RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 120 - Testo della Trasmissione di mercoledì 30 aprile 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il ritratto del politico ideale: perfetta integrità morale ed energico impegno contro le ingiustizie, nella catechesi biblica di Giovanni Paolo II all’udienza generale, sul salmo 100, che tratteggia il “programma di un re fedele a Dio”.

 

La Spagna in attesa del Papa, il 3 e 4 maggio a Madrid per la proclamazione di cinque nuovi santi e l’incontro con i giovani: con noi, mons. Renato Boccardo e l’ambasciatore Carlos Abella.

 

La prossima santa Maria Maravillas Pidal, che sulle orme di santa Teresa di Gesù fondò carmeli in tutta la Spagna.
 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dai tutsi agli hutu, il Burundi cambia presidente. Un passo importante nel cammino verso la pace. Ce ne parla il missionario saveriano padre Claudio Marano.

 

Insieme al cardinale Angelo Sodano, anche esponenti evangelici, anglicani e ortodossi al Congresso internazionale del Movimento dei Focolari per “Contemplare Cristo con gli occhi di Maria”.

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Caritas in Iraq intensifica le iniziative di aiuto alla popolazione colpita dalla guerra.

 

Esponenti cattolici e musulmani riuniti a Dublino, concordi nel rifiutare la guerra come soluzione dei conflitti.

 

“Per dare dignità e protezione ai bambini è necessario un contesto che li ama sin dal loro concepimento”: questo l’invito del cardinale arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, in occasione della ‘Giornata mondiale del bambino’.

 

In attesa della visita di Giovanni Paolo II, i cattolici di Mongolia diffondono il messaggio di Cristo nel Paese.

 

Il presidente del Consiglio di Giustizia e Pace della Conferenza episcopale della Repubblica Ceca, mons. Vàclav Maly, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica socialista vietnamita, per chiedere la scarcerazione di un sacerdote cattolico e di due esponenti buddisti locali.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Medio Oriente ha prestato giuramento oggi il governo di Abu Mazen, ma il terrorismo continua a colpire i territori.

 

Nuovi episodi di violenza in Iraq, dove stamani è arrivato il segretario alla Difesa americano Rumsfeld.

 

11 anni di reclusione per Cesare Previti nel processo Imi-Sir e Lodo Mondadori.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

30 aprile 2003

 

 

LA GIUSTIZIA E LA MISERICORDIA,

LE “DUE DIMENSIONI DEL MISTERO DELLA CARITA'”,

CHE DEVONO ISPIRARE LA RETTITUDINE DELL’UOMO POLITICO

CHIAMATO A SERVIRE IL BENE PUBBLICO E A RIGETTARE OGNI INIQUITA’.

COSI’ IL PAPA AI PELLEGRINI DELL’UDIENZA GERNERALE IN PIAZZA S. PIETRO,

ALLA VIGILIA DEL MESE MARIANO E DELLA SOLENNITA’ DI SAN GIUSEPPE

 

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Viene dalle pagine di un salmo antico di secoli “il ritratto dell’uomo politico ideale”. Colui che fa della rettitudine e dell’integrità uno stile di vita, e della lotta contro ogni forma di ingiustizia un obiettivo, “perché non tollera compromessi col male”. I versetti del Salmo 100 - al centro dell’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro – hanno ispirato a Giovanni Paolo II una catechesi orientata a mettere in risalto le virtù morali di chi si trovi a svolgere un incarico al servizio del bene comune, “il cui modello di vita - ha subito osservato il Papa - dovrebbe essere l’agire divino nel governo del mondo”.

 

L’andamento del Salmo, ha spiegato il Pontefice alle circa 20 mila persone presenti nella piazza, “segue due grandi linee morali”: si sofferma dapprima sulla dimensione interiore di questo ideale servitore della collettività, per poi passare alla descrizione di quali siano le sue doti più tipicamente pubbliche e sociali. Nel primo caso, viene esaltata la “via dell’innocenza”, ovvero - ha affermato il Pontefice - “la perfetta rettitudine di coscienza”:

 

“Da un lato, si parla in modo positivo delle grandi virtù morali che rendono luminosa la ‘casa’, cioè la famiglia del giusto: la saggezza che aiuta a ben comprendere e giudicare; l’innocenza che è purezza di cuore e di vita; e, infine, l’integrità della coscienza che non tollera compromessi col male”.

 

Dall’altro lato, ha proseguito Giovanni Paolo II, l’impegno personale si completa con “la lotta contro ogni forma di malvagità e di ingiustizia”, contro “ogni perversione dell’ordine morale”. Un impegno che da intimo diventa pubblico, quando il politico retto e giusto si batte per eliminare dal suo operato “la calunnia e la delazione segreta”, “l’arroganza e la superbia”, e si rifiuta di dialogare con chi - ha ricordato il Papa citando il salmo - “procede sempre con l’inganno e la menzogna”. Il salmo poi conclude con un versetto “particolarmente energico” che - ha notato Giovanni Paolo II - “potrebbe “creare imbarazzo al cristiano”: “Sterminerò ogni mattino tutti gli empi del paese, per estirpare dalla città del Signore quanti operano il male”. E’ chiaro, soggiunge, che questa frase “esprime in modo iperbolico” l’implacabile impegno di Dio “contro la criminalità, un impegno doveroso, condiviso da tutti coloro che hanno responsabilità nella gestione della cosa pubblica”. Evidentemente,  ha esclamato il Pontefice, questo compito di giustiziere non spetta ad ogni cittadino:

 

“Perciò se i singoli fedeli vogliono applicare a se stessi la frase del Salmo, lo debbono fare in senso analogico, decidendo cioè di estirpare ogni mattina dal proprio cuore e dalla propria condotta la mala pianta della corruzione e della violenza, della perversione e della malvagità, nonché ogni forma di egoismo e d’ingiustizia”.

