RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 112 - Testo della Trasmissione di martedì 22 aprile 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Domenica prossima, dedicata alla Divina Misericordia, il Papa proclamerà sei nuovi beati: Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina, il frate cappuccino Marco D’Aviano e quattro fondatrici di congregazioni religiose. Tra loro, Giulia Salzano, delle Suore Catechiste del Sacro Cuore. Con noi, la superiora generale, madre Giuseppina Iodice.

 

La Settimana “in Albis”, proiezione del mistero pasquale: una riflessione del cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Si moltiplicano in Cina i casi di polmonite atipica: intervista con il vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-kiun.

 

L’opera dei Pontefici di fronte ai conflitti del Novecento, nel libro “Papi e guerra”: ai nostri microfoni uno degli autori, Andrea Tornielli.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Un incontro ecumenico di preghiera ad Assunción venerdì, per il futuro del Paraguay in vista delle elezioni generali.

 

L’esercito dell’Uganda ritirerà le proprie truppe dall’area orientale del Congo.

 

Tragedia in Bangladesh per i naufragi di due traghetti: quasi cento morti e decine di dispersi.

 

Pubblicato a Hiroshima il primo dizionario ecclesiastico latino-giapponese.

 

Si è concluso il sondaggio “Un patrono per internet”, l’iniziativa promossa dalla redazione del sito internet “Santi e Beati”. Don Giacomo Alberione ha riscosso il maggior numero di consensi.

 

Sempre maggiori le difficoltà per i missionari stranieri che prestano il loro servizio in Pakistan.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Il Centcom conferma l’arresto del genero di Saddam Hussein e comunica il raggiungimento di un cessate il fuoco tra forze angloamericane ed i mujaheddin del popolo.

 

Attesa in Medio Oriente per la presentazione del nuovo esecutivo palestinese di Abu Mazen.

 

L’Unione Europea denuncia i brogli elettorali nelle elezioni svoltesi ieri in Nigeria.

 

Da domani a Pechino americani e nordcoreani discuteranno  la crisi del riarmo nucleare di Pyongyang.

 

Sospesi i colloqui in Sri Lanka tra guerriglieri Tamil e governo di Colombo.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 aprile 2003

 

 

SEI NUOVI BEATI SARANNO PROCLAMATI DAL PAPA IL PROSSIMO 27 APRILE,

DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA.

TRA LORO, GIULIA SALZANO, UNA SUORA CATECHISTA PER OGNI FASCIA DI ETA’

- Servizio di Giovanni Peduto -

 

**********

Giulia Salzano nacque a Santa Maria Capua Vetere, in quel di Caserta, nel 1846. Si diplomò come maestra elementare nel 1865, anno in cui fu chiamata ad esercitare la professione in Casoria, vicino Napoli, dedicandosi anche all’istruzio-ne catechistica non solo ai fanciulli di Prima Comunione e Cresima, ma anche alle ragazze, alle lavoratrici, alle mamme, agli operai, ai soldati durante la Prima Guerra Mondiale. Nel 1877 organizzò e diresse in Casoria un laboratorio per la confezione di arredi sacri per le Chiese povere. Promosse il culto al Sacro Cuore e la devozione al Rosario; incrementò la pratica del mese di maggio che personal-mente predicava nella chiesa del Carmine al popolo che accorreva con entusiasmo: “Andiamo a sentire la predica di Donna Giulietta”.

 

Giulia capì ben presto che c’era bisogno di evangelizzare e di chi continuasse la sua opera catechistica. Nel 1905 tra enormi difficoltà ma con grande spirito profetico, con l’adesione di alcune sue ex alunne, fondò la Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore. Fu maestra e superiora esemplare per la sua nascente comunità; madre e consigliera del popolo di Casoria che beneficiò in modo particolare dell’opera di Donna Giulietta, come affettuosamente la chiamavano. Ma l’attività a cui dedicò tutte le sue energie fu proprio la catechesi. Madre Giulietta a fine ‘800 anticipò l’impulso che oggi la Chiesa ha dato alla catechesi, cioè: catechesi a tutti i livelli, ad ogni ceto sociale e ad ogni fascia di età. Ascoltiamo l’attuale superiora generale dell’Istituto da lei fondato, madre Giuseppina Iodice:

 

“La santità di Giulia Salzano si distingue per l’intuito vocazionale e carismatico: ella è l’unica figura di fondatrice che sposti la sua attenzione sul versante della catechesi. Il suo è un carisma originale e profetico. L’auspicio è che i catechisti, gli operatori pastorali e tutti i credenti possano scoprire in Giulia Salzano una maestra e una protettrice così da poter dire con lei: ‘Farò catechesi finché avrò un fil di vita’”.

