RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 119 - Testo della Trasmissione di martedì 29 aprile 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L’ascolto attento della Parola di Dio di fronte ai tentativi di slegare la rivelazione divina dalle proposte di vita più impegnative, è la via indicata dal Papa nel discorso alla Pontificia Commissione Biblica: con noi, il segretario padre Klemens Stock.

 

La necessità del discernimento per vivere l’originalità del proprio carisma secondo le esigenze del mondo attuale, nel Messaggio del Pontefice al Capitolo generale dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi riunito ad Avila.

 

Suor Angela di Siviglia, gloria della terra Andalusa, che si fece povera con i poveri, tra i nuovi santi che saranno proclamati da Giovanni Paolo II domenica prossima a Madrid.
 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il difficile futuro dell’Iraq, tra sofferenze e speranze, in una nota del nostro direttore generale padre Pasquale Borgomeo.

 

In corso da ieri a Castel Gandolfo il Congresso Mariano Internazionale promosso dal Movimento dei Focolari: intervista con Chiara Lubich.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Riunito a Ginevra il Comitato dell’Onu contro la tortura.

 

No alla guerra, sì alla ricerca per lo sviluppo e la pace: è il messaggio della Cei per la prossima Giornata dell’Università Cattolica

 

Misure contro il dilagare dell’epidemia di polmonite atipica nelle Filippine.

 

Sale a 12 milioni e mezzo il numero delle persone in Etiopia che soffrono la fame.

 

Il prossimo 25 maggio si apre ad Assisi il 185.mo Capitolo dei Frati Minori.

 

L’Istituto universitario di studi mediterranei di Siracusa ricorda oggi Giovanni Palatucci, questore di Fiume durante la seconda Guerra Mondiale, morto a Dachau per aver aiutato migliaia di ebrei a scampare alle persecuzioni.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuovo scontro in Iraq tra truppe Usa e popolazione civile: 15 morti.

 

Presto un piano in sei punti redatto dai paesi asiatici per contrastare il diffondersi della Sars.

 

Proposta di Pyongyang a Washington: stop al riarmo nucleare in cambio del riconoscimento politico nord coreano da parte statunitense.

 

Nuove violenze in Kashmir: 17 morti  in scontri tra indiani e musulmani.

 

Attesa in Medio Oriente per la fiducia al nuovo governo palestinese di Mahmud Abbas.

 

Morto il generale croato Bobekto, responsabile dell’esecuzione di più di cento serbi.

 

La Libia si assume la responsabilità civile nell’attentato di Lockerbie.

                                        

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 aprile 2003

 

 

ASCOLTARE ATTENTAMENTE LA PAROLA DIVINA DI FRONTE AI TENTATIVI DI SLEGARE

 LA RIVELAZIONE BIBLICA DALLE PROPOSTE DI VITA PIU’ IMPEGNATIVE:

COSI’, IL PAPA NEL DISCORSO AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA,

CHE COMPIE 100 ANNI DI VITA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

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Cento anni al servizio della causa della Parola di Dio per il bene della Chiesa. Con parole di sentita gratitudine, Giovanni Paolo II ha ricevuto stamani i membri della Pontificia Commissione Biblica, guidati dal cardinale Joseph Ratzinger, in occasione del centenario della nascita dell’importante organismo. Il Papa ha quindi voluto tratteggiare i meriti della Commissione, riunita in questi giorni nella annuale sessione romana di lavoro:

 

“Essa ha camminato con i tempi, condividendone disagi e ansie, preoccupandosi di individuare nel messaggio della Rivelazione la risposta che Dio offre ai gravi problemi che di epoca in epoca turbano l’umanità”.

 

Il Pontefice si è poi soffermato sull’oggetto attuale della ricerca degli studiosi della Commissione, “Bibbia e morale”, e in tale contesto ha messo l’accento su “una situazione che ha del paradossale”:

 

“L'uomo di oggi, deluso da tante risposte insoddisfacenti alle fondamentali domande del vivere, sembra aprirsi alla voce che proviene dalla Trascendenza e si esprime nel messaggio biblico. Contemporaneamente però egli mostra sempre più insofferenza alle richieste di comportamenti in armonia con i valori che da sempre la Chiesa presenta come fondati nel Vangelo”.

 

Si assiste allora “ai più vari tentativi di slegare la rivelazione biblica dalle proposte di vita più impegnative”. Di fronte a tale situazione, ha avvertito, “l’ascolto attento della Parola di Dio ha risposte da dare, che trovano la loro espressione piena nell’insegnamento di Cristo”.     

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Al termine dell’udienza Giovanni Peduto ha avvicinato il segretario della Pontificia Commissione Biblica, padre Klemens Stock:

 

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R. – La Commissione venne fondata da Papa Leone XIII e il primo scopo era quello di dare un nuovo slancio agli studi biblici nella Chiesa cattolica e garantire la fede, affinché l’ispirazione e la verità della Bibbia venisse ben conservata.

 

D. – Padre, di questi cento anni, potrebbe fare un bilancio: cosa ha fatto e quale contributo ha dato la Pontificia Commissione Biblica?