 

(musica)

 

Al termine dei saluti nelle varie lingue, Giovanni Paolo II ha ricordato ai pellegrini l’importanza della giornata di domani: primo giorno del mese di maggio consacrato alla Madonna e giorno della festa di San Giuseppe lavoratore. A lui, il Papa ha affidato il mondo del lavoro. “Egli, che ha conosciuto la fatica del lavoro quotidiano - ha concluso - sia di esempio e di sostegno a quanti con la loro attività provvedono alle necessità della famiglia e dell’intera comunità umana”.

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PROVVISTE DI CHIESE IN ROMANIA, STATI UNITI, BRASILE E MESSICO

 

Il Papa ha nominato vescovo della diocesi di Satu Mare, in Romania, il sacerdote Jeno Schönberger, del clero locale, attualmente parroco a Sighetu Marmatiei. Il nuovo presule romeno, che ha 43 anni, è stato tra l’altro direttore spirituale e docente di Liturgia nel Seminario maggiore di Alba Iulia. E’ anche ispettore per le scuole cattoliche e coordinatore della preparazione al bicentenario della nascita della diocesi, che sarà celebrato nel2004.

 

Negli Stati Uniti, il Santo Padre ha nominato vescovo di Fall River il prelato 64enne mons. George William Coleman, attuale amministratore diocesano in seguito al trasferimento del vescovo mons. Sean Patrick O’Malley alla guida della diocesi di Palm Beach.

 

In Brasile, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Estancia, presentata dal vescovo mons. Hildebrando Mendes Costa, per limiti di età. Come nuovo vescovo di Estância, Giovanni Paolo II ha nominato il sacerdote 44enne Marco Eugênio Galrão Leite de Almeida, del clero dell’arcidiocesi di Aracaju, finora impegnato nel ministero di parroco.

 

In Messico, il Papa ha infine nominato ausiliare della diocesi di San Cristòbal de Las Casas il sacerdote Enrique Dìaz Dìaz, di 50 anni, attuale vicario  episcopale  dell’arcidiocesi di Morelia, elevandolo alla dignità vescovile.

 

 

LA SPAGNA IN ATTESA DELL’ARRIVO DEL SANTO PADRE IL 3 E 4 MAGGIO A MADRID,

PER L’INCONTRO CON I GIOVANI E PER LA PROCLAMAZIONE DI CINQUE NUOVI SANTI:

CON NOI MONS. RENATO BOCCARDO E L’AMBASCIATORE CARLOS ABELLA

- Servizio di Giancarlo La Vella -

 

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Il 99.mo viaggio apostolico internazionale porterà il Papa, il 3 e 4 maggio prossimi, in Spagna. E’ la quinta volta che Giovanni Paolo II si reca nel Paese iberico. Il Santo Padre torna a Madrid per una visita fortemente voluta dall’episcopato locale, durante la quale il Pontefice incontrerà prima i giovani, nella veglia di preghiera dal tema “Sarete miei testimoni” ispirata, nell’Anno del Rosario, alle meditazioni sulla preghiera mariana. Secondo momento liturgico di questo viaggio, la celebrazione eucaristica nella Plaza de Colon per l’iscrizione nell’albo dei Santi di cinque Beati spagnoli vissuti tra il XIX ed il XX secolo: Pedro Poveda Castroverde, sacerdote, martire, fondatore dell’Istituzione Teresiana; José Maria Rubio y Peralta, gesuita; Genoveva Torres Morales, vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore del Sacro Cuore di Gesù; Angela del la Cruz, vergine, fondatrice delle Sorelle della Compagnia della Croce; Maravillas de Jesus, vergine, carmelitana scalza. E sul ritorno del Papa in Spagna ascoltiamo quanto ha detto ai nostri microfoni mons. Renato Boccardo, organizzatore dei viaggi pontifici:

 

R. – Il Papa ha accettato volentieri di ritornare in questo Paese così ricco di tradizione cristiana e di fedeltà alla Chiesa, e così fecondo di Santi e di cristiani.

 

D. – C’è anche da segnalare, mons. Boccardo, l’incontro con i giovani, oltre alle cinque canonizzazioni …

 

R. – Sono i giovani della Spagna convocati a Madrid per questo momento di festa, di riflessione, di preghiera con il Successore di Pietro. L’incontro si svolgerà nella luce del Rosario, questa preghiera tradizionale, che però può essere nuova e moderna, nel farsi aiutare da Maria per guardare al volto di Gesù, in questo anno del Rosario, che il Papa ha affidato ai giovani. Alle giovani generazioni, dunque, il Papa affiderà ancora una volta questa preghiera meditativa per sottolineare la dimensione interiore della vita e per invitarli ad imparare da Maria ad essere discepoli del Signore.  Comunque, le due indicazioni di fondo che il Papa stesso ha rilevato nella sua lettera sul Rosario sono la preghiera per la pace e la preghiera per la famiglia, che sono di particolare attualità.