 

Ed ora la parola alla segretaria generale delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, suor Purità Grieco:

 

“La definizione del catechismo: ‘Iddio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita …’ fu la scintilla che accese la madre Salzano per l’insegnamento della dottrina cristiana. Ella era convinta che senza la conoscenza di Dio, il mondo non può né amarlo, nè servirlo. Divenne, così, apostola dell’insegnamento della Dottrina di Cristo. La nostra Madre fondatrice ritenne l’Opera Catechistica la ‘più sublime di ogni altra, la più accetta al cuore di Dio, la più necessaria nella Chiesa, la più voluta dal Sommo Pontefice’”.

 

Non bisogna mancare una parola sulla spiritualità eucaristica della Salzano. Ce la offre il postulatore della Causa di beatificazione, il rev.do Nunzio D’Elia:

 

“La spiritualità di Madre Giulia fu profondamente eucaristica e contemplativa. Per la sua anima assetata di luce divina, le lunghe notti trascorse davanti al Tabernacolo erano sempre troppo brevi; ella adorava nell’Eucaristia il Mistero di Dio fatto uomo e l’Amore trinitario, il cui vertice era sempre per lei il Cuore di Cristo, fonte di vita e santità. Dalla perenne fonte eucaristica scaturiva la fiamma di carità che l’accendeva sempre più di zelo, per cui tornava al consueto lavoro apostolico con tali energie spirituali da conquistare con forza soprannaturale le anime che avvicinava. Le sue catechesi diventavano allora l’esplosione del grande amore per l’Ospite Divino”.

 

Questo Giulia Salzano ha testimoniato con la sua vita alle sue figlie e a quanti la conoscevano. Il 16 maggio alla vigilia della sua morte, all’età di 83 anni, esaminò più di 100 bambini di Prima Comunione, vivendo in pienezza il motto della sua vita: “Farò catechismo finché avrò un fil di vita”. All’alba del 17 maggio del 1929 donava completamente il suo cuore a quel Dio che aveva fatto conoscere e amare.

**********

 

 

LA SETTIMANA IN ALBIS PROIEZIONE DEL MISTERO PASQUALE.

RIFLESSIONE DEL CARDINALE FRANCIS ARINZE

- A cura di Giovanni Peduto -

 

Anticamente i Battesimi venivano amministrati durante la Veglia pasquale e i neofiti per una settimana portavano la veste bianca – alba – che deponevano la domenica successiva alla Pasqua. Per questo tutta la settimana era chiamata in Albis, una settimana che prolunga la celebrazione del mistero pasquale quasi come un unico giorno. Ecco in proposito una riflessione rilasciata a Giovanni Peduto dal cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti:

 

**********

Poiché il mistero celebrato a Pasqua è così grande, la Chiesa prolunga la celebrazione per una settimana. Questa si chiama Ottava di Pasqua. Dal lunedì di Pasqua fino alla domenica seguente, la Chiesa riflette sui differenti testimoni della risurrezione di Cristo. Si ricorda la predica di San Pietro dopo la Pentecoste, e la coraggiosa testimonianza che lui e San Giovanni diedero di fronte al Sinedrio, il Consiglio Supremo ebraico. Si ricorda l’apparizione di Cristo risorto alle donne, ai due discepoli sulla strada di Emmaus, a tutti gli apostoli riuniti, e quando ha mostrato il suo costato al dubbioso Tommaso. Gesù è veramente risorto. La nostra fede è ferma ed è garantita da Gesù stesso che morì e risorse, e che mandò la sua Chiesa a predicare questa buona novella di salvezza in suo nome. Preghiamo la Beata Vergine Maria, Madre di Cristo Salvatore, per ottenere la grazia di vivere la nostra chiamata cristiana con autenticità, credibilità, impegno e gioia.

**********

 

 

RINUNCIA IN PERU’

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Huacho, in Perú, presentata dal vescovo mons. Lorenzo León Alvarado, dell’Ordine dei Mercedari, per raggiunti limiti di età.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Domina la prima pagina il seguente titolo: "Pace. Pace in Iraq! Pace in Terra Santa!, Pace nei Paesi dove guerre dimenticate e conflitti striscianti provocano morti e feriti tra il silenzio e l'oblio": il Messaggio "Urbi et Orbi" di Giovanni Paolo II per la Pasqua 2003, Anno del Rosario, venticinquesimo di Pontificato.

 

Nelle vaticane, nel "Regina Coeli", il lunedì dell'Angelo, il Santo Padre ha sottolineato che con la Risurrezione di Cristo, tutto cambia, ed acquistano senso nuovo la vita e la storia. Una pagina con una grande, significativa fotografia del Papa raccolto in preghiera durante la Concelebrazione Eucaristica, presieduta in Piazza San Pietro, nel giorno di Pasqua.

Una pagina dedicata alla Veglia Pasquale, nella Basilica Vaticana.

Una pagina sulle celebrazioni pasquali nelle diocesi italiane.