 

R. – Possiamo distinguere tre fasi dell’attività della Pontificia Commissione Biblica. In una prima fase la Commissione partecipava alla difesa delle verità della fede nella crisi modernista. In una seconda fase partecipava a questa apertura, della quale è caratteristica l’enciclica di Papa Pio XII “Divino afflante Spiritu”. Dopo il Concilio Vaticano II Papa Paolo VI dava una nuova impostazione alla Commissione: non era più una Commissione di cardinali, ma di scienziati biblici; non più un organo del Magistero, ma un corpo consultivo.

 

D. – Padre, in questi giorni state dibattendo il tema “Bibbia e morale”. Vuole spiegarcelo?

 

R. – Abbiamo scelto questo tema e siamo ancora in una fase probativa, di introduzione. Finora abbiamo i diversi contributi dei membri della Commissione e cerchiamo di elaborare un testo comune che manifesti l’importanza della Bibbia per la morale, per la vita cristiana all’interno della Chiesa.

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L’IMPORTANZA DEL DISCERNIMENTO PER VIVERE L’ORIGINALITÀ DEL PROPRIO CARISMA SECONDO LE ESIGENZE DEL MONDO ATTUALE.

GUARDA AL FUTURO IL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE DEI CARMELITANI SCALZI,

RIUNITO AD AVILA DAL 28 APRILE AL 18 MAGGIO

- A cura di Matteo Ambu -

 

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L’Ordine dei Carmelitani Scalzi deve preservare il suo originale carisma e approfondirlo e svilupparlo alla luce dello Spirito Santo per rispondere adeguatamente alle esigenze mutevoli di ogni momento storico. E’ questa l’esortazione che Giovanni Paolo II rivolge al capitolo generale dell’antico ordine religioso riunito da ieri sino al prossimo 18 maggio ad Avila, in Spagna.

 

Nel messaggio indirizzato al preposito generale, padre Camilo Maccise, il Santo Padre invita a prendere come punto di partenza per l’azione i frutti già maturi dell’Ordine: “Non solamente – scrive il Papa – avete una storia gloriosa da ricordare e raccontare, ma anche una grande storia da costruire”. Ed è proprio volgendo lo sguardo al futuro che Giovani Paolo II ricorda il permanente dovere di scrutare a fondo i segni dei tempi ed interpretarli alla luce del Vangelo. Per spiegare questo passaggio centrale del messaggio il Papa cita Gesù. Egli visse trent’anni a Nazaret in silenzio. Cominciò il suo ministero pubblico con i quaranta giorni del deserto; prese le distanze dai suoi compaesani, che pretendevano di essere privilegiati nei suoi prodigi; abbandonava le folle che lo cercavano per ritirarsi in solitudine a pregare sui monti. “Alle inquietudini dell’umanità – nota il Papa – rispose tanto con accondiscendenza come con il rifiuto, però in tutti i casi con la fermezza propria del segno di contraddizione”.

 

“Anche voi - continua il Santo Padre - dovete stare attenti al discernimento e preparati per rispondere alle aspettative del momento attuale, talvolta scendendo dal monte verso le strade del mondo, altre volte tornando alla solitudine per vegliare con il Signore in luoghi appartati”. Giovanni Paolo II ricorda quindi i santi frutto della famiglia religiosa carmelitana, in particolare San Giovanni della Croce e Santa Teresa di Gesù, esempi di affidamento totale a Dio.

 

“Aspirare alla santità - esorta il Papa -: questo è in sintesi il programma di tutta la vita consacrata; un cammino che esige di abbandonare tutto per seguire Cristo e partecipare pienamente al suo mistero pasquale”. Per Giovanni Paolo II è proprio questa “qualità spirituale della vita consacrata” ad esercitare un impatto nei confronti delle persone del mondo contemporaneo, assetate di valori assoluti e di testimoni autentici di Cristo.

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ALTRA UDIENZA DI OGGI E PROVVISTA DI CHIESA IN ARGENTINA

 

In fine mattinata, il Papa ha ricevuto il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’arcidiocesi di Paranà, in Argentina, presentata dall’arcivescovo mons. Estanislao Esteban Karlic, per raggiunti limiti di età. Il Pontefice ha quindi nominato arcivescovo metropolita di Paranà il presule mons. Mario Luis Bautista Mauliòn, finora vescovo di San Nicolàs de los Arroyos. Mons. Mauliòn, che ha 68 anni, è attualmente presidente della Commissione episcopale argentina per i mezzi di comunicazione sociale. E’ anche stato, per due periodi, presidente della Commissione per l’educazione cattolica.

 

 

SUOR ANGELA DI SIVIGLIA, GLORIA DELLA TERRA ANDALUSA, CHE SI FECE POVERA

CON I POVERI, DOMENICA SARA’ DICHIARATA SANTA DAL PAPA A MADRID

- A cura di Giovanni Peduto -

 

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L’Andalusia ha dato alla Chiesa martiri e santi come Isidoro e Leandro, Ferdinando e Giovanni di Ribera, Giovanni di Dio e Giovanni Grande, nonché Giovanni d’Avila e Diego Giuseppe di Cadice, Francesco Solano, Raffaella Maria, Michele di Mañara e molte altre figure insigni, accanto alle quali risplende Suor Angela della Croce:  umile figlia di quella terra, ha saputo eroicamente esercitare la carità con i bisognosi di pane, di vestiti, di amore, di cure. Angela Guerrero, divenuta poi Suor Angela della Croce, nata e vissuta a Siviglia dal 1846 al 1932, figlia del popolo e modesta pantofolaia di Siviglia, piccola di statura, occhi neri e penetranti come può averli una andalusa, vivacissima, fu protagonista di una straordinaria avventura dello spirito.