 

La Spagna che si appresta ad incontrare il Papa è un Paese fortemente mutato nel tessuto economico e sociale rispetto all’ultima visita di Giovanni Paolo II avvenuta nel 1993. Ce ne parla l’ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, Carlos Abella:

 

R. – Io penso che molti sono testimoni, e non solo gli spagnoli, ma molti europei e molte personalità, che in questi ultimi 13-14 anni la Spagna è cambiata moltissimo. Soprattutto negli ultimi 7-8 anni ha avuto una trasformazione economico-sociale, uno sviluppo progressivo. E questo si vede nella partecipazione del Paese non solo nell’Europa, ma anche in America Latina, nel mondo e nella sfera internazionale. Penso che questo sia un dato della modernità, dello sviluppo e dell’impulso della Spagna in questo momento. Questa è stata una sorpresa per tanti Paesi del mondo, perchè erano abituati al cliché del secolo scorso, ad una Spagna tradizionale, una Spagna stanca, ed hanno visto che in quest’ultimo decennio la Spagna ha fatto un salto enorme.

 

D. – Nel messaggio per la visita del Papa i vescovi spagnoli parlano di rischio di secolarizzazione, parlano di un processo quasi di scristianizzazione per la Spagna attuale. Secondo lei esiste veramente questo fenomeno? Ed è preoccupante per questo Paese dalle tradizioni cattoliche così forti?

 

R. – Il fenomeno esiste. Non esiste soltanto in Spagna, ma in tutta Europa e nel mondo. E’ vero che una nuova società, progressiva socialmente ed economicamente, a volte lascia il residuo tradizionale, ma io penso che si ritornerà ai valori che gli spagnoli hanno avuto sempre.

 

D. – Cinque nuovi esempi di fede per gli spagnoli, ma anche per i fedeli di tutto il mondo: sono questi cinque nuovi Santi …

 

R. – Penso che abbiamo sempre bisogno di loro. In un mondo così egoista, in cui tutti pensiamo prima a noi stessi, la solidarietà si fa quando c’è una grande promozione sociale per farla, altrimenti non si fa. Vedere che ci sono delle personalità che hanno dato la loro vita per la fede o per una causa a favore degli altri o per lo sviluppo sociale dei più poveri, è sempre un grande esempio che deve essere molto apprezzato.

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SULLE ORME DI SANTA TERESA DI GESU’ FONDO’ CARMELI IN TUTTA LA SPAGNA,

MARIA MARAVILLAS PIDAL CHE IL PAPA PROCLAMA SANTA

DOMENICA PROSSIMA A MADRID

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

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Si chiamava Maria Maravillas Pidal y Chico de Guzmán: era nata nel 1891. Il padre, all’epoca ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, fu ministro dell’Economia nazionale ed ebbe altri prestigiosi incarichi, per cui l’educazione di Maravillas fu molto accurata. Le grandi qualità naturali di cui era dotata, tra le quali risaltavano un’intelligenza chiara e profonda ed una volontà sempre orientata al bene, furono perfezionate dalla grazia alla quale rispose fedelmente.

 

Leggendo i testi di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della Croce, Maria Maravillas si convinse che il Carmelo fosse per eccellenza l’Ordine di Maria e si orientò verso questa vita, spinta dal suo amore per Cristo e desiderosa di imitarlo: da ciò la sua ansia di soffrire, riparare e dedicarsi totalmente a Lui per la salvezza delle anime. Nel 1919 entrò nel Monastero delle Carmelitane Scalze di El Escorial di Madrid. Conosciamo le sue lunghe veglie davanti al tabernacolo nei primi anni di vita religiosa. In quelle ore decise la fondazione di un Carmelo nel Cerro de Los Angeles (Madrid).

 

In poco tempo questa nuova fondazione si arricchì di vocazioni e Madre Maravillas vide in ciò un invito del Signore a moltiplicare las casas de la Virgen, come amava chiamare i Carmeli. Le sue fondazioni furono tutte quante solamente perchè Dio lo desiderava, per accontentarLo – ella diceva – e dargli anime nelle quali il Signore potesse trovare le sue delizie. Vennero gli anni della persecuzione religiosa in Spagna (1931-1939). Madre Maravillas, soffrendo profondamente per le offese a Dio, trascorreva le notti in lunghe ore di veglia. Nel 1936 scoppiò la guerra civile, le Carmelitane del Cerro furono espulse dal loro convento e condotte a Madrid.

 

La storia della comunità in questi mesi suscita un vero stupore: il modo di vivere fino all’eroismo, l’osservanza del Carmelo; la confessione convinta della fede davanti ai nemici; la condizione precaria delle Carmelitane. Furono 14 mesi di sacrifici e privazioni indicibili, di perquisizioni e di minacce. Ma non poterono ottenere il martirio, come tutte ardentemente desideravano.

 

Il 4 marzo 1939 la nostra Santa con un gruppo di monache tornò a recuperare il Convento del Cerro completamente distrutto. Con enorme fatica restaurò la vita comune nel giugno dello stesso anno e, a partire da allora, in pochi anni le sue fondazioni di monasteri, chiamati palomares, si moltiplicarono. In quest’opera straordinaria Madre Maravillas brillò in modo particolare per le virtù della carità, prudenza, confidenza illimitata nella Divina Provvidenza, sacrificio e abnegazione.

