RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVII  n. 104 - Testo della Trasmissione di lunedì 14 aprile 2003

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Giovanni Paolo II afflitto per la guerra in Iraq e per i tanti focolai di violenza nel mondo sottolinea l’urgenza di una vera educazione alla pace: così nel discorso stamane ai 3mila universitari dell’Opus Dei.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Guerra in Iraq: capitola Tikrit città natale di Saddam Hussein, mentre migliora la situazione della sicurezza a Baghdad. Monito di Bush alla Siria perché non offra asilo agli esuli del regime iracheno. Interviste con Luigi Geninazzi, Anna Migotto, mons. Fernando Filoni, Guido Olimpio, Jassim Taofic Mustafà.

 

Nuove speranze di pace per il Medio Oriente nelle proposte del premier israeliano Ariel Sharon: ai nostri microfoni Marcella Emiliani e padre Giovanni Battistelli.

 

Il mobbing aumenta il rischio di malattie cardiovascolari: l’allarme dal primo Meeting mediterraneo di cardiologia. Ce ne parla Guido Mancinelli. 

 

CHIESA E SOCIETA’:

Le offerte del Venerdì Santo delle comunità cristiane di Terra Santa saranno devolute alla popolazione irachena.

 

Proviene dalla Croazia l’olio che sarà consacrato dal Papa Giovedì Santo.

 

La ripresa delle violenze nello Stato indiano dell’Assam rischia di far saltare l’accordo tra il governo ed i ribelli, sottoscritto nel mese di febbraio.

 

Il governo australiano donerà 450 mila euro alle amministrazioni di Bali, per risollevare l’economia dell’isola.

 

Lo scorso venerdì è morto padre Martin Njoroge, missionario in Kenya.

 

I fedeli malaysiani, durante il periodo di Quaresima, saliranno su una collina del Paese per rivivere i momenti più salienti della Via Crucis.

 

24 ORE NEL MONDO:

Il virus della Sars continua a mietere vittime ad Hong Kong.

 

Spiragli di pace tra Washington e Pyongyang: la Corea del Nord si dichiara disposta ad una trattativa.

 

“Rimuoveremo gli insediamenti ebraici nei territori palestinesi” così il premier israeliano Sharon.

 

30 giugno 2003: questo il termine dei lavori sulla Convenzione Europea, secondo il presidente Giscard d’Estaing.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

14 aprile 2003

 

 

IL PAPA PREOCCUPATO PER LA SITUAZIONE IN IRAQ

 MA ANCHE PER I TANTI FOCOLAI DI VIOLENZA ACCESI NEL MONDO

INVITA A FAR DILAGARE SULLA TERRA L’ONDA PACIFICATRICE DELL’AMORE:

 COSI’ AI GIOVANI DI  “UNIV 2003”

 

“E’ più che mai urgente una vera educazione alla pace”. Lo ha riaffermato con forza il Papa questa mattina, preoccupato “non solo per la situazione in Iraq, ma anche per tanti focolai di violenza” accesi anche in altri continenti”. Sono parole da lui rivolte questa mattina, ricevendo in udienza i 3000 universitari e docenti partecipanti al Meeting internazionale “Univ 2003”, promosso, come ogni anno, dall’Opus Dei, a Roma durante la Settimana Santa. Al centro del congresso universitario il tema: “Costruire la pace nel XXI secolo”. Servizio di Carla Cotignoli:

 

**********

(canto)

 

“Se l’amore, segno distintivo dei discepoli di Cristo,  si traduce in gesti di servizio disinteressato, in parole di comprensione e di perdono, la sua onda pacificatrice si allarga e si estende sino ad interessare l’intera comunità umana”.

 

 E’ la via dell’amore, della verità, della giustizia e della libertà, la stessa indicata da Papa Roncalli nella Pacem in Terris che il Papa ancora una volta propone ai giovani. Parlando della verità, Giovanni Paolo II ha chiesto loro di avere “il coraggio”  di affrontare “le domande sul senso della vita”. “Forgiatevi - ha detto - ad una limpida rettitudine di pensiero e di azione, di rispetto e di dialogo con gli altri”. “Abbiate, in primo luogo quel rapporto vero con Dio che richiede conversione personale e apertura al suo mistero”. Il Papa ha posto l’amore che viene da Dio, come radice della giustizia.