 

Nata da genitori poveri di beni terreni, ma ricchi di fede, a 12 anni fu costretta ad abbandonare la scuola per aiutare la famiglia. Trovato lavoro presso un calzaturificio, la sua pietà non comune fu rilevata dalla maestra del laboratorio, che ne informò il padre Torres Padilla, noto a Siviglia per la fama di santo e di formatore di santi. Dall’incontro si sviluppò un nuovo sorso per Angela: fu consolidata nella fede e nella conformazione a Cristo. Le sue aspirazioni furono orientate verso l’apostolato. Ma prima pensava di essere chiamata da Dio ad una vita di perfezione tra le Carmelitane scalze di Siviglia, dove non fu accettata a motivo della gracilità della sua salute. Compì più tardi un altro tentativo presso le suore di vita attiva, le Figlie della Carità, dove fece anche il noviziato e vestì l’abito religioso: però ancora una volta la cagionevole salute la costrinse a lasciare il convento. Decise allora di vivere come suora fuori del convento. Il suo proposito fu avallato da padre Torres, il quale la impegnò ad osservare una regola sistematica con dei veri e propri voti che emise nel 1873. Due anni dopo padre Torres chiese ad Angela di lasciare il laboratorio di pantofole per dedicarsi totalmente a pensare con alcune compagne, che  si erano unite a lei, a stendere una regola e a trovare una casa per una vera e propria comunità: la Compagnia della Croce. Motto programmatico per lei e per il nascente istituto fu: “Farsi povere con i poveri per portarli a Cristo”.

 

Questa frase,scritta sulla lapide sepolcrale, fedelmente portata alla pratica fino alle sue ultime conseguenze, racchiude tutta la vita di Angela di Siviglia e del suo Istituto: vita di austera penitenza, di totale abnegazione, di profonda umiltà, di zelo instancabile, di prolungata orazione; tutto ciò sorretto dall’amore sconfinato alla Croce di Cristo, alla quale volle rendere omaggio con fedeltà assoluta. Durante l’epidemia del 1876, Angela, insieme con le consorelle, diede prova di eroismo.  La sua dedizione per i poveri e gli ammalati non conobbe confini né misura. Dalla sapienza della Croce attinse quella forza che le permise di testimoniare Cristo fino ai più alti gradi della perfezione. Moriva nella città dove era nata il 2 marzo 1932. Tutta Siviglia la pianse.

 

Se vogliamo capire perché la Chiesa la dichiara santa, dobbiamo tenere in mente che prima di arrivare a questo trionfo Suor Angela di Siviglia si è crocifissa totalmente con Cristo in una immolazione assoluta della propria intelligenza, della propria volontà e di tutto il suo essere. Ha assaporato l’abbandono totale di Cristo sulla Croce nella propria carne e, ancor più, nella propria anima, come olocausto di tutta la propria persona in onore della Maestà di Dio.

 

Dà le vertigini affacciarsi alla vita interiore di Suor Angela, secondo quello che si può venire a conoscere dai suoi scritti. Dovette imporsi un compito sovrumano per vincere se stessa, prima di giungere a una identificazione totale con la volontà divina. Siamo in equivoco se pensiamo che i Santi siano di altra natura, diversa dalla nostra: sono creature umane con tendenze alla mediocrità e al peccato come tutti noi. Si sono fatti santi perché hanno generosamente collaborato con la grazia divina per distruggere in se stessi i propri difetti. E questo non in un giorno ma in ogni istante della loro vita. E’ quello che ha fatto anche Suor Angela della Croce.

 

Il suo Istituto oggi conta 800 suore con 54 case in Spagna, 2 nelle isole Canarie, 2 in Italia (Roma e Reggio Calabria) e 2 in Argentina.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

La prima pagina si apre con un articolo in cui si sottolinea che in Iraq non conosce sosta l'assistenza ai tanti che sono segnati dal dolore; è intensa l'attività negli ospedali di fronte alla carenza dei medicinali.

Sempre in prima, in rilievo una foto di un bambino iracheno che cammina tra proiettili inesplosi sparsi in un campo, a Bassora, dove i ragazzi sono soliti giocare a pallone: "è l'immagine di una minaccia sempre incombente su creature innocenti".

 

Nelle vaticane, nel discorso ai partecipanti all'Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione Biblica, Giovanni Paolo II esorta ad individuare nel messaggio della Rivelazione la risposta che Dio offre ai gravi problemi dell'umanità.

In occasione del centenario della morte del beato Edoardo Giuseppe Rosaz, la Lettera del Santo Padre al vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri. Alcuni dettagliati contributi sulla testimonianza del beato.

Nell'anniversario della morte, un articolo sulla figura di Santa Caterina da Siena e sul suo perenne messaggio di amore e di fedeltà al Papa.

 

Nelle pagine estere, Medio Oriente: nuove violenze insanguinano la città di Betlemme.