 

Dal 28 giugno 1926 per ben 48 anni le sue monache la elessero priora nelle diverse fondazioni: il suo tratto principale fu la fedeltà all’ideale teresiano, punto di riferimento di tutta la sua vita. Il suo incarico di priora fu impregnato di fermezza, prudenza, bontà e dolcezza. Amò le sue figlie con amore di madre e queste, a loro volta, l’amarono profondamente; per questo veniva obbedita senza che avesse comandato, tale era il suo equilibrio, la sua serenità, la sua carità e la sua delicatezza verso tutte. Morì l’11 dicembre 1974 a 83 anni nel Carmelo di La Aldehuela, circondata dalle sue figlie, dopo aver ripetuto più volte: che felicità morire Carmelitana.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con il titolo "All'inizio del mese di maggio Giovanni Paolo II affida il mondo del lavoro alla Madonna e a san Giuseppe": in Piazza San Pietro, il festoso ed orante incontro del Papa con i pellegrini del mondo.

Sempre in prima, l'attentato suicida palestinese a Tel Aviv, che ha provocato la morte di tre civili israeliani; nel frattempo, votata la fiducia al nuovo governo palestinese.

 

Nelle vaticane, la catechesi e la cronaca dell'udienza generale.

Una Dichiarazione dei patriarchi e dei vescovi dell'Iraq.

Una pagina dedicata all'Anno del Rosario nelle diocesi italiane. 

Un articolo di Gaetano Vallini dal titolo "Un'Azione Cattolica che sappia proporre una vita cristiana semplice, essenziale, forte": il punto sul rinnovamento associativo in un libro-intervista alla presidente nazionale Paola Bignardi.  

 

Nelle pagine estere, Iraq: il Pam annuncia che nel Nord sono stati raggiunti livelli di sicurezza alimentari per i civili; il segretario generale delle Nazioni Unite auspica un "ruolo effettivo" per l'Onu nel processo politico in corso.

Penisola Coreana: riguardo al nucleare, Pyongyang e Seoul s'impegnano a trovare una soluzione pacifica.

 

Nella pagina culturale, l'intervista di Franco Lanza a Bruno Bottai. Il titolo è "Un diplomatico al servizio della cultura italiana nel mondo".

 

Nelle pagine italiane, in primo piano le sentenze di primo grado al processo, a Milano, Imi-Sir e Lodo Mondadori; le reazioni politiche.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

30 aprile 2003

 

 

DAI TUTSI AGLI HUTU, IL BURUNDI CAMBIA PRESIDENTE:

UN PASSO IMPORTANTE NEL CAMMINO VERSO LA PACE

- Con noi, padre Claudio Marano -

 

È un giorno importante per il Burundi, funestato da una guerra civile che ha provocato 300 mila morti. A Bujumbura è infatti avvenuto questa mattina il passaggio di consegna tra le due etnie: l’hutu Dominique Ndayizeye è succeduto al tutsi Pierre Buyoya, divenendo così il nuovo presidente della Repubblica. Un avvicendamento previsto dagli accordi di pace firmati nel 2000 ad Arusha, in Tanzania, in base ai quali il nuovo capo dello Stato resterà in carica per un anno e mezzo. Sull’importanza di questo evento, Andrea Sarubbi ha intervistato padre Claudio Marano, missionario saveriano da anni in Burundi:

 

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R. – È la seconda volta che in Burundi c’è un passaggio di questo livello. La prima è stata al momento della democrazia, nel 1993. È un passo che, assieme al cessate-il-fuoco – che continua con l’intervento nel Paese di alcuni militari provenienti da Sudafrica, Etiopia e Mozambico – fa compiere al Paese un passo significativo verso la pace. Occorre però ricordare che il Burundi esce da dieci anni di guerra, in cui sono stati numerosi gli accordi firmati, ma pochi quelli messi davvero in pratica.

 

D. – Dalla gente come viene vista questa strana alternanza a livello politico?

 

R. – L’alternanza viene giudicata da tutti un passo positivo. I tutsi hanno eletto un vicepresidente, quindi per i prossimi 18 mesi avremo un presidente hutu con un vice tutsi. Da parte sua, Pierre Buyoya, il capo di Stato uscente, ha annunciato di volersi presentare alle elezioni democratiche in programma alla fine di questo mandato, tra un anno e mezzo. Quindi, davanti a noi abbiamo una prospettiva abbastanza rosea. Resta comunque il fatto che i combattimenti nel Paese continuano, e non mancano le vittime: il grosso problema è proprio quello dell’attuazione del cessate-il-fuoco.

 

D. – Che cosa rimane nel Paese di questa guerra che ha causato 300 mila morti?

 

R. – Della guerra in Burundi rimane tutto. Rimane il blocco completo a livello economico, rimane la grossa tensione tra le due etnie – o tra quello che resta di loro a livello di estremismo – rimane un Paese completamente senza bussola, senza capi capaci di fargli affrontare il quotidiano. Il Burundi è un Paese un po’ strano, in cui – nonostante la guerra tutto continua a funzionare. Però nei cuori delle persone rimangono ancora grandi rivendicazioni.

 

D. – In base alla sua esperienza di missionario, crede che sia veramente possibile parlare di riconciliazione tra hutu e tutsi?

 

R. – Senz’altro. Noi abbiamo avviato un progetto in cui da dieci anni i giovani hutu e tutsi continuano a vivere insieme. Lavoriamo in sei quartieri della città dove hutu e tutsi convivono, partecipando alle stesse associazioni ed alle stesse attività. Per noi missionari, che viviamo in mezzo alla gente, è davvero una cosa insulsa continuare a discutere su hutu e tutsi. Bisognerebbe invece discutere sulla giustizia, sull’impunità, sui diritti dell’uomo.

