediti a favore delle donne. Intervistato da Alessandro De Carolis, Lapierre parla dell’ultimo libro e della decisiva influenza esercitata sulla sua persona e la sua produzione letteraria da Madre Teresa di Calcutta:

 

 

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R. - E’ il primo libro che ho scritto nella mia vita, quando partii per l’America, per “conquistare” l’America, con solamente 30 dollari. Fu un’esperienza che funzionò per me da detonatore. Quell’avventura di un viaggio solitario, per le strade dell’America, fu una rivelazione della mia vocazione. Dopo quel viaggio, seppi che volevo continuare a scoprire il mondo.

 

D. - Lei ha scoperto gli Stati Uniti. Come ha scoperto l’India?

 

R. - L’India, l’ho scoperta dopo aver scritto un libro intitolato “Stanotte la libertà”, storia dell’indipendenza dell’India con il Mahatma Gandhi. Io ho vissuto una vera storia d’amore con l’India. Sono partito con mia moglie per Calcutta, volevo incontrare Madre Teresa e portare del denaro per aiutare a salvare i bambini lebbrosi. Tutto quello segnò l’inizio di un’avventura umanitaria, che continua ancora oggi, 22 anni dopo. Con mia moglie, sono stato dieci giorni fa nel delta del Gange con i miei quattro battelli ospedale, che portano aiuto medico agli abitanti di 54 isole che praticamente non esistevano nelle carte geografiche. Si tratta di persone completamente dimenticate e io ho potuto aiutare migliaia e migliaia di abitanti. E in questo momento, quando tutti giornali del mondo mostrano fotografie di navi da guerra, io posso ritenermi invece ammiraglio di una flotta di quattro navi di pace e di amore.

 

D. - Torniamo per un attimo al suo incontro con Madre Teresa di Calcutta: quale fu la prima impressione e che tipo di rapporto lei ebbe negli anni successivi con ‘l’Angelo della carità’?

 

R. - Fu un momento molto forte, per me, scoprire, attraverso lo spettacolo di quella piccola donna, che tutti noi possiamo fare qualcosa per cambiare le ingiustizie di questo mondo. Madre Teresa mi ha veramente insegnato che tutto conta, e ripeteva molte volte: “Salvare un bambino è salvare il mondo”.

 

D. - Madre Teresa diventerà presto Santa. Se dovesse rivolgersi a lei ad alta voce, cosa direbbe?

 

R. - Di continuare a darmi buona salute, per poter continuare a portare aiuto ai più diseredati della nostra Terra.

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CHIESA E SOCIETA’

1 febbraio 2003

 

“SONO SERENO E QUESTA FIDUCIA VORREI COMUNICARLA A TUTTI COLORO

CHE OPERANO IN LIGURIA”. HA  ESORDITO COSÌ MONS. TARCISO BERTONE,

NUOVO ARCIVESCOVO DI GENOVA, NELL’INCONTRO CON LA STAMPA

AL SANTUARIO DELLA MADONNA DELLA GUARDIA

- A cura di Dino Frambati -

 

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GENOVA. = “Sono sereno e fiducioso. E questa fiducia vorrei comunicarla a tutti quelli che operano a Genova e Liguria. Non dobbiamo partire dal pessimismo altrimenti siamo perdenti. Ci vuole ottimismo”. Ha dato coraggio mons. Tarcisio Bertone nel suo esordio a Genova, questa mattina, incontrando la stampa al Santuario della Madonna della Guardia, dopo aver guidato un pellegrinaggio di duemila persone in una giornata resa bellissima ma sotto zero dalla tramontana. Ha suscitato poi simpatia, annunciando in maniera colta e vivace, il programma coraggioso di rafforzamento della fede e di valorizzazione dei giovani, definiti “talenti preziosi” per l’educazione alla solidarietà. L’arcivescovo Bertone ha poi ricordato la crisi della “Marconi”, tra i principali problemi che ha fatto presente, qualche giorno fa a Roma, al presidente Ciampi. Circa gli immigrati, numerosi all’ombra della Lanterna, il presule ha ricordato la vocazione internazionale della città, nativa di Colombo e Repubblica marinara. Infine un accenno a Milingo, del cui caso si occupò risolvendolo: forse sarà a Genova, ai primi di marzo, proprio in pellegrinaggio alla Guardia. Stasera Bertone incontrerà i giovani a San Siro, prima cattedrale di Genova. Domani ingresso ufficiale a San Lorenzo.