Penisola Coreana: riguardo alla questione nucleare, si cerca un'intesa fra Pyongyang e Seoul.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Piero Amici sul XXIII Seminario di studi storici promossi dall'Università "La Sapienza". 

Nell' "Osservatore libri", un approfondito contributo di Danilo Veneruso dal titolo "Don Orione nel '900": pubblicati gli Atti del convegno tenutosi a Roma nel marzo 2002.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l'evolversi della situazione in riferimento al virus Sars.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

29 aprile 2003

 

 

IL DIFFICILE FUTURO DELL’IRAQ TRA SPERANZE E SOFFERENZE,

NELLA RIFLESSIONE DEL NOSTRO DIRETTORE GENERALE,

 PADRE PASQUALE BORGOMEO

 

L'Iraq può diventare “un modello di democrazia per tutto il Medio Oriente”: è quanto affermato ieri dal presidente americano Bush, parlando nel Michigan, dinnanzi ad una platea d’iracheni d’America. Un progetto ambizioso. Tuttavia, nonostante la vittoria militare degli anglo-americani, sono molteplici e complesse le questioni che gravano sul futuro dell’Iraq e dell’intera regione del Medio Oriente. D’altro canto, la seconda Guerra del Golfo presenta, tuttora, degli scottanti interrogativi a partire dal numero delle vittime, come sottolinea il nostro direttore generale, padre Pasquale Borgomeo:

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La prima considerazione è che questa è stata una strana guerra, piena di ombre e di disinformazione, condotta con una tale disparità di forze che si fa fatica a capire come si possa, dal punto di vista militare, celebrarne con tanta enfasi la vittoria. Va anche ricordato che a tutt’oggi non si conosce il numero dei morti e dei mutilati tra i civili, ma si ritiene che siano alcune migliaia, mentre in decine di migliaia sono stimate le perdite tra i soldati iracheni, spesso abbattuti come mosche in un confronto militare assolutamente impari. Sono anche queste vite umane distrutte, è bene ricordarlo, come lo sono quelle dei caduti – fortunatamente in numero ridotto – tra le forze alleate. E il dolore di genitori, di orfani e di vedove è lo stesso per le due parti in guerra: solo che da una parte, esso va moltiplicato per centinaia di volte.

 

Intanto, mentre i vincitori cercano febbrilmente quelle armi di distruzione di massa pronte all’uso che dovrebbero dare una giustificazione a posteriori a una guerra preventiva ritenuta urgente, una parte considerevole della popolazione irachena, una volta eliminato Saddam, non sembra molto riconoscente verso i propri liberatori se continua a manifestare invitandoli a tornare a casa. E’ certamente prematuro tentare un bilancio dei risultati della guerra all’Iraq proprio adesso che comincia la parte più difficile dell’operazione. Ma altrettanto prematuro e ingiustificato è il trionfalismo con il quale si tende a fare della scontata vittoria militare una dimostrazione del teorema della legittimità di una guerra preventiva.

 

E’ naturale, in una cultura che crede nei valori della democrazia fino a sentire il dovere di esportarla, che la forza tenda irresistibilmente a costituirsi una legittimità cercandola nei risultati da opporre come obiezione ai principi. In questo dopoguerra, i risultati a medio e lungo termine sono tutti da verificare, Ma anche ammettendo – e dovrebbe essere auspicio comune – che tutti gli obiettivi perseguiti vengano raggiunti, questo non darebbe ai fatti una valenza etica.   

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SPIRITUALITA’, TEOLOGIA E TESTIMONIANZE AL CONGRESSO MARIANO INTERNAZIONALE

ORGANIZZATO DAL MOVIMENTO DEI FOCOLARI:

CON NOI CHIARA LUBICH

- A cura di Adriana Masotti e Stefano Cavallo -

 

“In quest’anno turbato da non poche preoccupazioni per le sorti dell’umanità, ho voluto che la preghiera del rosario avesse come specifiche intenzioni la causa della pace e della famiglia.” Con queste parole il Papa ha motivato l’indizione dell’Anno del Rosario lo scorso 10 ottobre, affidando in particolare al Movimento dei Focolari – chiamato anche Opera di Maria - la valorizzazione di questa preghiera, con il Congresso mariano internazionale in corso fino a domani a Castel Gandolfo. Il servizio di Adriana Masotti.

 

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 Un mosaico di spiritualità, teologia, testimonianze e numerosi contributi artistici per svelare le ricchezze del Vangelo proposte dal Rosario. Questo il significato del Congresso Mariano Internazionale in corso a Castelgandolfo: “Contemplare Cristo con gli occhi di Maria”. Accanto alle riflessioni sulla figura della Madre di Cristo e sui nuovi misteri della Luce, offerte da noti teologi cattolici, quelle di esponenti di varie chiese cristiane, dell’Ebraismo e dell’Islam. E poi le testimonianze di vita vissuta raccontate da famiglie, sacerdoti e giovani come quella di Nancy Naser, palestinese che con la forza che viene dalla preghiera vuole costruire la pace nella sua terra amando anche il nemico e sfrutta in questo senso le tante occasioni della sua vita quotidiana. Una potenza, quella della preghiera che Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento, commenta così al microfono di Stefano Cavallo:

 