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MARIA PORTA DEL PARADISO, COLEI CHE SI INTRODUCE ALL’INCONTRO CON IL FIGLIO.

COSI’ IL CARDINALE ANGELO SODANO AL CONVEGNO MARIANO

 PROMOSSO DAI  FOCOLARI A CASTELGANDOLFO.

QUESTA MATTINA GLI INTERVENTI SULLA FIGURA DI MARIA

DI APPARTENENTI A VARIE CHIESE

- Servizio di Carla Cotignoli -

 

“Maria porta del Paradiso”. Una “visione del cielo che getta un fascio potente sulla nostra esistenza”. Sono parole del cardinale segretario di Stato Angelo Sodano all’omelia della Messa celebrata oggi a mezzogiorno al Centro Mariapoli di Castelgandolfo, dove sta per concludersi il Congresso Mariano Internazionale, promosso dal Movimento dei Focolari Focolari, in questo Anno del Rosario indetto dal Papa. Questa mattina gli interventi sulla figura di Maria di appartenenti a varie Chiese. Il servizio di Carla Cotignoli.

 

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Commentando la pagina evangelica delle ”dieci vergini che si preparano ad andare incontro allo sposo” della liturgia odierna, il cardinale Angelo Sodano ha ricordato che “è vero che il paragone della porta si addice in primo luogo a Cristo, attraverso il quale accediamo al Padre. Ma l’immagine nel corso dei secoli è stata poi applicata anche a Maria che ci introduce all’incontro con suo Figlio Gesù”. “Ovviamente – ha sottolineato – la visione del cielo non deve distoglierci dai nostri impegni quotidiani”. Ed ha ricordato la parabola dei talenti. Sarà “nel compimento della volontà di Dio nei doveri quotidiani” che il cristiano è così “pronto in ogni momento ad andare incontro al Signore”.

 

Nella mattinata – è questa una delle novità del  Congresso che vede riunite da tre giorni oltre 1500 persone da 70 Paesi – avevano parlato della figura di Maria appartenenti alla Chiese evangelica tedesca, riformata Svizzera, anglicana, romeno ortodossa e copta ortodossa. E’ il teologo riformato Stefan Tobler che parla della sorpresa suscitata dalla lettura della lettera del Papa sul rosario: “”Se i cattolici pregano il rosario in questa forma tutta cristocentrica, come la propone la lettera di Giovanni Paolo II e se noi evangelici siamo pronti a mettere in discussione certi pregiudizi secolari, - aveva detto -  chissà se non siamo più vicini gli uni agli altri di quello che pensiamo?”.

 

E’ con un’esperienza personale profonda che il ministro anglicano Callan Slipper parla di Maria: “Vivendo il Vangelo trovo in me a poco a poco una trasformazione, divento più aperto agli altri, ascolto di più la voce interiore, cerco di fare la volontà di Dio. Tutto ciò crea la condizione per cui trovo in me un’altra presenza, cioè Dio”. “Allora scopro di essere più simile a lei”. “C’è una specie di cerchio - dice – Gesù mi dà la vita del Vangelo e questo mi fa scoprire Maria. Maria poi mi fa vivere più intensamente la vita del Vangelo e questo mi porta a Gesù”.

 

Oggi pomeriggio altro elemento di novità: sarà una studiosa iraniana musulmana a parlare di Maria. Nel Corano il suo nome si trova ben 34 volte. E con la voce di un’artista ebrea sarà cantato un inno al Padre nella lingua della madre, l’aramaico. Si concluderà così con l’apertura al dialogo con le altre religioni questo intenso evento mariano che ha diffuso il suo messaggio nel mondo via satellite e via internet.

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CHIESA E SOCIETA’

30 aprile 2003

 

 

LA CARITAS INTERNAZIONALE CONTINUA IN IRAQ LA SUA AZIONE DI AIUTO

PER LA POPOLAZIONE COLPITA DALLA GUERRA. MOLTE PERSONE RITORNANO

ALLE LORO CASE DAI CENTRI DI ASSISTENZA E RICEVONO CURE SANITARIE PRIMARIE E CIBO.

APERTI ANCHE DEI CORSI SCOLASTICI PER I RAGAZZI

 

BAGHDAD. = Dopo la fine del conflitto in Iraq, la Caritas internazionale provvede a riorganizzare le sue attività umanitarie. Durante lo scorso fine settimana i responsabili della missione nel Paese asiatico hanno incontrato i vescovi ed i direttori dei centri di aiuto locali. Gli iracheni che hanno abbandonato il Paese cominciano a ritornare alle loro abitazioni e i centri della Caritas, non solo in Iraq, sono affollati di persone in cerca di assistenza. A Damasco è continua la richiesta di aiuto economico per poter intraprendere il viaggio di ritorno. In Iraq invece è particolarmente difficile la condizione delle famiglie: la gente è stanca e depressa, il denaro è quasi finito, molti padri di famiglia non possono più pagare l’affitto, non trovano lavoro e hanno problemi di salute. Urge un intervento destinato alla fornitura di cure sanitarie primarie: gli ospedali del Paese non possono garantire i servizi adeguati. Squadre sanitarie mobili inoltre già vanno nei villaggi dove vivono gli sfollati per garantire le cure necessarie. In questo periodo continuerà la distribuzione di cibo, kerosene ed altri beni di prima necessità alle famiglie. Per rimediare alla chiusura delle scuole la Caritas ha aperto dei corsi scolastici: nei centri di aiuto di Qamishli ed Hassake 52 ragazzi hanno potuto ritornare a studiare. A Baghdad è atteso per domani un grosso convoglio di cibo e soprattutto medicine proveniente da Damasco. Le riunioni della scorsa settimana hanno inoltre tracciato un bilancio dell’azione dell’organismo durante la guerra. La Caritas ha operato attraverso 13 centri di assistenza in comprensibili condizioni di rischio. Soccorso dei feriti, offerta di riparo e rifugio per i civili, cure sanitarie e distribuzioni di vestiario e cibo sono stati gli interventi più importanti. (M.A)

 

 

ESPONENTI CATTOLICI E MUSULMANI IRLANDESI CONCORDI NEL RIFIUTARE LA GUERRA COME SOLUZIONE DEI CONFLITTI.

