RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVII n. 119 - Testo della
Trasmissione di martedì 29 aprile 2003
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
Suor Angela di Siviglia, gloria della terra Andalusa, che si fece povera con i poveri, tra i nuovi santi che saranno proclamati da Giovanni Paolo II domenica prossima a Madrid.
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Riunito a Ginevra il
Comitato dell’Onu contro la tortura.
Misure
contro il dilagare dell’epidemia di polmonite atipica nelle Filippine.
Sale a 12 milioni e mezzo
il numero delle persone in Etiopia che soffrono la fame.
Il
prossimo 25 maggio si apre ad Assisi il 185.mo Capitolo dei Frati Minori.
Nuovo scontro in Iraq
tra truppe Usa e popolazione civile: 15 morti.
Presto un piano in sei
punti redatto dai paesi asiatici per contrastare il diffondersi della Sars.
Proposta di Pyongyang a
Washington: stop al riarmo nucleare in cambio del riconoscimento politico nord
coreano da parte statunitense.
Nuove violenze in
Kashmir: 17 morti in scontri tra
indiani e musulmani.
Attesa in Medio Oriente
per la fiducia al nuovo governo palestinese di Mahmud Abbas.
Morto il generale croato
Bobekto, responsabile dell’esecuzione di più di cento serbi.
La Libia si assume la
responsabilità civile nell’attentato di Lockerbie.
ASCOLTARE ATTENTAMENTE LA PAROLA DIVINA DI
FRONTE AI TENTATIVI DI SLEGARE
LA RIVELAZIONE BIBLICA DALLE PROPOSTE DI VITA
PIU’ IMPEGNATIVE:
COSI’,
IL PAPA NEL DISCORSO AI MEMBRI DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA,
CHE
COMPIE 100 ANNI DI VITA
-
Servizio di Alessandro Gisotti -
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Cento
anni al servizio della causa della Parola di Dio per il bene della Chiesa. Con
parole di sentita gratitudine, Giovanni Paolo II ha ricevuto stamani i membri
della Pontificia Commissione Biblica, guidati dal cardinale Joseph Ratzinger,
in occasione del centenario della nascita dell’importante organismo. Il Papa ha
quindi voluto tratteggiare i meriti della Commissione, riunita in questi giorni
nella annuale sessione romana di lavoro:
“Essa
ha camminato con i tempi, condividendone disagi e ansie, preoccupandosi di
individuare nel messaggio della Rivelazione la risposta che Dio offre ai gravi
problemi che di epoca in epoca turbano l’umanità”.
Il
Pontefice si è poi soffermato sull’oggetto attuale della ricerca degli studiosi
della Commissione, “Bibbia e morale”, e in tale contesto ha messo l’accento su
“una situazione che ha del paradossale”:
“L'uomo
di oggi, deluso da tante risposte insoddisfacenti alle fondamentali domande del
vivere, sembra aprirsi alla voce che proviene dalla Trascendenza e si esprime
nel messaggio biblico. Contemporaneamente però egli mostra sempre più
insofferenza alle richieste di comportamenti in armonia con i valori che da
sempre la Chiesa presenta come fondati nel Vangelo”.
Si assiste
allora “ai più vari tentativi di slegare la rivelazione biblica dalle proposte
di vita più impegnative”. Di fronte a tale situazione, ha avvertito, “l’ascolto
attento della Parola di Dio ha risposte da dare, che trovano la loro
espressione piena nell’insegnamento di Cristo”.
***** ****
Al
termine dell’udienza Giovanni Peduto ha avvicinato il segretario della
Pontificia Commissione Biblica, padre Klemens Stock:
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R. – La Commissione venne fondata da Papa Leone XIII e il
primo scopo era quello di dare un nuovo slancio agli studi biblici nella Chiesa
cattolica e garantire la fede, affinché l’ispirazione e la verità della Bibbia
venisse ben conservata.
D. – Padre, di questi cento anni, potrebbe fare un
bilancio: cosa ha fatto e quale contributo ha dato la Pontificia Commissione
Biblica?
R. – Possiamo distinguere tre fasi dell’attività della
Pontificia Commissione Biblica. In una prima fase la Commissione partecipava
alla difesa delle verità della fede nella crisi modernista. In una seconda fase
partecipava a questa apertura, della quale è caratteristica l’enciclica di Papa
Pio XII “Divino afflante Spiritu”. Dopo il Concilio Vaticano II Papa Paolo VI
dava una nuova impostazione alla Commissione: non era più una Commissione di
cardinali, ma di scienziati biblici; non più un organo del Magistero, ma un
corpo consultivo.
D. – Padre, in questi giorni state dibattendo il tema
“Bibbia e morale”. Vuole spiegarcelo?
R. – Abbiamo scelto questo tema e siamo ancora in una fase
probativa, di introduzione. Finora abbiamo i diversi contributi dei membri
della Commissione e cerchiamo di elaborare un testo comune che manifesti
l’importanza della Bibbia per la morale, per la vita cristiana all’interno
della Chiesa.
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L’IMPORTANZA DEL DISCERNIMENTO PER
VIVERE L’ORIGINALITÀ DEL PROPRIO CARISMA SECONDO LE ESIGENZE DEL MONDO ATTUALE.