“Maria e la preghiera hanno oggi, secondo me, un valore enorme e con l’attuale presenza di un terrorismo nuovo, più terribile, effetto, come pensiero di molti, anche del Papa mi sembra, di un male con la ‘m’ maiuscola, non bastano più mezzi normali per controbatterlo. Occorre ricorrere al bene con la ‘b’ maiuscola e cioè a Dio e a ciò che lo riguarda. Ecco, di qui la grande importanza della preghiera come si è visto ad Assisi e quindi anche tra le preghiere del rosario. Poi, inoltre, in questo momento in cui il mondo è diviso tra Paesi ricchi e Paesi poveri, chiamati come siamo tutti noi ad impegnarci in qualche modo a suscitare dovunque solidarietà, condivisione e fraternità, ne sa sempre più una, per quanto è possibile, l’umanità, nessuno meglio di Maria può aiutarci a darci una mano, perché lei è madre universale, è madre di tutti.

 

Vedere, amare, pensare, soffrire, vivere come Gesù: questa è l’esistenza cristiana, ha detto nel suo intervento il teologo don Piero Coda. Il rosario, dunque, ha concluso, è una pedagogia inventata da Maria per aiutarci a “imparare Gesù”. Il cardinale Vlk, arcivescovo di Praga, ha raccontato la sua esperienza: a contatto con il movimento dei Focolari ho capito il mio sacerdozio come “mariano”, come chiamata a portare Gesù in mezzo all’umanità. Nel suo intervento Chiara Lubich è andata al cuore del rapporto tra la spiritualità dei focolari e Maria. Anche qui un’esperienza: “Un giorno, ha detto, sotto un terribile bombardamento, era il 1943, ho avvertito un profondo dolore, se fossi morta non avrei potuto più recitare l’Ave Maria. Solo più tardi ho capito: l’Ave Maria doveva essere fatta di parole vive, di persone che, quasi piccole Maria, dessero al mondo l’Amore. Ecco la luce che attendevo per l’Opera che stava nascendo”. Essere grani di un rosario vivo, una proposta e una possibilità aperta a tutti. Sentiamo ancora Chiara Lubich:

 

“Nessuna creatura ha mai conosciuto e mai conoscerà Gesù, come Maria, intanto perché è Immacolata, poi perché è Sua Madre e per vedere, conoscere e contemplare Lui attraverso gli occhi di Maria, occorrerà cercare, come ci è possibile, di imitarla nel Suo continuo ‘si’ alla volontà di Dio e con ciò di fare in modo che Essa possa rivivere in noi”.

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CHIESA E SOCIETA’

29 aprile 2003

 

 

ALL’APERTURA DELLA RIUNIONE DEL COMITATO ONU A GINEVRA CONTRO LA TORTURA,

LA DICHIARAZIONE DELL’ALTO COMMISSARO DELLE NAZIONI UNITE

PER I DIRITTI UMANI: LA DEFINIZIONE DI TORTURA

DELLA CONVENZIONE INTERNAZIONALE RESTA PURTROPPO ANCORA VAGA

- A cura di Mario Martelli -

 

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GINEVRA. = La definizione della tortura contenuta nell’articolo primo della Convenzione internazionale contro la tortura per quanto utile risulta ancora troppo vaga: è il parere espresso a Ginevra all’apertura della riunione annuale del Comitato delle Nazioni Unite contro la tortura dall’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Sergio Vieira de Mello. Egli ha inoltre preso l’impegno a presentare alla prossima sessione del Comitato un contributo del suo settore per migliorare tale definizione, in modo da chiarire l’inaccettabilità di certe azioni. Questa sessione del Comitato, destinata a protrarsi fino al 16 maggio prossimo, ha all’esame rapporti presentati da Cambogia, Azeirbajan, Islanda, Turchia, Slovenia, Belgio e Repubblica di Moldavia. Ed i rappresentanti di questi Paesi dovranno rispondere alle domande dei membri del Comitato sulle misure decise dai rispettivi governi per l’applicazione dei diritti enunciati nella Convenzione e su altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Inoltre, dieci esperti indipendenti del Comitato dovranno esaminare durante sedute a porte chiuse tutte le informazioni che potrebbero indicare atti di tortura perpetrati in modo sistematico da Stati aderenti alla Convenzione. All’esame vi saranno anche le denunce di soggetti che si ritengono vittime di una o più violazioni della Convenzione da parte di 45 Stati aderenti alle disposizioni del documento e che hanno espressamente riconosciuto la competenza del Comitato a questo proposito. La Convenzione contro la tortura ha ottenuto finora, con l’arrivo attuale delle ratifiche di Djibouti e di Timor est, l’adesione di 133 Stati.

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BANDIRE LA GUERRA PER UN FUTURO MENO PRECARIO DAL PUNTO DI VISTA

ECONOMICO, POLITICO E SOCIALE: QUESTO IL MESSAGGIO DIFFUSO OGGI

DALLA PRESIDENZA DELLA CEI, IN OCCASIONE DELLA 79.MA GIORNATA

PER L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL PROSSIMO 4 MAGGIO

 

ROMA. = “La precarietà dell’assetto politico mondiale, la crisi delle istituzioni internazionali” e “l’interdipendenza” tra il sistema sociale, economico e ambientale “ripropongono con urgenza una visione del mondo e della storia dalla quale la guerra venga bandita con vigore”. È quanto scrive la presidenza della Cei in un messaggio diffuso oggi in occasione dalla 79.ma giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in programma per il prossimo 4 maggio, e dedicata alla ricerca per lo sviluppo e la pace. La globalizzazione impone alle strategie di sviluppo una nuova dimensione: il riferimento alla pace è un decisivo punto di partenza per la costituzione di un ordine internazionale basato sul rispetto della persona. Fondata nel 1921 da padre Agostino Gemelli, L’Università Cattolica dispone oggi di cinque sedi in tutta Italia, con 40 mila studenti attualmente iscritti. (S.C.)