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SARA’ AVVIATO LA PROSSIMA SETTIMANA IL PROGRAMMA “FAME ZERO”

DEL PRESIDENTE BRASILIANO INACIO LULA DA SILVA. IL PROGETTO SARA’ GESTITO

DAL CONSIGLIO DI SICUREZZA ALIMENTARE, DEL QUALE FARANNO PARTE ANCHE

RAPPRESENTANTI DELLA CHIESA CATTOLICA E DELLE NAZIONI UNITE

 

GUARIBAS. = Con uno stanziamento iniziale di 514 milioni di dollari, il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha di fatto messo in moto l’annunciato programma “Fame Zero”. Si tratta del principale piano di sviluppo sociale voluto dalla nuova Amministrazione brasiliana per sradicare la povertà e la fame che colpiscono il 30 per cento dei 175 milioni di abitanti del Paese. Nella prima fase del programma beneficeranno degli aiuti gli abitanti del nordest, la regione dove si concentra la metà degli indigenti brasiliani. A partire dalla prossima settimana, saranno realizzate due iniziative pilota a Guaribas e Acauá, nello Stato di Piauí. Qui un migliaio di famiglie riceverà una cifra pari a circa 14 dollari mensili per acquistare generi alimentari di prima necessità. Il programma sarà gestito dal “Consiglio di sicurezza alimentare”, del quale faranno parte, tra gli altri, esponenti del governo, della Chiesa cattolica e delle Nazioni Unite. L’ambizioso progetto non ha mancato tuttavia di generare alcune critiche, anche all’interno dello stesso schieramento del presidente, il Partito dei lavoratori (Pt). Secondo Francisco Sales, della direzione del Pt nello Stato di Piauí, si tratterebbe di un “programma assistenzialista”. (A.L.)

 

 

SI E’ SVOLTA IERI A DALLAS LA CONFERENZA PER LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE DELL’AMERICA.

ALL’INCONTRO E’ INTERVENUTO L’ARCIVESCOVO JOHN FOLEY,

PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI

 

DALLAS. = “Per me è un onore partecipare per la terza volta alla Conferenza per la nuova evangelizzazione dell’America (Nea)”. Con queste parole l’arcivescovo John Foley, Presidente del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali, ha aperto ieri il proprio discorso alla Nea. Mons. Foley, ha  quindi ricordato un episodio legato alla Giornata mondiale della gioventù celebrata a Manila nel 1995. “In quella circostanza a causa del traffico - ha detto l’arcivescovo – Giovanni Paolo II non era riuscito a raggiungere in tempo il luogo prescelto per la Santa Messa”. “In attesa del Suo arrivo – ha continuato mons. Foley – ho intrattenuto i migliaia di giovani presenti parlando del significato dell’evangelizzazione per la storia della Chiesa”. “Oggi l’annuncio del Vangelo – ha aggiunto il presule – rischia di essere minacciato dagli scandali che hanno coinvolto i sacerdoti negli Stati Uniti. La validità del messaggio di Gesù e dei sacramenti non possono essere ridotti solo ad una predica, ma devono essere tradotti in un comportamento responsabile”. “I sacerdoti – ha affermato mons. Foley – sono chiamati a testimoniare il Vangelo con la consapevolezza della missione a cui sono chiamati”. “Ma non bisogna neanche compiere l’errore – ha concluso il presule -  di cadere nella calunnia o nel pettegolezzo rischiando di oscurare la grandezza delle opere compiute dalla Chiesa”. (A.L.)

 

 

UNA GUERRA PREVENTIVA E’ IMMORALE E COSTITUIREBBE UN FATTORE DI CRISI

PER IL MONDO INTERO. “LO HA AFFERMATO OGGI ALLA STAMPA TEDESCA

IL CARDINALE KARL LEHMANN, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE

 