DURANTE UN INCONTRO A DUBLINO HANNO INVITATO LE COMUNITÀ RELIGIOSE IRLANDESI A PREGARE IN FAVORE DELLA PACE

 

DUBLINO. = In questo tempo nel quale in molte parti del mondo le religioni sono strumentalizzate per dividere le nazioni, un nuovo appello in favore della pace proviene dai leader cristiani ed islamici. Nei giorni scorsi si è svolto a Dublino un incontro fra l’arcivescovo della città, il cardinale Desmond Connell, ed alcuni rappresentanti della comunità islamica, tra i quali il segretario della sezione irlandese del Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca, lo sceicco Hussein Halawa, ed il direttore del Centro culturale islamico di Dublino, Nooh Al Kaddo. Concorde è stato il dolore espresso per i morti e le distruzioni causate dalla guerra in Iraq e comune è stato l’invito alle due comunità religiose a pregare affinché “Dio nella sua misericordia conceda a tutti i popoli di crescere e vivere in pace”. I leader religiosi hanno affermato l’urgenza di risolvere i conflitti pacificamente secondo le indicazioni delle Nazioni Unite. A questo riguardo è stato annunciato che a breve sempre a Dublino, sarà organizzato un altro incontro a cui saranno invitati anche agli altri leader religiosi presenti in Irlanda. (M.A.)

 

 

PER DARE DIGNITÀ E PROTEZIONE AI BAMBINI È NECESSARIO UN CONTESTO

CHE LI ACCETTA E LI AMA SIN DAL LORO CONCEPIMENTO.

L’INVITO E’ DELL’ARCIVESCOVO DI CITTA DEL MESSICO IN OCCASIONE

DELLA GIORNATA NAZIONALE DEL BAMBINO

 

CITTÀ DEL MESSICO. = In occasione della “Giornata del bambino”, svoltasi domenica scorsa in Messico, il cardinale arcivescovo di Città del Messico, Norberto Rivera Carrera, ha dichiarato che le istituzioni preposte alla cura dei bambini non sono sufficienti se non si cambia la mentalità del mondo attuale che non privilegia l’infanzia. Il porporato ha lamentato la perdita da parte dell’uomo della dimensione religiosa e umana nell’avvicinarsi al mondo degli studi e della scienza. “Bisogna cambiare la mentalità contraria alla vita che si sta diffondendo – ha dichiarato - e bisogna proclamare con amore e coraggio che ogni bambino dal suo concepimento è una persona nuova, singola, unica ed irripetibile e che, non solamente i genitori, ma anche l’intera società deve non solo rispettarlo ma anche amarlo e proteggerlo”. Il cardinale Rivera ha ricordato in particolare i bambini, che vivono per strada, che soffrono a causa della povertà, della disgregazione delle loro famiglie, e perché non accettati e amati. (M.A.)

 

 

NELL’ATTESA DELLA VENTILATA VISITA ESTIVA DI GIOVANNI PAOLO II,

I CATTOLICI DELLA MONGOLIA DIFFONDONO IL MESSAGGIO DI CRISTO NEL PAESE.

40 PERSONE HANNO RICEVUTO IL BATTESIMO DURANTE LA VEGLIA PAQUALE

 

ULAANBAATAR. = Seppur piccola, la giovane Chiesa cattolica della Mongolia dimostra in questi mesi grande vitalità, anche in prospettiva della visita del Santo Padre prevista ad agosto. E’ stata una grande gioia per tutta la comunità il battesimo di 40 persone avvenuto durante l’ultima veglia pasquale. In Mongolia i cattolici sono ora 177. I bambini erano tre, mentre 37 erano i giovani tra i 15 e 30 anni. Questi ultimi precedentemente avevano seguito un corso biennale di catechesi. Il programma di preparazione al battesimo è stato chiamato “Scuola della carità” e prevedeva non solo la formazione biblica, liturgica e dogmatica, ma anche il lavoro sociale a servizio della Chiesa locale. Alla veglia hanno partecipato anche molti non cattolici che desiderano avvicinarsi alla fede. Nel mese di marzo, invece, si era svolto il primo ritiro spirituale per adulti nella storia della Mongolia. I partecipanti erano 58, tra i quali solo 8 erano battezzati. Si trattava di parenti ed amici di cattolici, e di uomini e donne che hanno ricevuto aiuti materiali dalla Chiesa, molto impegnata in Mongolia nell’assistenza sociale. Durante l’Eucaristia che ha aperto il ritiro, il prefetto apostolico di Ulaanbaatar, mons. Wencesalo Padilla, ha spiegato con semplicità e chiarezza tutti gesti e i riti della celebrazione, per meglio far comprendere all’assemblea l’importanza della liturgia. Dall’incontro è emersa la difficoltà dei fedeli di confessare apertamente la propria fede cattolica in un paese dove la maggioranza della popolazione è atea o buddista. Spesso i cristiani si sentono emarginati in famiglia e in generale nella società sono visti con diffidenza. Recentemente però proprio ad Ulaanbaatar è stata inaugurata la parrocchia del “Buon pastore”, che si aggiunge alle altra due parrocchie presenti nel Paese asiatico. Tutte e tre si trovano nella capitale. (M.A)