 

 

MISURE CONTRO IL DILAGARE DELL’EPIDEMIA DI POLMONITE ATIPICA NELLE FILIPPINE:

L’ARCIVESCOVO DI MANILA HA DIVULGATO LINEE GUIDA DI COMPORTAMENTO

NELLE CHIESE E DURANTE LE FUNZIONI

 

MANILA. = Benché nelle Filippine non si sia registrato un numero troppo allarmante di casi di polmonite atipica, resta la preoccupazione per il contagio. Se in Cina ancora aumenta il numero degli infettati, nel resto del mondo la situazione sembra essersi, almeno per il momento, arrestata su un livello stazionario. Per evitare ogni rischio ulteriore di spargimento della malattia, il cardinale Jaime Sin, arcivescovo di Manila, ha fatto distribuire presso le parrocchie speciali linee guida per i fedeli. Nelle chiese inoltre, e comunque durante le funzioni religiose, l'ostia consacrata verrà consegnata dai sacerdoti nelle mani dei fedeli, e si cercherà di evitare la pratica di baciare le statue dei santi negli atti di pubblica venerazione. (S.C.)

 

 

SALE A 12 MILIONI E MEZZO IL NUMERO DELLE PERSONE IN ETIOPIA CHE SOFFRONO

LA FAME. SEGNALATI LA SETTIMANA SCORSA DEI “FAVORITISMI”

NELLA DISTRIBUZIONE DEGLI AIUTI UMANITARI, CHE AVREBBERO INFLUITO

SULLA EQUA DISTRIBUZIONE DELLE RAZIONI ALIMENTARI

 

ADDIS ABEBA. = Come segnalato dalla commissione Disastri e prevenzione, organismo preposto ad affrontare emergenze in Etiopia, è salito da 11 a 12 milioni e mezzo nel Paese il numero degli abitanti che soffrono la fame. Il direttore della commissione, Simon Machale, ha riferito che il Paese africano ha adesso bisogno di oltre 79 mila tonnellate di grano per fare fronte al bisogno alimentare. In seguito a questa richiesta alcune organizzazioni umanitarie, tra cui l’ente dell’Onu per la gestione delle emergenze in Etiopia, hanno chiesto al governo di Addis Abeba di gestire meglio il rifornimento dei viveri alle famiglie più bisognose. La scorsa settimana erano stati segnalati casi di ‘favoritismi’ nella distribuzione del cibo che avrebbero portato alla diminuzione delle razioni medie di viveri da 15 a 12 chilogrammi e mezzo. “Queste irregolarità, durate per settimane, hanno causato l’innalzamento dei tassi di malnutrizione tra la popolazione” aveva dichiarato l’ente delle Nazioni Unite. E intanto nel Paese si studiano contromisure per combattere il fenomeno. (S.C.)

 

 

IL PROSSIMO 25 MAGGIO SI APRE IL 185.MO CAPITOLO DEI FRATI MINORI

PRESSO LA PROZIUNCOLA, AD ASSISI. IN PROGRAMMA ANCHE L’ELEZIONE

DEL MINISTRO GENERALE, SOTTO LA PRESIDENZA DEL CARDINAL ESTEVEZ

 

ASSISI. = Inizierà il 25 maggio il 185.mo capitolo generale dell’Ordine dei Frati Minori, presso la Porziuncola, ad Assisi, e durerà fino al 21 giugno. In un comunicato diffuso oggi, il ministro generale padre Giacomo Bini  pone in evidenza come il capitolo costituisca un punto di passaggio importante per la verifica, la programmazione ed il rinnovo del governo dell’Ordine francescano. Tema centrale di quest’anno: fraternità e missione. Intanto per il 5 giugno è fissata l’elezione del ministro generale, sotto la presidenza del cardinale Jorge Arturo Medina Estevez. (S.C.)

 

 

L’ISTITUTO UNIVERSITARIO DI STUDI MEDITERRANEI DI SIRACUSA RICORDA OGGI

GIOVANNI PALATUCCI, QUESTORE DI FIUME DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE,

MORTO A DACHAU PER AVER AIUTATO MIGLIAIA DI EBREI A SCAMPARE

ALLA PERSECUZIONE NAZIFASCISTA. LO STATO D’ISRAELE LO HA PROCLAMATO

“GIUSTO DELLE NAZIONI”, MENTRE ENTRO LA FINE DI QUEST’ANNO INIZIERÀ

IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE

- A cura di A.V. -

 