 

Nelle estere, riguardo all'Iraq, un articolo sulle drammatiche condizioni di vita della popolazione, secondo i rilievi fatti dalla Croce Rossa. Cominciato nel Paese il periodo di Amministrazione-Usa.

Sante Messe, preghiere ed invocazioni di pace hanno scandito la solennità della Pasqua in Iraq.

Oltre mille rifugiati alla frontiera con la Giordania.

Medio Oriente: difficoltà nel varo del nuovo Governo palestinese.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Ferdinando Montuschi dal titolo "La pace si conquista con le 'armi' della pace": riflessioni per il tempo di Pasqua.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il drammatico bilancio degli incidenti stradali durante le vacanze pasquali.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

22 aprile 2003

 

 

HONG KONG E LA CINA, DRAMMATICO EPICENTRO DELLA SARS.

I MEDICI DI TUTTO IL MONDO AL LAVORO PER ARGINARE

LA DIFFUSIONE DELLA POLMONITE ATIPICA

- Intervista con il vescovo di Hong Kong, mons. Zen Ze-Kiun -

 

Cinque morti nelle ultime ore. Sono le ultime vittime del virus Sars ad Hong Kong, secondo i dati comunicati oggi, che parlano di 99 decessi e di oltre 1.400 casi scoppiati finora nell’ex colonia inglese. C’è poi la Cina, dove i dati aggiornati a stamani fissano a 2.158, secondo un nuovo conteggio diffuso dal ministero della sanità, i malati confermati della cosiddetta polmonite atipica. I media hanno parlato del nuovo focolaio di infezione in Canada e della quarantina di probabili casi negli Stati Uniti. Di fronte alla virulenza della Sars, la comunità scientifica cerca di adottare delle contromisure appropriate. I test per sapere se si è stati contagiati dal virus dovrebbero essere a disposizione dei laboratori di tutto il mondo entro pochi giorni.

 

Ma è sempre Hong Kong, come detto, ad essere tuttora la città asiatica più colpita. Fausta Speranza ha raggiunto telefonicamente il vescovo locale, mons. Joseph Zen Ze-Kiun:

 

**********

R. - E’ stata una calamità che si poteva prevenire in tempo. Molto probabilmente, l’infezione proviene dall’interno della Cina, solo che allora le autorità locali non hanno dato alla cosa sufficiente importanza. Anche il governo di Hong Kong, quando ha incominciato ad affrontare la questione, è stato un po’ lento nel prendere le decisioni. E così, anche molti tra i medici e le infermiere si sono infettati con il morbo.

 

D. - Che cosa dire dei risvolti socio-economici per la popolazione?

 

R. – Certamente, il diffondersi del virus influisce tantissimo: ha influito sul turismo, che è un punto forte di Hong Kong. I taxi sono vuoti, i ristoranti pure... La situazione della gente è molto difficile: già prima quella economica era negativa, adesso il tutto va ulteriormente peggiorando. Anche il tasso di disoccupazione va aumentando. E di nuovo, purtroppo, ci si lamenta che il governo procede a rilento. Le autorità avevano fatto un preventivo per l’anno in corso ma, dopo quello che sta accadendo in questi giorni, sembrava che dovesse essere modificato. Invece, il preventivo è stato fatto passare così come era stato proposto mesi fa. Hanno promesso di fare qualcosa, ma noi stiamo ancora aspettando: non ne viene fuori niente...

 

D. - Come hanno vissuto la Pasqua i credenti nella città asiatica più duramente colpita?

 

R. - I nostri sacerdoti sono tutti lì, pronti a servire il popolo. Il nostro personale impegnato nella cura pastorale degli ammalati cerca ancora ogni opportunità per aiutare i malati. La popolazione cerca di rimanere unita, e anche le comunità religiose tra di loro. Cerchiamo di incoraggiare il personale medico.

 

D. - La gente è affluita in massa per le celebrazioni pasquali, come gli altri anni?

 

R. – Sì. In queste ultime feste, non c’è stato un calo sensibile di partecipazione. Nei giorni precedenti, nelle domeniche, c’era stato una leggera flessione, calcolata intorno al 20 per cento, specialmente nelle famiglie. I genitori erano soliti venire insieme ai bambini mentre ora, per cautela, sono rimasti a casa. Noi incoraggiamo anche le famiglie che hanno paura dell’infezione, dicendo loro che si può pregare in casa!