GUARDA
AL FUTURO IL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL CAPITOLO GENERALE DELL’ORDINE DEI
CARMELITANI SCALZI,
RIUNITO
AD AVILA DAL 28 APRILE AL 18 MAGGIO
- A
cura di Matteo Ambu -
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L’Ordine
dei Carmelitani Scalzi deve preservare il suo originale carisma e approfondirlo
e svilupparlo alla luce dello Spirito Santo per rispondere adeguatamente alle
esigenze mutevoli di ogni momento storico. E’ questa l’esortazione che Giovanni
Paolo II rivolge al capitolo generale dell’antico ordine religioso riunito da
ieri sino al prossimo 18 maggio ad Avila, in Spagna.
Nel
messaggio indirizzato al preposito generale, padre Camilo Maccise, il Santo
Padre invita a prendere come punto di partenza per l’azione i frutti già maturi
dell’Ordine: “Non solamente – scrive il Papa – avete una storia gloriosa da
ricordare e raccontare, ma anche una grande storia da costruire”. Ed è proprio
volgendo lo sguardo al futuro che Giovani Paolo II ricorda il permanente dovere
di scrutare a fondo i segni dei tempi ed interpretarli alla luce del Vangelo.
Per spiegare questo passaggio centrale del messaggio il Papa cita Gesù. Egli
visse trent’anni a Nazaret in silenzio. Cominciò il suo ministero pubblico con
i quaranta giorni del deserto; prese le distanze dai suoi compaesani, che
pretendevano di essere privilegiati nei suoi prodigi; abbandonava le folle che
lo cercavano per ritirarsi in solitudine a pregare sui monti. “Alle
inquietudini dell’umanità – nota il Papa – rispose tanto con accondiscendenza
come con il rifiuto, però in tutti i casi con la fermezza propria del segno di
contraddizione”.
“Anche
voi - continua il Santo Padre - dovete stare attenti al discernimento e
preparati per rispondere alle aspettative del momento attuale, talvolta
scendendo dal monte verso le strade del mondo, altre volte tornando alla
solitudine per vegliare con il Signore in luoghi appartati”. Giovanni Paolo II
ricorda quindi i santi frutto della famiglia religiosa carmelitana, in particolare
San Giovanni della Croce e Santa Teresa di Gesù, esempi di affidamento totale a
Dio.
“Aspirare
alla santità - esorta il Papa -: questo è in sintesi il programma di tutta la
vita consacrata; un cammino che esige di abbandonare tutto per seguire Cristo e
partecipare pienamente al suo mistero pasquale”. Per Giovanni Paolo II è
proprio questa “qualità spirituale della vita consacrata” ad esercitare un
impatto nei confronti delle persone del mondo contemporaneo, assetate di valori
assoluti e di testimoni autentici di Cristo.
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In fine
mattinata, il Papa ha ricevuto il cardinale Edmund Casimir Szoka, presidente
della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del
Vaticano.
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidiocesi di Paranà, in Argentina, presentata dall’arcivescovo
mons. Estanislao Esteban Karlic, per raggiunti limiti di età. Il Pontefice ha
quindi nominato arcivescovo metropolita di Paranà il presule mons. Mario Luis
Bautista Mauliòn, finora vescovo di San Nicolàs de los Arroyos. Mons. Mauliòn,
che ha 68 anni, è attualmente presidente della Commissione episcopale argentina
per i mezzi di comunicazione sociale. E’ anche stato, per due periodi,
presidente della Commissione per l’educazione cattolica.
SUOR ANGELA DI SIVIGLIA, GLORIA DELLA
TERRA ANDALUSA, CHE SI FECE POVERA
CON I
POVERI, DOMENICA SARA’ DICHIARATA SANTA DAL PAPA A MADRID
- A
cura di Giovanni Peduto -
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L’Andalusia ha dato alla
Chiesa martiri e santi come Isidoro e Leandro, Ferdinando e Giovanni di Ribera,
Giovanni di Dio e Giovanni Grande, nonché Giovanni d’Avila e Diego Giuseppe di
Cadice, Francesco Solano, Raffaella Maria, Michele di Mañara e molte altre
figure insigni, accanto alle quali risplende Suor Angela della Croce: umile figlia di quella terra, ha saputo
eroicamente esercitare la carità con i bisognosi di pane, di vestiti, di amore,
di cure. Angela Guerrero, divenuta poi Suor Angela della Croce, nata e vissuta
a Siviglia dal 1846 al 1932, figlia del popolo e modesta pantofolaia di
Siviglia, piccola di statura, occhi neri e penetranti come può averli una
andalusa, vivacissima, fu protagonista di una straordinaria avventura dello
spirito.
Nata da genitori poveri di
beni terreni, ma ricchi di fede, a 12 anni fu costretta ad abbandonare la
scuola per aiutare la famiglia. Trovato lavoro presso un calzaturificio, la sua
pietà non comune fu rilevata dalla maestra del laboratorio, che ne informò il padre
Torres Padilla, noto a Siviglia per la fama di santo e di formatore di santi.