BERLINO. = La Chiesa Cattolica in Germania ha ribadito la propria condanna ad un eventuale intervento militare in Iraq. In una dichiarazione alla stampa il card. Karl Lehmann, presidente della Conferenza episcopale, afferma che “una guerra preventiva sarebbe immorale e costituirebbe un fattore di crisi per il mondo intero”. Secondo il cardinale “una guerra per il rovesciamento di governi tirannici o per la prevenzione di possibili atti terroristici non è moralmente giustificabile”. “Per la Chiesa – ha aggiunto mons. Lehmann - la guerra può essere presa in considerazione solo in situazioni estreme o per combattere i crimini contro l'umanità come il genocidio”. Prima di lui, secondo quanto riferisce oggi la Stuttgarter Zeitung, il presidente della Chiesa Evangelica in Germania (Ekd), Manfred Kock, aveva criticato il presidente Usa George W. Bush definendolo un “fondamentalista religioso”. “Bush sostiene di avere una missione religiosa da compiere ma una tale motivazione solleva in me una grande paura”, ha detto il Presidente della Chiesa evangelica. (A.L.)

 

 

EMERGENZA FAME IN AFRICA: CONTINUA LA CAMPAGNA “CIBO PER L’ETIOPIA”

PROMOSSA DALL’ONG “VOLONTARIATO ITALIANO PER LO SVILUPPO”,

ASSOCIAZIONE DI RIFERIMENTO DELL’OPERA SALESIANA

 

ROMA. = Continua la campagna di solidarietà contro l'emergenza fame in Etiopia organizzata dall’Ong Volontariato italiano per lo sviluppo (Vis), l’associazione di riferimento dell’Opera Salesiana. L'organizzazione, che ha raccolto finora 320 mila euro per la campagna "Cibo per l'Etiopia", ha inviato recentemente nel Paese del corno d'Africa 80 tonnellate di biscotti multivitaminici e 70 tonnellate di Famex, una mistura nutriente composta da grano, soia e latte. Gli aiuti finora distribuiti hanno contribuito a dare sostentamento ad oltre 14 mila persone, in prevalenza donne e bambini, in vari villaggi del Paese. Si tratta di una prima immediata risposta alla necessità della popolazione che si trova ad affrontare un'emergenza alimentare che si preannuncia ancor più grave, per intensità e dimensioni, di quella del 1984. Secondo le recenti stime delle organizzazioni internazionali, sono almeno 11 milioni gli etiopi che rischiano di soffrire le conseguenze della carestia nei prossimi mesi. Il denaro raccolto dal Vis non servirà solo a tamponare l'emergenza, ma anche a finanziare progetti in grado di intervenire sulle cause delle ripetute crisi alimentari. L'organizzazione italiana, infatti, sta avviando la costruzione di una trentina di pozzi in altrettanti villaggi, in modo da consentire alla popolazione locale di affrontare i prossimi mesi di siccità, irrigando i campi ed abbeverando gli animali.  (A.L.)

 

 

LA DIOCESI DI ROMA CELEBRERÀ A PARTIRE DA DOMANI,

LA DECIMA SETTIMANA DIOCESANA DELLA VITA

E LA PRIMA SETTIMANA DEL DONO DI SÉ

 

ROMA. = Si celebrerà domani la XXV Giornata per la vita, promossa dalla Conferenza episcopale italiana e si aprirà nella diocesi di Roma la X Settimana della vita. Alle ore 11, sarà celebrata la Santa Messa nella Basilica di Santa Maria in Traspontina con la benedizione delle mamme in attesa di un figlio. Al termine della liturgia i partecipanti raggiungeranno piazza San Pietro per unirsi con il Santo Padre alla preghiera mariana dell’Angelus. Dal 2 fino all’11 febbraio si terrà, inoltre, la prima “Settimana del dono di sé”, un’iniziativa volta a sensibilizzare la cittadinanza sulla donazione del sangue, degli organi e del midollo osseo. Il programma prevede momenti di informazione e diffusione di materiali divulgativi nelle scuole, nelle parrocchie, negli ospedali e nelle 700 farmacie della città. Nel calendario di quest'ultima manifestazione ci sono anche due eventi pubblici. Il 5 febbraio, dalle 10.30, è in programma una tavola rotonda nella sala Assunta dell'ospedale Fatebenefratelli all'isola Tiberina. Il 6 febbraio, alle 21, sarà celebrata una Santa Messa nella chiesa di Sant'Agnese in Agone, nell'ambito dei "Giovedì" promossi dal Servizio diocesano per la pastorale giovanile. La celebrazione eucaristica sarà presieduta da mons. Armando Brambilla, vescovo incaricato per la pastorale sanitaria.  La settimana è promossa dal Centro per la pastorale sanitaria della Diocesi di Roma, con la collaborazione delle associazioni di volontariato per la donazione del sangue riunite in coordinamento cittadino. (A.L.)