**********

 

 

I CONFLITTI DEL NOVECENTO E LA SANTA SEDE:

LE STORIA DELLE PAROLE DI PACE DEI PONTEFICI

RACCOLTA NEL LIBRO “PAPI E GUERRA”

- Intervista con uno degli autori, Andrea Tornielli -

 

Dalle tragedie senza confini delle due Guerre mondiali alle pagine geograficamente meno estese, ma non meno sanguinose, del Vietnam e della Corea. Dalla possibile guerra della crisi di Cuba al conflitto delle Falkland-Malvinas. E poi, la Bosnia, il Kosovo e la Serbia, le due Guerre del Golfo. Una sequenza di drammi, preceduti dal febbrile lavorio delle diplomazie e seguite dagli enormi costi umani e strutturali che ogni operazione bellica comporta. In questi diversi contesti storici - che abbracciano il “secolo breve” del Novecento fino ad oggi - nessuno dei Pontefici trovatisi di fronte al disastroso incombere delle armi ha mai taciuto. Dalla “Nota di pace” di Benedetto XV ai ripetuti appelli di Giovanni Paolo II per scongiurare l’ultimo conflitto in Iraq, le parole dei Papi hanno scritto una storia particolare fatta di trepidazione per le sorti del mondo, di denuncia della violenza, di compassione per le sue vittime. Una storia ricostruita nel libro “Papi e guerra”, pubblicato pochi giorni fa e frutto della collaborazione tra un giovane studioso di storia, Andrea Gianelli, e il vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:

 

**********

R. - Insieme ad Andrea Gianelli, abbiamo deciso di partire dall’inizio del secolo scorso, cioè dalla Grande Guerra, per un motivo preciso: perché è con quell’evento, e con la Nota di pace di Benedetto XV, che inizia uno stile nuovo dei Papi nei confronti della guerra. E’ la guerra stessa ad essere cambiata rispetto ai secoli precedenti: non è più una guerra guerreggiata tra eserciti ma, a causa delle armi sempre più distruttive, una guerra che coinvolge pesantemente la popolazione civile.

 

D. - Sul ruolo dei Pontefici che in maniera particolare si sono succeduti nei due conflitti mondiali, si è detto e si è scritto molto. Quale taglio avete privilegiato nel vostro libro?

 

R. - Essenzialmente abbiamo analizzato, cercando di contestualizzarli, i pronunciamenti e le azioni diplomatiche dei Papi, e dunque cosa hanno detto e cosa hanno fatto per cercare di fermare le guerre. E da questo punto di vista, mi sembra che esista uno “stile papale” in tempo di guerra. In altre parole, a guerra iniziata, i pronunciamenti dei Papi cambiano, sono più caratterizzati da una certa prudenza e sono tesi a favorire le azioni umanitarie, oltre che a far cessare quanto prima i conflitti.

 

D. - Giovanni XXIII e Paolo VI sono Papi di un’epoca in cui la guerra si è spostata dai campi di battaglia e viene combattuta nelle sedi diplomatiche, all’Onu. Eppure le loro parole non risulteranno meno forti di quelle dei loro predecessori …

 

R. - No, anzi. Nel libro cerchiamo di seguire anche questa evoluzione di grande valorizzazione che la Santa Sede ha fatto, durante il Novecento, degli organismi sopranazionali, che sono in grado in qualche modo governare le crisi e tentare di risolverle con mezzi pacifici.

 

D. - E veniamo a Giovanni Paolo II che ha vissuto da giovane la Seconda Guerra mondiale e ha assistito da Papa, con profonda preoccupazione, al primo conflitto del terzo millennio. Qual è la sintesi del suo messaggio?

 

R. - Bisogna dire che con Giovanni Paolo II l’avversione alla guerra diventa ancora più radicale, proprio per questa esperienza, che lui stesso ha raccontato, di essere stato un testimone del secondo conflitto mondiale: degli orrori del nazismo e del comunismo. Va detto che, proprio sotto il suo Pontificato, la Santa Sede ha inventato il termine di “ingerenza umanitaria”. E’ certo che in tutti i conflitti che si è trovato a vivere - dalle Falkland alla crisi jugoslava, passando alla guerra del Golfo, al Kosovo, e infine a questa guerra all’Iraq - Giovanni Paolo II ha sempre creduto che ci fosse la possibilità di arrivare ad una soluzione negoziata e che quegli stessi conflitti e quelle stesse guerre fosse possibile evitarli.

 

D. - C’è un aneddoto, una curiosità legata alla stesura di questo libro?

 

R. - Più che un aneddoto, si tratta di una piccola scoperta che io ho fatto. Per la stesura della “Nota di pace” di Benedetto XV, un contributo fondamentale lo dà una minuta, una bozza, scritta da mons. Pacelli, che poi diventerà Pio XII. Per il famoso messaggio di Pio XII dell’agosto del ’39, la bozza è scritta da mons. Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI. Ciò che appare è una continuità non soltanto ideale e di contenuti, ma anche fisica, direi. Questo mi sembra molto interessante per far capire che - al di là delle diversità che giustamente si sottolineano tra un Pontificato e l’altro - ci sono delle linee guida che sono comuni e che vanno al di là delle differenze di carattere dei Papi.