Dall’incontro si sviluppò un nuovo sorso per Angela: fu consolidata nella fede
e nella conformazione a Cristo. Le sue aspirazioni furono orientate verso
l’apostolato. Ma prima pensava di essere chiamata da Dio ad una vita di
perfezione tra le Carmelitane scalze di Siviglia, dove non fu accettata a
motivo della gracilità della sua salute. Compì più tardi un altro tentativo
presso le suore di vita attiva, le Figlie della Carità, dove fece anche il
noviziato e vestì l’abito religioso: però ancora una volta la cagionevole
salute la costrinse a lasciare il convento. Decise allora di vivere come suora
fuori del convento. Il suo proposito fu avallato da padre Torres, il quale la
impegnò ad osservare una regola sistematica con dei veri e propri voti che
emise nel 1873. Due anni dopo padre Torres chiese ad Angela di lasciare il
laboratorio di pantofole per dedicarsi totalmente a pensare con alcune
compagne, che si erano unite a lei, a
stendere una regola e a trovare una casa per una vera e propria comunità: la
Compagnia della Croce. Motto programmatico per lei e per il nascente istituto
fu: “Farsi povere con i poveri per portarli a Cristo”.
Questa frase,scritta sulla
lapide sepolcrale, fedelmente portata alla pratica fino alle sue ultime
conseguenze, racchiude tutta la vita di Angela di Siviglia e del suo Istituto:
vita di austera penitenza, di totale abnegazione, di profonda umiltà, di zelo
instancabile, di prolungata orazione; tutto ciò sorretto dall’amore sconfinato
alla Croce di Cristo, alla quale volle rendere omaggio con fedeltà assoluta.
Durante l’epidemia del 1876, Angela, insieme con le consorelle, diede prova di
eroismo. La sua dedizione per i poveri
e gli ammalati non conobbe confini né misura. Dalla sapienza della Croce
attinse quella forza che le permise di testimoniare Cristo fino ai più alti
gradi della perfezione. Moriva nella città dove era nata il 2 marzo 1932. Tutta
Siviglia la pianse.
Se vogliamo capire perché la
Chiesa la dichiara santa, dobbiamo tenere in mente che prima di arrivare a
questo trionfo Suor Angela di Siviglia si è crocifissa totalmente con Cristo in
una immolazione assoluta della propria intelligenza, della propria volontà e di
tutto il suo essere. Ha assaporato l’abbandono totale di Cristo sulla Croce
nella propria carne e, ancor più, nella propria anima, come olocausto di tutta
la propria persona in onore della Maestà di Dio.
Dà le
vertigini affacciarsi alla vita interiore di Suor Angela, secondo quello che si
può venire a conoscere dai suoi scritti. Dovette imporsi un compito sovrumano
per vincere se stessa, prima di giungere a una identificazione totale con la
volontà divina. Siamo in equivoco se pensiamo che i Santi siano di altra
natura, diversa dalla nostra: sono creature umane con tendenze alla mediocrità
e al peccato come tutti noi. Si sono fatti santi perché hanno generosamente
collaborato con la grazia divina per distruggere in se stessi i propri difetti.
E questo non in un giorno ma in ogni istante della loro vita. E’ quello che ha
fatto anche Suor Angela della Croce.
Il suo Istituto oggi conta 800
suore con 54 case in Spagna, 2 nelle isole Canarie, 2 in Italia (Roma e Reggio
Calabria) e 2 in Argentina.
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La prima pagina si apre con un
articolo in cui si sottolinea che in Iraq non conosce sosta l'assistenza ai
tanti che sono segnati dal dolore; è intensa l'attività negli ospedali di
fronte alla carenza dei medicinali.
Sempre in prima, in rilievo una
foto di un bambino iracheno che cammina tra proiettili inesplosi sparsi in un
campo, a Bassora, dove i ragazzi sono soliti giocare a pallone: "è
l'immagine di una minaccia sempre incombente su creature innocenti".
Nelle vaticane, nel discorso ai
partecipanti all'Assemblea Plenaria della Pontificia Commissione Biblica,
Giovanni Paolo II esorta ad individuare nel messaggio della Rivelazione la
risposta che Dio offre ai gravi problemi dell'umanità.
In occasione del centenario
della morte del beato Edoardo Giuseppe Rosaz, la Lettera del Santo Padre al
vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri. Alcuni dettagliati
contributi sulla testimonianza del beato.
Nell'anniversario della morte,
un articolo sulla figura di Santa Caterina da Siena e sul suo perenne messaggio
di amore e di fedeltà al Papa.
Nelle pagine estere, Medio
Oriente: nuove violenze insanguinano la città di Betlemme.
Penisola Coreana: riguardo alla
questione nucleare, si cerca un'intesa fra Pyongyang e Seoul.
Nella pagina culturale, un
articolo di Piero Amici sul XXIII Seminario di studi storici promossi
dall'Università "La Sapienza".
Nell' "Osservatore
libri", un approfondito contributo di Danilo Veneruso dal titolo "Don
Orione nel '900": pubblicati gli Atti del convegno tenutosi a Roma nel
marzo 2002.
Nelle pagine italiane, in primo
piano l'evolversi della situazione in riferimento al virus Sars.