 

 

DALLA REPUBBLICA CECA AL VIETNAM DEL NORD, UNA LETTERA PER CHIEDERE

LA SCARCERAZIONE DI UN SACERDOTE CATTOLICO E DI DUE ESPONENTI

BUDDISTI LOCALI. AD INVIARLA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSTIZIA

E PACE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DELLA REPUBBLICA CECA,

MONS. VÀCLAV MALY

 

PRAGA. = Una lettera per chiedere il rilascio di due noti esponenti buddisti vietnamiti, Thich Huyen Quang e Thich Quang Do è stata inviata dal presidente del Consiglio giustizia e pace della Conferenza episcopale della Repubblica Ceca, mons. Vàclav Maly, al presidente della Repubblica socialista vietnamita, Tran Duc Luong. Lo riferisce oggi l’agenzia  della Conferenza episcopale italiana, Sir (Servizio informazione religiosa). “Questi leader coraggiosi - si legge nella lettera - che hanno speso la loro vita negli ultimi 25 anni per difendere i diritti umani e la libertà religiosa sono stati imprigionati, isolati, rilasciati e poi di nuovo arrestati”. Il testo riferisce inoltre delle cattive condizioni di salute in cui verserebbero i due buddisti. Nella lettera mons. Maly richiede anche la liberazione del sacerdote cattolico, padre Nguyen Van Ly, condannato nel 2001 a 15 anni di prigione per aver criticato lo stato della libertà religiosa in Vietnam. (M.A.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

30 aprile 2003

 

 

- A cura di Barbara Castelli e Stefano Cavallo -

 

In primo piano il Medio Oriente. L’Autorità nazionale palestinese ha ufficialmente un suo governo, che ha prestato giuramento stamani a Ramallah, in Cisgiordania, di fronte al presidente Yasser Arafat. Ieri, il Consiglio legislativo ha votato la fiducia all’esecutivo guidato da Mahmoud Abbas, noto come Abu Mazen, destinato ad affiancare Arafat nella leadership palestinese. “Rigettiamo il terrorismo”, aveva detto il nuovo premier nel suo discorso di insediamento, promettendo anche il ritorno dei profughi in patria e la formazione di un nuovo Stato, con capitale Gerusalemme. Ma proprio il terrorismo nella notte è tornato a colpire; mentre oggi un uomo e una donna palestinesi hanno perso la vita a Rafah, sotto il fuoco dei soldati israeliani. Per la cronaca, il servizio di Graziano Motta.

 

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Erano trascorse poche ore appena dal discorso programmatico di Abu Mazen, dinanzi al Consiglio legislativo palestinese - aveva indicato fra gli obiettivi prioritari del suo governo la lotta al terrorismo, il ripristino della legalità, il disarmo dei gruppi combattenti - che sul lungomare di Tel Aviv veniva sparso altro sangue innocente di israeliani, nel giorno in cui il mondo ebraico ha commemorato l’Olocausto nei campi di sterminio nazista. Un attentatore suicida palestinese, proveniente da Tulkarem, si è fatto saltare in aria dinanzi ad un bar affollato. Oltre alla sua, ha provocato la morte di 3 israeliani e il ferimento di 55 altri. Significativa la rivendicazione congiunta delle Brigate Al Aqsa, emanazione di Al Fatah, il partito di Arafat e dello stesso Abu Mazen, e di Hamas, segno di una convergenza nel rifiutare e nell’ostacolare il piano di pace americano, di cui è imminente la pubblicazione e la ripresa del negoziato. E poi un altro attentato è stato sventato nella notte, in Cisgiordania: uccisi due palestinesi.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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Hamas e la Jihad Islamica, 2 dei principali movimenti integralisti palestinesi, hanno ribadito oggi che non sono affatto intenzionati a deporre le armi, come chiesto dal nuovo primo ministro dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen. L’attentato della scorsa notte a Tel Aviv, ha sottolineato un portavoce del movimento integralista islamico Hamas, è un “messaggio” al nuovo governo dell’Anp; mentre Sheikh Ahmed Yassin, fondatore del movimento, ha accusato gli Stati Uniti di asservirsi alla volontà di Israele.

 

La situazione resta drammatica anche in Iraq, dove stamani è arrivato il segretario alla difesa americano, Donald Rumsfeld, e dove le ultime ore sono state segnate dal ripetersi di episodi di violenza. 3 morti e 8 feriti: è il bilancio dell’ultimo scontro avvenuto questa mattina Falluja, vicino Baghdad, tra un gruppo di manifestanti e soldati americani. Appena ieri nella stessa cittadina e in circostanze analoghe i militari statunitensi avevano ucciso 13 civili. Paolo Mastrolilli.