**********                             

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

22 aprile 2003

 

 

  CATTOLICI, EBREI E MUSULMANI PREGHERANNO INSIEME VENERDÌ PROSSIMO

NELLA CATTEDRALE DI ASSUNCIÓN. L’INIZIATIVA,

PROMOSSA DALLA CHIESA CATTOLICA DEL PARAGUAY,

È STATA ORGANIZZATA IN VISTA DELLE ELEZIONI GENERALI DEL 27 APRILE

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

**********

ASSUNCIÓN. = Cattolici, ebrei e musulmani si uniranno in preghiera venerdì prossimo nella Cattedrale di Assunción per un “Paraguay migliore”. Lo riferisce l’agenzia Adital precisando che l’atto ecumenico, promosso dalla Chiesa cattolica del Paese sudamericano, è programmato in vista delle elezioni generali del 27 aprile. Sono nove i candidati che si affronteranno nella corsa alla massima carica dello Stato e 15 i partiti che si disputeranno i seggi del Congresso nazionale e delle assemblee locali. A pochi giorni dalla tornata, tutti i sondaggi danno per favorito Nicanor Duarte, candidato del Partito Colorado, al potere dal 1947. Secondo Susana Oviedo, docente dell’Università cattolica e giornalista del quotidiano “La Hultima Hora”, Duarte ha costruito la sua candidatura sulle critiche al presidente uscente, Luis González, suo compagno di partito. “Ha approfittato – aggiunge - del fallimento di González che a febbraio ha rischiato l’impeachment per corruzione e negligenza nell'esercizio delle sue funzioni”. I suoi diretti rivali, l’imprenditore Pedro Fadul del Movimento Cara Patria ed il liberale Julio César Franco sostengono, al contrario, che Duarte è l’uomo più vicino a González tra tutti i candidati. Ma secondo Susana Oviedo, la possibilità di un’alternanza al potere resta lontana: i principali settori dell’opposizione non sono riusciti ad unire le forze per sconfiggere il partito di Duarte.

**********

 

 

L’ESERCITO DELL’UGANDA RITIRERÀ LE PROPRIE TRUPPE DALL’AREA ORIENTALE DEL CONGO.

LO HA AFFERMATO IL MINISTRO DEGLI ESTERI UGANDESE JAMES WAPAKHABULO

 

KAMPALA. = Entro tre giorni, l'esercito dell’Uganda dovrebbe ritirare le sue truppe dall'est della Repubblica Democratica del Congo. Ma il Rwanda, nonostante le ripetute smentite, avrebbe intanto inviato nel Paese diverse truppe e rifornirebbe d'armi Thomas Lubanga, leader dell’’Unione dei patrioti congolesi (Upc). Il governo di Kigali sarebbe implicato anche in altre attività di supporto a Joseph Kony, capo dell'Esercito di resistenza del signore (Lra), gruppo di ribelli in lotta con Kampala in territori confinanti col Sudan. Lo ha affermato il ministro degli esteri ugandese James Wapakhabulo sostenendo di avere le prove di tutte le sue affermazioni attraverso varie fonti e documentati rapporti di intelligence. Nel frattempo, Patricia Tome, responsabile del servizio informazioni della missione Onu nel Congo (Monuc) ha espresso viva preoccupazione per movimenti di truppe di ribelli, circa diecimila uomini secondo le sue valutazioni, tra Bukavu, capoluogo del Sud Kivu, e Uvira. Nonostante gli accordi di Sun City e le diverse altre iniziative di pace, nella regione dei Grandi Laghi sembra esserci ancora molta tensione, come testimoniano sia il massacro di Drodro, nel Nord Ituri, sia, nel vicino Burundi, i tre giorni di cannoneggiamenti dei miliziani dalle colline circostanti su alcuni quartieri di Bujumbura, a 145 chilometri da Bukavu. (A.L.)

 

 

IN BANGLADESH LE AVVERSE CONDIZIONI METEOROLOGICHE HANNO CAUSATO L’AFFONDAMENTO DI DUE TRAGHETTI.

FINORA LA POLIZIA HA TROVATO 94 CORPI MA DECINE DI PERSONE MANCANO ANCORA ALL’APPELLO

 