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29 aprile 2003
IL DIFFICILE FUTURO
DELL’IRAQ TRA SPERANZE E SOFFERENZE,
NELLA RIFLESSIONE DEL NOSTRO DIRETTORE GENERALE,
PADRE
PASQUALE BORGOMEO
L'Iraq può diventare “un modello
di democrazia per tutto il Medio Oriente”: è quanto affermato ieri dal presidente
americano Bush, parlando nel Michigan, dinnanzi ad una platea d’iracheni
d’America. Un progetto ambizioso. Tuttavia, nonostante la vittoria militare
degli anglo-americani, sono molteplici e complesse le questioni che gravano sul
futuro dell’Iraq e dell’intera regione del Medio Oriente. D’altro canto, la
seconda Guerra del Golfo presenta, tuttora, degli scottanti interrogativi a
partire dal numero delle vittime, come sottolinea il nostro direttore generale,
padre Pasquale Borgomeo:
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La prima considerazione è che
questa è stata una strana guerra, piena di ombre e di disinformazione, condotta
con una tale disparità di forze che si fa fatica a capire come si possa, dal
punto di vista militare, celebrarne con tanta enfasi la vittoria. Va anche ricordato
che a tutt’oggi non si conosce il numero dei morti e dei mutilati tra i civili,
ma si ritiene che siano alcune migliaia, mentre in decine di migliaia sono
stimate le perdite tra i soldati iracheni, spesso abbattuti come mosche in un
confronto militare assolutamente impari. Sono anche queste vite umane
distrutte, è bene ricordarlo, come lo sono quelle dei caduti – fortunatamente
in numero ridotto – tra le forze alleate. E il dolore di genitori, di orfani e
di vedove è lo stesso per le due parti in guerra: solo che da una parte, esso
va moltiplicato per centinaia di volte.
Intanto, mentre i vincitori
cercano febbrilmente quelle armi di distruzione di massa pronte all’uso che
dovrebbero dare una giustificazione a posteriori a una guerra preventiva ritenuta
urgente, una parte considerevole della popolazione irachena, una volta
eliminato Saddam, non sembra molto riconoscente verso i propri liberatori se
continua a manifestare invitandoli a tornare a casa. E’ certamente prematuro
tentare un bilancio dei risultati della guerra all’Iraq proprio adesso che
comincia la parte più difficile dell’operazione. Ma altrettanto prematuro e
ingiustificato è il trionfalismo con il quale si tende a fare della scontata
vittoria militare una dimostrazione del teorema della legittimità di una guerra
preventiva.
E’ naturale, in una cultura che crede nei valori della democrazia fino a
sentire il dovere di esportarla, che la forza tenda irresistibilmente a
costituirsi una legittimità cercandola nei risultati da opporre come obiezione
ai principi. In questo dopoguerra, i risultati a medio e lungo termine sono
tutti da verificare, Ma anche ammettendo – e dovrebbe essere auspicio comune –
che tutti gli obiettivi perseguiti vengano raggiunti, questo non darebbe ai
fatti una valenza etica.
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SPIRITUALITA’, TEOLOGIA E
TESTIMONIANZE AL CONGRESSO MARIANO INTERNAZIONALE
ORGANIZZATO DAL MOVIMENTO
DEI FOCOLARI:
CON NOI CHIARA LUBICH
- A cura di Adriana
Masotti e Stefano Cavallo -
“In quest’anno turbato da non poche preoccupazioni
per le sorti dell’umanità, ho voluto che la preghiera del rosario avesse come
specifiche intenzioni la causa della pace e della famiglia.” Con queste parole
il Papa ha motivato l’indizione dell’Anno del Rosario lo scorso 10 ottobre,
affidando in particolare al Movimento dei Focolari – chiamato anche Opera di
Maria - la valorizzazione di questa preghiera, con il Congresso mariano
internazionale in corso fino a domani a Castel Gandolfo. Il servizio di Adriana
Masotti.
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Un mosaico di spiritualità,
teologia, testimonianze e numerosi contributi artistici per svelare le
ricchezze del Vangelo proposte dal Rosario. Questo il significato del Congresso
Mariano Internazionale in corso a Castelgandolfo: “Contemplare Cristo con gli
occhi di Maria”. Accanto alle riflessioni sulla figura della Madre di Cristo e
sui nuovi misteri della Luce, offerte da noti teologi cattolici, quelle di
esponenti di varie chiese cristiane, dell’Ebraismo e dell’Islam. E poi le
testimonianze di vita vissuta raccontate da famiglie, sacerdoti e giovani come
quella di Nancy Naser, palestinese che con la forza che viene dalla preghiera
vuole costruire la pace nella sua terra amando anche il nemico e sfrutta in
questo senso le tante occasioni della sua vita quotidiana. Una potenza, quella
della preghiera che Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento,
commenta così al microfono di Stefano Cavallo:
“Maria e la preghiera hanno
oggi, secondo me, un valore enorme e con l’attuale presenza di un terrorismo
nuovo, più terribile, effetto, come pensiero di molti, anche del Papa mi
sembra, di un male con la ‘m’ maiuscola, non bastano più mezzi normali per
controbatterlo. Occorre ricorrere al bene con la ‘b’ maiuscola e cioè a Dio e a
ciò che lo riguarda. Ecco, di qui la grande importanza della preghiera come si
è visto ad Assisi e quindi anche tra le preghiere del rosario. Poi, inoltre, in
questo momento in cui il mondo è diviso tra Paesi ricchi e Paesi poveri,
chiamati come siamo tutti noi ad impegnarci in qualche modo a suscitare dovunque
solidarietà, condivisione e fraternità, ne sa sempre più una, per quanto è
possibile, l’umanità, nessuno meglio di Maria può aiutarci a darci una mano, perché
lei è madre universale, è madre di tutti.