 

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Questo è solo l’ultimo di una serie di incidenti, avvenuti da quando le operazioni militari principali sono finite, a conferma delle difficoltà esistenti per garantire la stabilità del Paese. Ieri, comunque, le forze di Washington hanno catturato altri due leader del vecchio regime, e cioè l’ex governatore di Bassora, Walid Hamid Tawfiq al-Tikriti, e l’ex ministro del petrolio, Amer Rashid Mohammed. Il suo arresto è significativo anche perché è il marito di Rihab Taha, che era la responsabile del programma per le armi biologiche. La donna, però, è ancora latitante e, secondo alcune voci, si era rifugiata in Siria. Un giornale arabo di Londra poi ha detto di aver ricevuto un messaggio di Saddam Hussein che incita gli iracheni alla resistenza contro gli occupanti americani. Il Pentagono, comunque, ha confermato che la caduta del Rais porterà ad una ristrutturazione della presenza militare nella regione. La maggior parte delle truppe stazionate in Arabia Saudita, che venivano usate da Osama Bin Laden come giustificazione dei suoi attacchi, verranno ritirate e forse saranno aperte nuove basi in Iraq.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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I principali leader dell’opposizione irachena si sono riuniti oggi a Baghdad per un esame dei risultati del vertice convocato dall’amministratore civile americano Jay Garner per discutere del dopo Saddam. Lo ha reso noto la Tv satellitare del Golfo, Al Jazira, senza specificare i partecipanti all’incontro.

 

Domitien Ndayizeze, esponente hutu, è salito oggi alla massima carica della Repubblica del Burundi, sostituendo il tutsi Pierre Buyoya. In base agli accordi di Arusha, in Tanzania, del 2000, alla guida del governo si alternano un hutu ed un tutsi. Il neo-presidente Ndayizeze ricoprirà l’incarico di Capo di Stato per 18 mesi, affiancato da Alphonse Marie Kadege, esponente politico scelto dai tutsi.

 

Il presidente del Kenya, Mwai Kibaki, ha aperto ufficialmente stamani a Nairobi la Conferenza Nazionale Costituzionale, convocata per stilare una nuova Costituzione. “Questo incontro è il frutto di un lungo cammino compiuto del popolo keniano - ha dichiarato Kibaki - un cammino teso alla riconquista della giustizia e dei diritti umani”.

 

L’epidemia della polmonite atipica continua ad espandersi, anche fuori dai confini dell’Asia. Ieri a Pretoria, capitale sudafricana, è morto il primo malato del continente nero; mentre ad Hong Kong sono morte altre 7 persone e a Taiwan 2. In Italia, dove si registrano finora 9 casi di contagio, sono entrate in vigore all’aeroporto di Fiumicino le nuove misure sanitarie predisposte dal Commissario Straordinario, Guido Bertolaso, per i passeggeri provenienti dalle zone a rischio Sars. A Pechino gli ospedali sono ormai al collasso.

 

Trasferiamoci in Italia. Dopo 3 anni di processo e 96 udienze complessive, nella tarda serata di ieri è giunta la sentenza del Tribunale di Milano sulle vicende Imi-Sir e Lodo Mondatori. Il parlamentare di Forza Italia Cesare Previti è stato condannato ad 11 anni di reclusione ed interdetto perpetuamente dai pubblici uffici. Condannati anche altri 6 imputati. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Imi Sir e Lodo Mondadori sono due vicende giudiziarie, risalenti agli anni Ottanta, di presunta corruzione di giudici da parte di avvocati, in un caso per aggiustare l’avvertenza tra l’Imi, istituto immobiliare italiano, e la società Sir degli eredi del petroliere Rovelli, che alla fine ne uscì vincente. L’altro caso riguarda la conquista della casa editrice Mondadori, all’epoca contesa da due imprenditori, De Benedetti e Berlusconi, con la vittoria di quest’ultimo. L’anno scorso i due procedimenti sono stati unificati. Cesare Previti, avvocato, parlamentare di Forza Italia, nel ’94 ministro della Difesa del primo governo Berlusconi, parla di persecuzione giudiziaria; e il premier Berlusconi, imputato insieme a Previti in un altro processo, quello Sme-Ariosto, punta il dito contro la politicizzazione delle toghe. Sullo sfondo, ma non troppo, il braccio di ferro tra maggioranza da una parte, opposizione politica e magistratura dall’altra, sulla riforma della giustizia progettata dal centro-destra.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

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In Qatar si è votato oggi per la Costituzione, approvata dall’elettorato con il 96 per cento dei sì. Lo Stato del Golfo avrà, quindi, un piccolo parlamento di 45 membri: 30 di questi saranno eletti a suffragio universale, mentre 15 verranno nominati dall’emiro Hamad Al-Thani, che fin’ora ha esercitato il potere. La carta costituzionale prevede, sul modello occidentale, la separazione fra i poteri legislativo, giudiziario ed esecutivo, che resta, comunque, nelle mani dell’emiro.

 

Trasferiamoci in Argentina, dove si aggrava di ora in ora la situazione nella città di Santa Fe, invasa dalle acque del Rio Salado, straripato dopo giorni di intense piogge. 4 i morti finora, mentre gli evacuati sono ormai oltre 60 mila. Quasi tutta la città è rimasta senza energia elettrica, mentre in periferia l’acqua ha ormai raggiunto dai due ai tre metri di altezza.

 

La Commissione del Consiglio d’Europa per i diritti umani ha richiesto oggi agli Stati Uniti che lo stato dei detenuti di Guantanamo “sia esaminato caso per caso da un tribunale competente”, e che “siano liberati immediatamente tutti i non-combattenti” che non sono accusabili di atti criminali.

 

 

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