DACCA. = Sono almeno un centinaio le vittime di due naufragi avvenuti ieri in Bangladesh, ma il bilancio potrebbe purtroppo aggravarsi ulteriormente a causa di decine dispersi non ancora recuperati. Secondo fonti della polizia, un traghetto con a bordo 400 passeggeri, il doppio della capienza consentita, si è rovesciato durante una tempesta mentre navigava sul fiume Buriganga nei pressi di Alipur, nel distretto di Narayanganj. Fino ad ora la polizia ha recuperato 94 corpi dalle lamiere del traghetto, ma decine di persone mancano ancora all’appello. Molti superstiti sono riusciti a raggiungere la riva a nuoto dopo il naufragio oppure sono stati salvati dai mezzi di soccorso. Al momento dell’affondamento, il vento spirava a circa 70 chilometri l’ora. La stessa tempesta ha travolto un altro traghetto, in navigazione sulle acque del fiume Meghna, circa 150 chilometri a nordest di Dacca, nel distretto di Brahmanbaria. Sull’imbarcazione viaggiavano un centinaio di passeggeri. Per ora non sono giunte notizie della comitiva di 50 persone che partecipava ad un banchetto nuziale a bordo dell’imbarcazione. Secondo altre fonti, la medesima ondata di maltempo ha provocato ulteriori 17 vittime nel Bangladesh centro orientale. Il trasporto fluviale del Bangladesh, uno dei Paesi più poveri del mondo, non è nuovo a questo tipo di incidenti. Utilizzati comunemente come mezzo di trasporto dalla popolazione, i traghetti molto spesso non rispettano gli standard minimi di sicurezza e i frequenti episodi di maltempo provocano non di rado naufragi e vittime. Nelle scorse due settimane una novantina di passeggeri sono morti in incidenti che hanno coinvolto altri due traghetti. (A.L.)

 

 

PUBBLICATO A HIROSHIMA IL PRIMO DIZIONARIO ECCLESIASTICO LATINO-GIAPPONESE.

UN VALIDO AIUTO PER CHI STUDIA LE MATERIE ECCLESIASTICHE

NELLE UNIVERSITÀ NIPPONICHE ED UN CONTRIBUTO IN PIÙ

PER L’EVANGELIZZAZIONE DEL CONTINENTE ASIATICO

 

HIROSHIMA. = Un contributo alla diffusione del Vangelo nel continente asiatico è stato dato in questi giorni dal gesuita spagnolo Juan Vicente Catret, che a Hiroshima, in Giappone, ha recentemente pubblicato il primo dizionario ecclesiastico latino – giapponese integrato dal vocabolario liturgico della Chiesa cattolica. Padre Catret, missionario in Giappone dal 1962, ha spiegato che questo dizionario costituisce un utile ausilio per chi inizia lo studio delle materie ecclesiastiche nelle università nipponiche. Il dizionario, che comprende circa 5 mila parole, comprese quelle che riguardano la musica sacra e gregoriana, è l’ultima pubblicazione in giapponese di padre Catret, dopo altri 40 titoli, tra cui opere riguardanti la spiritualità di Sant’Ignazio di Loyola, biografie di santi gesuiti e trattati di filosofia morale. Le università di Teologia nel Paese del sol levante sono sei. In Giappone la comunità cattolica conta circa 500 mila fedeli, distribuiti in 16 diocesi, su una popolazione di circa 127 milioni di abitanti. Attualmente il numero dei cattolici sta crescendo: molti discendenti di emigrati giapponesi in America del Sud ritornano in Giappone, portando con loro la fede ricevuta nei Paesi d’adozione. (M.A.)

 

 

SI È CONCLUSO IL SONDAGGIO “UN PATRONO PER INTERNET”, L’INIZIATIVA PROMOSSA DAL SITO INTERNET “SANTI E BEATI”.

DON GIACOMO ALBERIONE HA RISCOSSO IL MAGGIOR NUMERO DI CONSENSI DA PARTE DEGLI OLTRE 70 MILA VOTANTI

 

ROMA. = Si è conclusa il giorno di Pasqua l’ultima fase del sondaggio sulla ricerca del Santo protettore della Rete, degli utenti di Internet e dei programmatori informatici promossa dalla redazione del sito "Santi e Beati". Il fondatore dei paolini Giacomo Alberione, che sarà beatificato domenica prossima, ha riscosso il maggior numero di consensi (23.677) staccando di sole nove preferenze San Giovanni Bosco. Molto distanti, rileva il Sir, il servizio di informazione religiosa della Cei, le altre preferenze che sono andate a Sant'Alfonso de’ Liguori, a San Gabriele arcangelo, a Santa Chiara d'Assisi e a San Massimiliano Kolbe. La regola "un computer, un voto" ha impedito i voti multipli a vantaggio di una più vasta rappresentanza. Gli oltre 70 mila voti sono pervenuti, infatti, da ogni parte del mondo: dall’Italia, dagli Stati Uniti, dal Messico, dal Brasile e da altri 91 Paesi. Tra questi è rappresentato anche lo Stato del Vaticano. Particolarmente interessanti i commenti e le motivazioni lasciati da votanti di ogni lingua che continueranno ad essere leggibili su www.santiebeati.it/patrono.html. A don Giacomo Alberione, nato a San Lorenzo di Fossano (Cn) il 4 aprile 1884 e morto a Roma il 26 novembre 1971, "straordinaria figura di moderno apostolo", sono dedicati un supplemento speciale di "Famiglia Cristiana" ed il sito http://www.alberione.org/.