Vedere, amare, pensare,
soffrire, vivere come Gesù: questa è l’esistenza cristiana, ha detto nel suo
intervento il teologo don Piero Coda. Il rosario, dunque, ha concluso, è una
pedagogia inventata da Maria per aiutarci a “imparare Gesù”. Il cardinale Vlk,
arcivescovo di Praga, ha raccontato la sua esperienza: a contatto con il
movimento dei Focolari ho capito il mio sacerdozio come “mariano”, come
chiamata a portare Gesù in mezzo all’umanità. Nel suo intervento Chiara Lubich
è andata al cuore del rapporto tra la spiritualità dei focolari e Maria. Anche
qui un’esperienza: “Un giorno, ha detto, sotto un terribile bombardamento, era
il 1943, ho avvertito un profondo dolore, se fossi morta non avrei potuto più
recitare l’Ave Maria. Solo più tardi ho capito: l’Ave Maria doveva essere fatta
di parole vive, di persone che, quasi piccole Maria, dessero al mondo l’Amore.
Ecco la luce che attendevo per l’Opera che stava nascendo”. Essere grani di un
rosario vivo, una proposta e una possibilità aperta a tutti. Sentiamo ancora
Chiara Lubich:
“Nessuna creatura ha mai
conosciuto e mai conoscerà Gesù, come Maria, intanto perché è Immacolata, poi
perché è Sua Madre e per vedere, conoscere e contemplare Lui attraverso gli
occhi di Maria, occorrerà cercare, come ci è possibile, di imitarla nel Suo
continuo ‘si’ alla volontà di Dio e con ciò di fare in modo che Essa possa
rivivere in noi”.
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29 aprile 2003
ALL’APERTURA DELLA RIUNIONE DEL COMITATO ONU A GINEVRA CONTRO
LA TORTURA,
LA
DICHIARAZIONE DELL’ALTO COMMISSARO DELLE NAZIONI UNITE
PER I
DIRITTI UMANI: LA DEFINIZIONE DI TORTURA
DELLA
CONVENZIONE INTERNAZIONALE RESTA PURTROPPO ANCORA VAGA
- A
cura di Mario Martelli -
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GINEVRA. = La definizione della tortura contenuta
nell’articolo primo della Convenzione internazionale contro la tortura per
quanto utile risulta ancora troppo vaga: è il parere espresso a Ginevra
all’apertura della riunione annuale del Comitato delle Nazioni Unite contro la
tortura dall’Alto Commissario dell’Onu per i Diritti Umani, Sergio Vieira de
Mello. Egli ha inoltre preso l’impegno a presentare alla prossima sessione del
Comitato un contributo del suo settore per migliorare tale definizione, in modo
da chiarire l’inaccettabilità di certe azioni. Questa sessione del Comitato,
destinata a protrarsi fino al 16 maggio prossimo, ha all’esame rapporti
presentati da Cambogia, Azeirbajan, Islanda, Turchia, Slovenia, Belgio e
Repubblica di Moldavia. Ed i rappresentanti di questi Paesi dovranno rispondere
alle domande dei membri del Comitato sulle misure decise dai rispettivi governi
per l’applicazione dei diritti enunciati nella Convenzione e su altre pene o
trattamenti crudeli, inumani o degradanti. Inoltre, dieci esperti indipendenti
del Comitato dovranno esaminare durante sedute a porte chiuse tutte le informazioni
che potrebbero indicare atti di tortura perpetrati in modo sistematico da Stati
aderenti alla Convenzione. All’esame vi saranno anche le denunce di soggetti
che si ritengono vittime di una o più violazioni della Convenzione da parte di
45 Stati aderenti alle disposizioni del documento e che hanno espressamente riconosciuto
la competenza del Comitato a questo proposito. La Convenzione contro la tortura
ha ottenuto finora, con l’arrivo attuale delle ratifiche di Djibouti e di Timor
est, l’adesione di 133 Stati.
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BANDIRE LA GUERRA PER UN FUTURO MENO PRECARIO
DAL PUNTO DI VISTA
ECONOMICO,
POLITICO E SOCIALE: QUESTO IL MESSAGGIO DIFFUSO OGGI
DALLA
PRESIDENZA DELLA CEI, IN OCCASIONE DELLA 79.MA GIORNATA
PER
L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL PROSSIMO 4 MAGGIO
ROMA. = “La precarietà dell’assetto politico mondiale, la
crisi delle istituzioni internazionali” e “l’interdipendenza” tra il sistema
sociale, economico e ambientale “ripropongono con urgenza una visione del mondo
e della storia dalla quale la guerra venga bandita con vigore”. È quanto scrive
la presidenza della Cei in un messaggio diffuso oggi in occasione dalla 79.ma
giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, in programma per il
prossimo 4 maggio, e dedicata alla ricerca per lo sviluppo e la pace. La
globalizzazione impone alle strategie di sviluppo una nuova dimensione: il
riferimento alla pace è un decisivo punto di partenza per la costituzione di un
ordine internazionale basato sul rispetto della persona. Fondata nel 1921 da
padre Agostino Gemelli, L’Università Cattolica dispone oggi di cinque sedi in
tutta Italia, con 40 mila studenti attualmente iscritti. (S.C.)