 

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24 ORE NEL MONDO

1 febbraio 2003

- A cura di Barbara Castelli -

 

 

“Metteremo fine a questa storia entro alcune settimane, non mesi”. Così ieri il presidente americano, George W. Bush, mantenendo intatta la pressione sull’Iraq di Saddam Hussein. Dopo l’incontro a Washington con il premier britannico, Tony Blair, il Capo della Casa Bianca si è detto, inoltre, favorevole ad una seconda risoluzione delle Nazioni Unite, purché essa serva ad ottenere l’immediato disarmo di Baghdad e non trascini a lungo la crisi. Bocciando come “un nuovo inganno” l’ultimo invito di Saddam ai responsabili degli ispettori dell’Onu, Bush ha, infine, ribadito che il segretario di Stato, Colin Powell, presenterà le prove dei legami tra l’Iraq e la rete del terrorismo internazionale Al Qaeda mercoledì prossimo al Consiglio di Sicurezza. Alle dichiarazioni del presidente statunitense hanno subito fatto eco quelle del leader iracheno, Saddam Hussein. “Il nemico non sbarcherà alle porte di Baghdad - ha detto il Rais - perché sa che andrebbe incontro alla morte. Se attaccati uccideremo un milione di soldati americani”. Il vicepremier iracheno, Taha Yassin Ramadan, ha, inoltre, minacciato migliaia di attentati suicidi in caso di invasione americana. Il servizio è di Paolo Mastrolilli.

 

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Bush ha dichiarato che la questione deve essere risolta in settimane e non mesi. Fonti di stampa hanno scritto che ha autorizzato anche l’uso di bombe atomiche, se Baghdad impiegasse armi chimiche o biologiche. Intanto, gli aerei che pattugliano le ‘no fly zone’ sono tornati a colpire nel nord del Paese. Il capo della Casa Bianca ha ribadito che il momento decisivo per il dibattito all’Onu è quello di mercoledì, quando il segretario di Stato, Colin Powell, andrà a presentare le informazioni sul riarmo iracheno raccolte dall’Intelligence americana. Il regime di Saddam, in una lettera al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha avanzato il sospetto che la Cia impianti prove false ed ha invitato i capi degli ispettori a tornare a Baghdad prima del prossimo rapporto del 14 febbraio, che potrebbe aprire la porta all’intervento armato. Hans Blix e il suo collega Mohamed El Baradei hanno risposto con una lettera dicendo che compiranno la visita solo se nel frattempo l’Iraq cambierà atteggiamento. Il diplomatico svedese ha, tut-tavia, messo in discussione le conclusioni tratte a Washington sul suo rapporto del 27 gennaio, dichiarando che non era una giustificazione per la guerra.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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L’Europa continua ad interrogarsi sull’appoggio ad un’eventuale azione mili-tare in Iraq, mentre altri 3 Paesi, Slovenia, Slovacchia e Lettonia, hanno sotto-scritto la lettera filoamericana firmata da 8 capi di governo. “Se ci sarà la guerra, sarà colpa di Saddam” ha dichiarato oggi il premier italiano, Silvio Berlusconi. Intanto, mentre la Turchia nutre dubbi sulla concessione delle basi militari agli Stati Uniti, la Spagna vede crescere il no alla guerra nell’opinione pubblica e la Germania - che da oggi presiede il Consiglio di sicurezza dell’Onu - guida insieme con la Francia il fronte del ‘no’.

 

Non si placano le tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord. La Casa Bianca ha ammonito ieri Pyongyang a non avviare il trattamento di combustibile nuclea-re spento per utilizzarlo a fini militari, mentre la Corea de Nord ha annunciato di voler boicottare la prossima riunione straordinaria dell'Agenzia per l'energia atomica. Il comandante delle forze americane nel Pacifico ha, intanto, chiesto al Pentagono più uomini, aerei e navi per evitare colpi di mano militari.