 

 

IN PAKISTAN LE NUOVE DISPOSIZIONI PER LA REGISTRAZIONE

DEI CITTADINI STRANIERI AUMENTANO LE DIFFICOLTA’ DEI MISSIONARI

CHE PRESTANO IL LORO SERVIZIO NEL PAESE

 

KARACHI. = Sono sempre maggiori le difficoltà per i missionari stranieri che prestano il loro servizio in Pakistan. Da quando nel 2000 sono state introdotte nuove disposizioni più rigide per la registrazione dei cittadini stranieri che lavorano nel Paese - ufficialmente allo scopo di contenere l’immigrazione illegale - per i missionari cristiani sono notevolmente aumentate le lungaggini burocratiche per ottenere il rinnovo dei permessi senza i quali non possono continuare ad operare in Pakistan. Secondo fonti della Chiesa locale, undici missionari di diverse denominazioni cristiane stanno attualmente aspettando il ‘via libera’ del governo per ottenere i loro nuovi permessi di soggiorno e di lavoro. Ad alcuni è stato anche chiesto un colloquio con un funzionario dei servizi di sicurezza. Secondo la stessa fonte, un’altra diecina di missionari stanno aspettando da quasi due mesi nuovi visti. Queste lentezze burocratiche stanno creando non pochi inconvenienti all’attività di questi missionari che non possono muoversi liberamente nel Paese. (L.Z.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

22 aprile 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza -

 

Un genero di Saddam Hussein, Jamal Moustafa Abdallah, è prigioniero delle forze della coalizione angloamericana in Iraq. Lo ha confermato stamani il comando centrale americano che ha diffuso anche la notizia del raggiungimento del “cessate il fuoco” tra le forze della coalizione angloamericana e i mujaheddin del popolo, principale movimento dell'opposizione armata iraniana con base in Iraq. E continuano ad affluire numerosissimi i fedeli sciiti nella città santa di Karbala. Tra le invocazioni dei pellegrini, anche numerosi slogan antiamericani. Ieri poi si è insediato a Baghdad l’amministratore provvisorio civile dell’Iraq, il generale Usa in pensione, Jay Garner che oggi ha incontrato il capo dell'Unione patriottica del Kurdistan, Jalal Talabani. La linea a Paolo Mastrolilli.

 

**********

Il generale Garner è arrivato ieri per la prima volta a Baghdad, promettendo una ricostruzione e una transizione veloce, mentre i marine hanno cominciato a lasciare la città passando dal controllo dei reparti normali dell’esercito. Ma la componente sciita della popolazione vuole uno Stato islamico e anche ieri sono avvenute manifestazioni antiamericane nella capitale, mentre gli stessi inviati di Washington hanno smentito un collaboratore dell’oppositore laico, Achmed Shaalabi, che sostiene di essere stato scelto come nuovo governatore di Baghdad. Shaalabi, considerato il candidato favorito dal Pentagono per la guida futura dell’Iraq, ha detto che Saddam è ancora nel Paese e i suoi uomini gli stanno dando la caccia. Nel frattempo il genero del rais e una delle sue guardie del corpo si sono consegnati agli americani, dopo aver tentato la fuga in Siria, mentre anche l’ex premier Al Subaidi e l’ex ministro della ricerca scientifica sono stati arrestati. Questi sviluppi hanno contribuito ad allentare la tensione tra Washington e Damasco che, secondo il presidente Bush, ha cominciato a capire i messaggi ricevuti sulla necessità di collaborare.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

**********

 

Il segretario di Stato americano Colin Powell vorrebbe recarsi in Medio Oriente e in Siria ad inizio maggio con l’intenzione di prospettare alle autorità di Damasco un coinvolgimento nei negoziati di pace tra palestinesi e israeliani per il Medio Oriente.

 

E proprio in Medio Oriente, il clima di favore internazionale per la formazione del governo palestinese guidato da Abu Mazen appare in netto contrasto col duro confronto sulla lista dei ministri tra il presidente palestinese Arafat e lo stesso premier incaricato che oggi dovrebbe consegnare la lista definitiva dei ministri o rinunciare all’incarico. Stamani ci sono state consultazioni sull’argomento tra Arafat e il presidente egiziano Mubarak. Ce ne parla Graziano Motta:

 