MISURE CONTRO IL DILAGARE DELL’EPIDEMIA DI
POLMONITE ATIPICA NELLE FILIPPINE:
L’ARCIVESCOVO
DI MANILA HA DIVULGATO LINEE GUIDA DI COMPORTAMENTO
NELLE
CHIESE E DURANTE LE FUNZIONI
MANILA. = Benché nelle Filippine non si sia registrato
un numero troppo allarmante di casi di polmonite atipica, resta la preoccupazione
per il contagio. Se in Cina ancora aumenta il numero degli infettati, nel resto
del mondo la situazione sembra essersi, almeno per il momento, arrestata su un
livello stazionario. Per evitare ogni rischio ulteriore di spargimento della
malattia, il cardinale Jaime Sin, arcivescovo di Manila, ha fatto distribuire
presso le parrocchie speciali linee guida per i fedeli. Nelle chiese inoltre, e
comunque durante le funzioni religiose, l'ostia consacrata verrà consegnata dai
sacerdoti nelle mani dei fedeli, e si cercherà di evitare la pratica di baciare
le statue dei santi negli atti di pubblica venerazione. (S.C.)
SALE A 12 MILIONI E MEZZO IL NUMERO DELLE PERSONE IN
ETIOPIA CHE SOFFRONO
LA
FAME. SEGNALATI LA SETTIMANA SCORSA DEI “FAVORITISMI”
NELLA
DISTRIBUZIONE DEGLI AIUTI UMANITARI, CHE AVREBBERO INFLUITO
SULLA
EQUA DISTRIBUZIONE DELLE RAZIONI ALIMENTARI
ADDIS ABEBA. = Come segnalato
dalla commissione Disastri e prevenzione, organismo preposto ad affrontare
emergenze in Etiopia, è salito da 11 a 12 milioni e mezzo nel Paese il numero
degli abitanti che soffrono la fame. Il direttore della commissione, Simon
Machale, ha riferito che il Paese africano ha adesso bisogno di oltre 79 mila
tonnellate di grano per fare fronte al bisogno alimentare. In seguito a questa
richiesta alcune organizzazioni umanitarie, tra cui l’ente dell’Onu per la
gestione delle emergenze in Etiopia, hanno chiesto al governo di Addis Abeba di
gestire meglio il rifornimento dei viveri alle famiglie più bisognose. La
scorsa settimana erano stati segnalati casi di ‘favoritismi’ nella
distribuzione del cibo che avrebbero portato alla diminuzione delle razioni
medie di viveri da 15 a 12 chilogrammi e mezzo. “Queste irregolarità, durate
per settimane, hanno causato l’innalzamento dei tassi di malnutrizione tra la
popolazione” aveva dichiarato l’ente delle Nazioni Unite. E intanto nel Paese
si studiano contromisure per combattere il fenomeno. (S.C.)
IL PROSSIMO 25 MAGGIO SI APRE IL 185.MO
CAPITOLO DEI FRATI MINORI
PRESSO
LA PROZIUNCOLA, AD ASSISI. IN PROGRAMMA ANCHE L’ELEZIONE
DEL
MINISTRO GENERALE, SOTTO LA PRESIDENZA DEL CARDINAL ESTEVEZ
ASSISI. = Inizierà il 25 maggio il 185.mo capitolo
generale dell’Ordine dei Frati Minori, presso la Porziuncola, ad Assisi, e
durerà fino al 21 giugno. In un comunicato diffuso oggi, il ministro generale
padre Giacomo Bini pone in evidenza come
il capitolo costituisca un punto di passaggio importante per la verifica, la programmazione
ed il rinnovo del governo dell’Ordine francescano. Tema centrale di quest’anno:
fraternità e missione. Intanto per il 5 giugno è fissata l’elezione del
ministro generale, sotto la presidenza del cardinale Jorge Arturo Medina
Estevez. (S.C.)