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SIRACUSA. = Relatori e testimoni in mezzo agli studenti, il segno tangibile del ricordo e dell’attualità di Giovanni Palatucci. “La sua lezione straordinaria di altruismo e di umanità” scrive in un messaggio il presidente della Repubblica  italiana, Carlo Azeglio Ciampi, “deve rafforzare nei giovani la consapevolezza ad operare per la pace, nel rispetto delle diverse identità culturali dei popoli”. “Uomo delle istituzioni come questore di Fiume sotto il fascismo e fervente cattolico – spiega il vicario arcivescovile mons. Giuseppe Greco – sottraendo i suoi concittadini e fratelli ebrei dalle deportazioni ai lager, Palatucci ha dimostrato che non è possibile separare la sfera religiosa e civile e che si doveva ubbidire alla propria coscienza e non alle inique leggi razziali”. Da questo atteggiamento etico sono nati il 25 aprile e la stessa idea di Europa – sottolinea il presidente della provincia di Siracusa, Bruno Marziano. “Non celebrazione, ma giusto riconoscimento”, continua Marziano. E il rabbino di Ferrara, Luciano Caro, rafforza il concetto di memoria. “Noi – dice – non ricordiamo, ma riviviamo la storia che ci interroga sul nostro comportamento nel presente”. “Questa storia, la storia di Palatucci è inscindibile dalla resistenza e dal riscatto nazionale nella lotta di liberazione”, per Adolfo Perugia, presidente dell’Associazione Miriam Novitch, primo bambino ebreo espulso dalle scuole italiane a seguito delle leggi razziali del ’38. E’ quanto rimarca anche l’artista ebreo George de Canino, che ama ricordare accanto a Palatucci anche la figura di don Pietro Pappagallo, martire alle Fosse Ardeatine. A suggello dell’incontro di studi, l’annuncio di don Gianfranco Zuncheddu, cappellano e avvocato rotale, postulatore della causa di beatificazione. Entro l’anno il processo verrà trasferito dal vicariato alla Congregazione delle cause dei Santi, e forse già nel 2004 potrà avvenire la proclamazione.

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24 ORE NEL MONDO

29 aprile 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza -

 

“L'Unione Europea deve avere una politica credibile di sicurezza e di difesa”: è quanto si legge nella dichiarazione congiunta del vertice a quattro tra Francia, Germania, Belgio e Lussemburgo conclusosi oggi a Bruxelles. Previste entro il  giugno 2004 la creazione di un “Comando europeo per il trasporto aereo strategico”, una struttura congiunta per la difesa nucleare, batteriologica e chimica ed un “nucleo di capacita' collettiva” militare europea, in grado di condurre operazioni autonome dalla Nato. Il presidente francese Jacques Chirac ha ribadito l’importanza del “partenariato strategico fra Europa e Usa nel quadro dell'alleanza atlantica”.

 

Una fortissima esplosione di origine non determinata ha scosso Baghdad oggi pomeriggio provocando una grossa nuvola di fumo. Lo constatano giornalisti dell’agenzia di stampa France Press. E questa mattina un nuovo, violento scontro tra le truppe americane e la popolazione irachena ha causato una quindicina di morti nella località di Faluja, circa 50 chilometri ad ovest di Baghdad. Secondo il Comando Centrale Americano i soldati Usa avrebbero risposto al fuoco dei manifestanti. I particolari nel servizio di Giancarlo La Vella.

 

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L’ennesimo episodio di insofferenza, sfociato in tragedia. Una protesta notturna da parte di circa 500 abitanti di Faluja – guidati da un leader religioso sunnita – contro l’occupazione americana di una scuola. E la violenta risposta dei soldati statunitensi, che hanno respinto l’assalto iniziando a sparare. Gli Stati Uniti le chiamano “piccole sacche di resistenza”, ma sanno bene che il ripetersi di proteste come quella di stanotte rischia di mettere a rischio il controllo della regione. È per questo che da Washington è partito l’ordine di rafforzare il contingente di soldati presenti a Baghdad: ai 12 mila attuali se ne aggiungeranno altri 3 o 4 mila, entro la fine della prossima settimana. C’è bisogno di sicurezza, anche perché la ricostruzione è ormai alle porte: ne hanno parlato oggi il capo del Pentagono, Rumsfeld, ed il ministro della Difesa australiano, Hill, che ha chiesto un ruolo di primo piano per le aziende del suo Paese. Sede del vertice, il Qatar, che da ieri è divenuto il nuovo punto di riferimento per la politica americana nel Golfo: dopo 12 anni, infatti, gli Stati Uniti vi hanno trasferito il comando centrale delle proprie operazioni aeree, ritirando tutte le forze impiegate finora in Arabia Saudita.

 

Per la Radio Vaticana, Giancarlo La Vella

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I leader di Cina, Hong Kong e di dieci Paesi dell'Asia annunceranno un piano in sei  punti per contrastare e porre sotto controllo l'epidemia di Sars. Lo afferma una bozza di dichiarazione congiunta  che dovrà essere approvata a conclusione di un vertice in corso a  Bangkok. Intanto non si arresta la diffusione del virus in Cina; oggi si è registrato un primo caso anche in Corea del Sud. Si tratta di un uomo da poco rientrato dalla Cina.