**********

Gli intoppi che ha incontrato Machmud Abbas per la formazione del governo palestinese non sono stati superati. Una commissione di esponenti di Al Fatah ha proposto una soluzione di compromesso, in base alla quale Mohamed Dachlan, l’ex capo della polizia preventiva di Gaza, designato come ministro degli Interni, inviso ad Arafat e sostenuto invece dagli Stati Uniti, non avrà alcun dicastero, ma un altro incarico. E ha poi suggerito una lista di 24 ministri, 14 dei quali membri del governo in carica, presieduti dallo stesso Arafat. Abbas non sembra intenzionato a cedere a quella che si è ormai configurata come una prova di forza, per cui se non ci saranno sviluppi dovrà rinunciare all’incarico. E si fanno i nomi di altri possibili incaricati, Aniel Assam e Saeb Erekat. Entrambi però legati ad Arafat non rappresentano quella ventata nuova auspicata da Stati Uniti, Unione Europea e dallo stesso Israele, per avviare le riforme istituzionali palestinesi e riprendere il negoziato di pace.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

**********

 

17 guerriglieri musulmani sono stati uccisi stamani nel corso di due diversi scontri con le forze di sicurezza indiane nel Kashmir. Ne ha dato notizia un portavoce militare indiano. Nella regione, intanto, anche altre 5 persone hanno perso la vita per l’esplosione stamani di un ordigno esplosivo artigianale, saltato in aria nel distretto di Pulwana a 40 km a sud di Srinagar.

 

Le elezioni presidenziali e quelle del governo svoltesi lo scorso fine settimana in Nigeria sono state “macchiate da serie irregolarità e gravi brogli”. E' quanto dichiarato dall'Unione Europea in un comunicato diffuso stamani ad Abuja. Intanto cinque persone hanno perso la vita nel fine settimana quando un corteo di auto sul quale viaggiava una figlia del presidente uscente Olusegun Obasanjo è stato attaccato. Lo ha fatto sapere a Lagos un portavoce del capo di stato. E la polizia locale informa dell’uccisione di otto militanti del principale partito d'opposizione da parte di alcuni militari nigeriani avvenuta ieri nello stato di Benue. Sul rovente clima ad un giorno dal voto sentiamo Giulio Albanese:

 

**********

La speranza che dopo decenni di instabilità politica si possa assistere al primo passaggio di poteri tra due governi eletti democraticamente in Nigeria è attenuata dalle polemiche sulle frodi elettorali, denunciate da almeno quattro gruppi di osservatori indipendenti. In particolare, sono emersi brogli negli Stati di Cross River, di Imo e di Rivers. Francis Erube, un portavoce di Buhari, ha parlato di massicci brogli, dicendo che la gente reagirà e combatterà. Lo stesso Buhari ha distribuito ai rappresentanti di alcuni mezzi di informazione una dichiarazione in cui annuncia di non essere disposto ad accettare il risultato che si va profilando. Una settimana fa il partito di Obasanjo, che ha garantito al Paese i primi quattro anni di governo civile, pur essendo egli stesso un ex militare, si era assicurato la maggioranza assoluta nel Parlamento.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

**********

 

Sospesi i colloqui di pace tra ribelli Tamil e governo dello Sri Lanka. E’ quanto si apprende da una lettera che il capo negoziatore delle tigri Tamil Anton Balasingham indirizza al primo ministro cingalese Ranil Wickremesinghe. Il testo riferisce la “costernazione” dei ribelli dovuta al mancato rispetto dei patti concordati da parte del governo di Colombo.

 

Prenderanno il via domani a Pechino, in Cina, gli incontri tra esponenti americani e nordcoreani dedicati alla soluzione della crisi sul riarmo nucleare di Pyongyang. Dopo una serie di smentite - dovute a nuove minacce nordcoreane - la conferma dei colloqui è venuta ieri dal Dipartimento di Stato americano. Chiaretta Zucconi:

 

**********

Si tratta del primo incontro tra Washington e Pyongyang dall’inizio della crisi sei mesi fa, quando i contatti furono interrotti dopo la candida ammissione del regime comunista di aver proseguito nelle sue ambizioni di costruire la bomba atomica. Sei mesi di grandi tensioni, durante i quali la Nord Corea si è ritirata dal trattato di non proliferazione atomica e ha riattivato la centrale nucleare di Yongbyong. I colloqui andranno avanti fino a venerdì, alla presenza anche della Cina, stretta alleata della Nord Corea e grande mediatrice negli ultimi tempi tra Pyongyang e Washington. Intanto, per calmare le acqua a Seul e Tokyo, grandi escluse di questi colloqui, il vice segretario di Stato americano, James Kelly, ha già annunciato che volerà in visita nei due Paesi estremo orientali, una volta terminate le consultazioni nella capitale cinese.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi.

**********

 

Non si è fermata nemmeno durante le festività pasquali la violenza in Colombia. Attentati a catena si sono succeduti anche dopo che un commando armato aveva compiuto un attacco contro la processione del Venerdì Santo nella città meridionale di Dolores, causando tre morti. E si fanno difficili i rapporti tra colombiani e venezuelani. I primi accusano Caracas di proteggere le Farc. Mentre il presidente venezuelano Chavez sostiene che Bogotà finanzi i paramilitari di destra.

 

 

=======ooo=======