L’ISTITUTO UNIVERSITARIO DI STUDI
MEDITERRANEI DI SIRACUSA RICORDA OGGI
GIOVANNI
PALATUCCI, QUESTORE DI FIUME DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE,
MORTO
A DACHAU PER AVER AIUTATO MIGLIAIA DI EBREI A SCAMPARE
ALLA
PERSECUZIONE NAZIFASCISTA. LO STATO D’ISRAELE LO HA PROCLAMATO
“GIUSTO
DELLE NAZIONI”, MENTRE ENTRO LA FINE DI QUEST’ANNO INIZIERÀ
IL
PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
- A
cura di A.V. -
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SIRACUSA. = Relatori e testimoni in mezzo agli studenti,
il segno tangibile del ricordo e dell’attualità di Giovanni Palatucci. “La sua
lezione straordinaria di altruismo e di umanità” scrive in un messaggio il
presidente della Repubblica italiana,
Carlo Azeglio Ciampi, “deve rafforzare nei giovani la consapevolezza ad operare
per la pace, nel rispetto delle diverse identità culturali dei popoli”. “Uomo
delle istituzioni come questore di Fiume sotto il fascismo e fervente cattolico
– spiega il vicario arcivescovile mons. Giuseppe Greco – sottraendo i suoi
concittadini e fratelli ebrei dalle deportazioni ai lager, Palatucci ha
dimostrato che non è possibile separare la sfera religiosa e civile e che si
doveva ubbidire alla propria coscienza e non alle inique leggi razziali”. Da
questo atteggiamento etico sono nati il 25 aprile e la stessa idea di Europa –
sottolinea il presidente della provincia di Siracusa, Bruno Marziano. “Non
celebrazione, ma giusto riconoscimento”, continua Marziano. E il rabbino di
Ferrara, Luciano Caro, rafforza il concetto di memoria. “Noi – dice – non
ricordiamo, ma riviviamo la storia che ci interroga sul nostro comportamento
nel presente”. “Questa storia, la storia di Palatucci è inscindibile dalla
resistenza e dal riscatto nazionale nella lotta di liberazione”, per Adolfo
Perugia, presidente dell’Associazione Miriam Novitch, primo bambino ebreo
espulso dalle scuole italiane a seguito delle leggi razziali del ’38. E’ quanto
rimarca anche l’artista ebreo George de Canino, che ama ricordare accanto a
Palatucci anche la figura di don Pietro Pappagallo, martire alle Fosse Ardeatine.
A suggello dell’incontro di studi, l’annuncio di don Gianfranco Zuncheddu,
cappellano e avvocato rotale, postulatore della causa di beatificazione. Entro
l’anno il processo verrà trasferito dal vicariato alla Congregazione delle
cause dei Santi, e forse già nel 2004 potrà avvenire la proclamazione.
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29 aprile 2003
- A
cura di Paolo Ondarza -
“L'Unione
Europea deve avere una politica credibile di sicurezza e di difesa”: è quanto
si legge nella dichiarazione congiunta del vertice a quattro tra Francia,
Germania, Belgio e Lussemburgo conclusosi oggi a Bruxelles. Previste entro
il giugno 2004 la creazione di un
“Comando europeo per il trasporto aereo strategico”, una struttura congiunta
per la difesa nucleare, batteriologica e chimica ed un “nucleo di capacita' collettiva”
militare europea, in grado di condurre operazioni autonome dalla Nato. Il
presidente francese Jacques Chirac ha ribadito l’importanza del “partenariato
strategico fra Europa e Usa nel quadro dell'alleanza atlantica”.
Una fortissima esplosione di origine non determinata ha
scosso Baghdad oggi pomeriggio provocando una grossa nuvola di fumo. Lo
constatano giornalisti dell’agenzia di stampa France Press. E questa mattina un
nuovo, violento scontro tra le truppe americane e la popolazione irachena ha
causato una quindicina di morti nella località di Faluja, circa 50 chilometri
ad ovest di Baghdad. Secondo il Comando Centrale Americano i soldati Usa
avrebbero risposto al fuoco dei manifestanti. I particolari nel servizio di
Giancarlo La Vella.
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L’ennesimo episodio di
insofferenza, sfociato in tragedia. Una protesta notturna da parte di circa 500
abitanti di Faluja – guidati da un leader religioso sunnita – contro
l’occupazione americana di una scuola. E la violenta risposta dei soldati
statunitensi, che hanno respinto l’assalto iniziando a sparare. Gli Stati Uniti
le chiamano “piccole sacche di resistenza”, ma sanno bene che il ripetersi di
proteste come quella di stanotte rischia di mettere a rischio il controllo
della regione. È per questo che da Washington è partito l’ordine di rafforzare
il contingente di soldati presenti a Baghdad: ai 12 mila attuali se ne
aggiungeranno altri 3 o 4 mila, entro la fine della prossima settimana. C’è
bisogno di sicurezza, anche perché la ricostruzione è ormai alle porte: ne
hanno parlato oggi il capo del Pentagono, Rumsfeld, ed il ministro della Difesa
australiano, Hill, che ha chiesto un ruolo di primo piano per le aziende del
suo Paese. Sede del vertice, il Qatar, che da ieri è divenuto il nuovo punto di
riferimento per la politica americana nel Golfo: dopo 12 anni, infatti, gli
Stati Uniti vi hanno trasferito il comando centrale delle proprie operazioni
aeree, ritirando tutte le forze impiegate finora in Arabia Saudita.
Per la Radio Vaticana, Giancarlo La Vella
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I leader di Cina, Hong Kong e di dieci Paesi dell'Asia
annunceranno un piano in sei punti per
contrastare e porre sotto controllo l'epidemia di Sars. Lo afferma una bozza di
dichiarazione congiunta che dovrà
essere approvata a conclusione di un vertice in corso a Bangkok. Intanto non si arresta la
diffusione del virus in Cina; oggi si è registrato un primo caso anche in Corea
del Sud. Si tratta di un uomo da poco rientrato dalla Cina.
La
Corea del Nord non ha mai ammesso di possedere armi atomiche, contrariamente a
quanto hanno affermato gli Stati Uniti. Lo ha detto oggi il ministero degli
Esteri cinese. La notizia è stata diffusa questa mattina. Intanto gli Stati
Uniti adottano un atteggiamento prudente rispetto all’offerta nordcoreana di
smantellare il proprio programma nucleare, bloccare le esportazioni di missili
e a aprire le porte agli ispettori dell’Onu. In cambio Pyongyang chiede a
Washington forniture di petrolio e assistenza energetica. Ma ascoltiamo il
servizio di Chiaretta Zucconi.