 

La Corea del Nord non ha mai ammesso di possedere armi atomiche, contrariamente a quanto hanno affermato gli Stati Uniti. Lo ha detto oggi il ministero degli Esteri cinese. La notizia è stata diffusa questa mattina. Intanto gli Stati Uniti adottano un atteggiamento prudente rispetto all’offerta nordcoreana di smantellare il proprio programma nucleare, bloccare le esportazioni di missili e a aprire le porte agli ispettori dell’Onu. In cambio Pyongyang chiede a Washington forniture di petrolio e assistenza energetica. Ma ascoltiamo il servizio di Chiaretta Zucconi.

 

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Questa l’offerta presentata dalla Corea del Nord agli Stati Uniti nel corso dei recenti colloqui multilaterali a tre, svoltisi in Pechino la scorsa settimana, come riferito senza ulteriori dettagli dallo stesso segretario di Stato americano, Colin Powell. Ma a fare chiarezza su quella che la stampa di Seul ha oggi definito “la nuova audace proposta del nord” è oggi un quotidiano di Pyongyang il quale inserisce altri punti nella lista dei desideri della Corea del Nord: il riconoscimento del sistema politico nord-coreano da parte americana; le garanzie scritte che gli Usa non attaccheranno mai militarmente la Nord Corea e l’impegno di Washington a non ostacolare lo sviluppo economico del Paese comunista. La proposta verrà adesso discussa da Cina, Giappone, Sud Corea e Australia. Ma già da ora, il portavoce di Stato, Richard Boucher, ha escluso che gli Stati Uniti possano fornire aiuti economici alla Corea del Nord, se questa prima non abbandonerà le sue ambizioni nucleari.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

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Nuove violenze in Kashmir. Gli scontri avvenuti nel distretto meridionale di Doda hanno provocato la morte di 6 soldati indiani e di 11 ribelli musulmani. L’India avrebbe inoltre collaudato un sofisticato modello di missile a media gittata, in grado di portare testate nucleari. Le difficili speranze di pace sono nelle mani del governo di New Delhi e quello di Islamabad: ieri per la prima volta da oltre un anno i due premier – Vajpayee e Jamali – hanno avuto una conversazione telefonica.

 

Un palestinese, membro del Fronte Popolare per la Liberazione della  Palestina  è stato ucciso stamani nell'attacco condotto da un elicottero israeliano a Khan Yunes. Lo hanno riferito fonti dell’ospedale di Gaza che danno notizia anche del ferimento di un secondo palestinese. Intanto stamani il leader dell’Anp Yasser Arafat ha aperto i lavori della sessione straordinaria del Consiglio legislativo palestinese per il voto di fiducia al nuovo governo del premier Mahmud Abbas. Il servizio è di Graziano Motta.

 

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Nella giornata in cui Israele commemora l’Olocausto di sei milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti, l’attenzione politica è concentrata su Ramallah, ove si è riunito il Consiglio legislativo palestinese per dare la fiducia al nuovo governo presieduto, Mahmud Abbas. Per l’occasione le autorità militari israeliane hanno revocato il coprifuoco in tutte le città dei territori e consentito il transito dei deputati, anche dei nove che accusa di essere implicati nella rivolta. Dopo il voto il nuovo premier dovrebbe chiamare i palestinesi a cessare la lotta armata contro Israele e i soldati israeliani ad evacuare le città palestinesi rioccupate. Piuttosto, fonti ufficiali a Gerusalemme hanno espresso oggi inquietudine per il palese rafforzamento della posizione di Arafat dopo la costituzione del governo Abbas. Il ministero degli Esteri ha fatto sapere agli Stati Uniti e ai Paesi europei che è da escludere alcun dialogo con il rais. Nei territori sono continuate delle operazioni militari israeliane contro capi della rivolta.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

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E' morto il generale croato Janko Bobekto, accusato dell'esecuzione di un centinaio di civili serbi dal Tribunale penale internazionale dell'Aja.  Aveva 84 anni ed è stato colto da una crisi cardiaca nella sua abitazione.

 

La polizia serba ha accusato il leader ultra nazionalista Vojislav Seselj insieme ad altre 44 persone di "incitazione al terrorismo" e dell'assassinio del primo ministro serbo Zoran Djindjic. Lo ha comunicato oggi il ministro dell'interno Dusan Mihajlovic.

 

Tripoli accetta di assumersi la responsabilità civile dell'attentato di Lockerbie avvenuto nel 1988. Lo ha dichiarato oggi all'agenzia di stampa francese il ministro libico degli affari esteri Abdel rahmane Chalgam.

 

Primi gesti di distensione tra governo dello Sri Lanka e il gruppo ribelle delle tigri tamil. L’esecutivo di Colombo ha annunciato che presto sposterà altrove le proprie truppe al momento dislocate nelle ‘zone di massima sicurezza’ di Jaffna, città del nord controllata dai guerriglieri. Ne ha dato notizia un comunicato del ministero della difesa, nel quale è specificato che dal centro le forze di sicurezza verranno spostate nel settore occidentale della città.

 

Uganda. I ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore hanno sequestrato nel nord del Paese oltre 250 persone. La notizia è riportata dall’agenzia missionaria Misna e riferisce che i fatti sarebbero avvenuti tra domenica e lunedì scorsi. Al momento si sta svolgendo una riunione del clero diocesano e religioso di Lira con l’intento di definire criteri pastorali e umanitari per far fronte all’emergenza.

 

 

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