 

Manifestazioni più o meno violente si susseguono in Costa d'Avorio tra sostenitori del governo e ribelli, dopo l’accordo di pace firmato in Francia. Centinaia di migliaia di giovani favorevoli al presidente, Laurent Gbagbo, stanno affluendo verso il centro di Abidjan, dando vita alla più grande manifestazione dal tentato golpe del 19 settembre scorso. Ieri, l’occupazione delle piste dell’aeroporto ha impedito l’arrivo di Seydou Diarra, designato a guidare il governo di unità nazionale. Intanto, dopo i francesi, anche gli italiani sono stati invitati dall’Ambasciata locale a lasciare il Paese. Il servizio è di Giulio Albanese.

 

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I missionari hanno deciso di rimanere al loro posto, mentre l’ipotesi che i ribelli possano ottenere due ministeri nel nuovo governo di riconcilia-zione nazionale, Difesa ed Interni, continua a suscitare la rabbia dei giovani facinorosi sostenitori del presidente, Laurent Gbabgo. Questi ultimi hanno assaltato uffici e strutture francesi stamani ad Abijan e da alcuni giorni danno la caccia ‘al bianco’. La Costa d’Avorio resta sospesa in una situazione di estrema tensione ed inquietudine, che potrebbe degenerare ulteriormente. Intanto, il presidente sudafricano, Thabo Mbeki, il più autore-vole statista a livello continentale, ha dichiarato ieri chiaramente che i leaders africani hanno fatto mancare il loro sostegno alla Costa d’Avorio, proprio nel momento del bisogno. Parole dure che Mbeki ha di fatto indiriz-zato all’Unione Africana, l’organismo nato la scorsa estate e che ha inciso poco o niente nella lunga trattativa portata avanti dai Paesi dell’Africa occidentale e dall’ex potenza coloniale, la Francia.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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E’ salito a 34 morti e un numero imprecisato di feriti il bilancio dell’incidente ferroviario di oggi nello Zimbabwe. Un treno passeggeri, che collegava la città di Bulawayo alla località turistica delle cascate Vittoria, si è scontrato con un  convoglio che trasportava prodotti infiammabili. Ancora sconosciute le cause del disastro.

 

Le violenze in Medio Oriente hanno provocato una vittima anche oggi. Un attivista palestinese è stato ucciso da spari israeliani vicino al valico di Rafah, che collega la Striscia di Gaza e l'Egitto. Intanto, in Israele proseguono i colloqui informali di Ariel Sharon in vista della formazione del nuovo governo. Il premier non potrà fare a meno dell’appoggio dello Shinui, partito laico di centro, che si oppone all’alleanza con gli ultraortodossi. Il commento di padre David Jaeger, portavoce della Custodia di Terra Santa:

 

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Credo che è un segnale molto positivo. I membri di questo partito possono anche essere divisi tra di loro su tante questioni, ma sono tutti d’accordo sul ripristinare il carattere laico originario anche di Israele: lo Shinui lo vuole ripristinare e combattere contro le tendenze teocratiche. In questo momento, infatti, la Chiesa in Israele sta soffrendo una campagna, un assalto pesantissimo da parte del ministero degli Interni, che è ancora controllato da un partito come lo Shas, che non vuole più dare i visti d’ingresso e di soggiorno al personale ecclesiastico.

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Ci trasferiamo in Burundi. Sono numerose le testimonianze della popolazio-ne di Bujumbura, che accusano i ribelli Hutu delle Forze Nazionali di Liberazione di aver ucciso 12 civili nel giro di due settimane. A confermare la notizia anche il governatore rurale della zona. Ricordiamo che nel Paese africano i movimenti ribelli hutu e l’esercito regolare hanno dato vita dal 1993 ad una guerra civile che ha provocato oltre 300 mila morti.

 

Ancora infiammata la situazione in Venezuela. Migliaia di manifestanti hanno sfilato ieri per le strade di Caracas per chiedere una maggiore libertà d’informazione. La protesta giunge dopo la decisione del governo di avviare procedimenti amministrativi contro varie emittenti televisive. Queste ultime avrebbero trasmesso messaggi del Coordinamento democratico, che si oppone al presidente, Hugo Chávez.

 

Importante missione di Amnesty International in Myanmar, l’ex Birmania. Due rappresentanti dell’organizzazione, che da anni si batte per i diritti umani, hanno incontrato ieri la dissidente Aung San Suu Kyi. La squadra di Amnesty si trova nel Paese per una missione di studio di 10 giorni, nel corso della quale incontreranno anche i rappresentanti del governo birmano.

 

 

 

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