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Questa l’offerta presentata dalla Corea del Nord agli
Stati Uniti nel corso dei recenti colloqui multilaterali a tre, svoltisi in
Pechino la scorsa settimana, come riferito senza ulteriori dettagli dallo
stesso segretario di Stato americano, Colin Powell. Ma a fare chiarezza su
quella che la stampa di Seul ha oggi definito “la nuova audace proposta del
nord” è oggi un quotidiano di Pyongyang il quale inserisce altri punti nella
lista dei desideri della Corea del Nord: il riconoscimento del sistema politico
nord-coreano da parte americana; le garanzie scritte che gli Usa non
attaccheranno mai militarmente la Nord Corea e l’impegno di Washington a non
ostacolare lo sviluppo economico del Paese comunista. La proposta verrà adesso
discussa da Cina, Giappone, Sud Corea e Australia. Ma già da ora, il portavoce
di Stato, Richard Boucher, ha escluso che gli Stati Uniti possano fornire aiuti
economici alla Corea del Nord, se questa prima non abbandonerà le sue ambizioni
nucleari.
Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.
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Nuove violenze in Kashmir. Gli scontri avvenuti nel
distretto meridionale di Doda hanno provocato la morte di 6 soldati indiani e
di 11 ribelli musulmani. L’India avrebbe inoltre collaudato un sofisticato
modello di missile a media gittata, in grado di portare testate nucleari. Le
difficili speranze di pace sono nelle mani del governo di New Delhi e quello di
Islamabad: ieri per la prima volta da oltre un anno i due premier – Vajpayee e
Jamali – hanno avuto una conversazione telefonica.
Un palestinese, membro del
Fronte Popolare per la Liberazione della
Palestina è stato ucciso stamani
nell'attacco condotto da un elicottero israeliano a Khan Yunes. Lo hanno riferito
fonti dell’ospedale di Gaza che danno notizia anche del ferimento di un secondo
palestinese. Intanto stamani il leader dell’Anp Yasser Arafat ha aperto i
lavori della sessione straordinaria del Consiglio legislativo palestinese per
il voto di fiducia al nuovo governo del premier Mahmud Abbas. Il servizio è di
Graziano Motta.
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Nella giornata in cui Israele commemora l’Olocausto di sei
milioni di ebrei nei campi di sterminio nazisti, l’attenzione politica è
concentrata su Ramallah, ove si è riunito il Consiglio legislativo palestinese
per dare la fiducia al nuovo governo presieduto, Mahmud Abbas. Per l’occasione
le autorità militari israeliane hanno revocato il coprifuoco in tutte le città
dei territori e consentito il transito dei deputati, anche dei nove che accusa
di essere implicati nella rivolta. Dopo il voto il nuovo premier dovrebbe
chiamare i palestinesi a cessare la lotta armata contro Israele e i soldati
israeliani ad evacuare le città palestinesi rioccupate. Piuttosto, fonti
ufficiali a Gerusalemme hanno espresso oggi inquietudine per il palese
rafforzamento della posizione di Arafat dopo la costituzione del governo Abbas.
Il ministero degli Esteri ha fatto sapere agli Stati Uniti e ai Paesi europei
che è da escludere alcun dialogo con il rais. Nei territori sono continuate
delle operazioni militari israeliane contro capi della rivolta.
Per Radio Vaticana, Graziano Motta.
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E' morto il generale croato
Janko Bobekto, accusato dell'esecuzione di un centinaio di civili serbi dal
Tribunale penale internazionale dell'Aja.
Aveva 84 anni ed è stato colto da una crisi cardiaca nella sua abitazione.
La polizia serba ha accusato il
leader ultra nazionalista Vojislav Seselj insieme ad altre 44 persone di
"incitazione al terrorismo" e dell'assassinio del primo ministro
serbo Zoran Djindjic. Lo ha comunicato oggi il ministro dell'interno Dusan
Mihajlovic.
Tripoli accetta di assumersi la
responsabilità civile dell'attentato di Lockerbie avvenuto nel 1988. Lo ha
dichiarato oggi all'agenzia di stampa francese il ministro libico degli affari
esteri Abdel rahmane Chalgam.
Primi
gesti di distensione tra governo dello Sri Lanka e il gruppo ribelle delle
tigri tamil. L’esecutivo di Colombo
ha annunciato che presto sposterà altrove le proprie truppe al momento
dislocate nelle ‘zone di massima sicurezza’ di Jaffna, città del nord
controllata dai guerriglieri. Ne ha dato notizia un comunicato del ministero
della difesa, nel quale è specificato che dal centro le forze di sicurezza
verranno spostate nel settore occidentale della città.
Uganda.
I ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore hanno sequestrato nel nord
del Paese oltre 250 persone. La notizia è riportata dall’agenzia missionaria
Misna e riferisce che i fatti sarebbero avvenuti tra domenica e lunedì scorsi.
Al momento si sta svolgendo una riunione del clero diocesano e religioso di
Lira con l’intento di definire criteri pastorali e umanitari per far fronte
all’emergenza.
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