 

“La pace vera fiorisce in effetti quando nel cuore viene vinto l’odio, il rancore e l’invidia; quando si dice no all’egoismo e a tutto ciò che spinge l’essere umano al ripiegamento su se stesso e alla difesa del proprio tornaconto”.

 

“E’ ancora l’amore - ha aggiunto il Papa - che rende “più facile comprendere anche il quarto pilastro della pace: la libertà, il riconoscimento dei diritti delle persone e dei popoli e il libero dono di sé nel responsabile compimento dei doveri che competono a ciascuno”. Questa la via per dare “un contributo efficace alla costruzione di un mondo pacificato e pacificatore”.

 

Giovanni Paolo II ha concluso citando il fondatore dell’Opus Dei San José-maria Escrivà: ricordava che “compito del cristiano è annegare il male nella sovrabbondanza del bene”. E spiegava: “Non si tratta di far campagne negative, né di essere anti-qualcosa. Al contrario, si tratta di vivere di affermazioni, pieni di ottimismo, con gioventù, allegria e pace, di guardare tutti con comprensione”. Il Papa ha quindi dato ai giovani una consegna: “accogliete la pace che Cristo dona a chi gli apre il cuore e diffondetela in ogni ambiente”.

 

Poco prima il Santo Padre aveva ancora una volta affermato che “la prima fondamentale azione in favore della pace è la preghiera, poiché la pace è dono dell’amore di Dio”. E una giovane, nell’indirizzo di saluto, a nome dei suoi coetanei, in quest’anno del Rosario da lui indetto “avendo in cuore la situazione attuale del mondo”, gli aveva assicurato che può contare sulla risposta dei giovani che condividono con lui la certezza “che il Rosario è la nostra arma principale per ottenere la pace”.

**********

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINA

 

Nel corso della mattinata il Papa ha ricevuto in udienza l’arcivescovo Gabriel Moltalvo, nunzio apostolico negli Stati Unii; Yosef Neville Lamdan, ambasciatore di Israele, con la consorte, in visita di congedo; e Mitsuhiro Nakamura, ambasciatore del Giappone, in visita di congedo.

 

Il Santo Padre ha inoltre nominato oggi vescovo di Sunyani, nel Ghana il rev. Matthew Gyamfi, rettore del Seminario Minore di Sunyani e cancelliere della Curia diocesana

 

 

======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

S'impone, in prima pagina, il seguente titolo "Gerusalemme città-simbolo dell'umanità specialmente nel drammatico inizio del terzo millennio: Domenica delle Palme dell'Anno del Rosario - XVIII Giornata Mondiale della Gioventù; Giovanni Paolo II e i giovani, insieme con il cuore rivolto alla Città dell'"osanna" e della "passione di Cristo".

 

Nelle vaticane, il titolo dell'Angelus è "Vi affido la Croce e l'Icona di Maria che attraverseranno diversi Paesi dell'Europa Centrale e Orientale per giungere fino a Colonia".

Nel discorso ai partecipanti al Meeting internazionale "Univ 2003", il Santo Padre ha sottolineato che è la preghiera la prima e fondamentale azione in favore della pace, dono dell'amore di Dio.

Una pagina dedicata alla celebrazione della Giornata Mondiale della Gioventù nelle diocesi italiane.

 

Nelle pagine estere, il dettagliato resoconto della situazione in Iraq: le truppe alleate controllano tutto il Paese. Primi aiuti dalla comunità internazionale. Incendiata la Biblioteca nazionale.

Kenya: morto, a Nairobi, un sacerdote ferito in una brutale aggressione. 

Medio Oriente: Sharon disposto ad accettare la dismissione degli insediamenti.

 

Nella pagina culturale, un contributo di Pietro Borzomati dal titolo "Una figura luminosa della Chiesa calabrese": quarant'anni dalla morte del beato Gaetano Catanoso.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano la situazione politica in riferimento alla crisi irachena: divergenze sull'opportunità di inviare truppe.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

14 aprile 2003

 

 

IL CENTRO DI TIKRIT CONTROLLATO DAGLI AMERICANI,

MENTRE A BAGHDAD TORNA LA POLIZIA PER LE STRADE.

MONITO DI BUSH ALLA SIRIA: COOPERATE E NON OFFRITE ASILO

AGLI ESULI DEL REGIME IRACHENO

 

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Un’immagine che ricorda quella di Baghdad, pochi giorni fa: i carri armati americani hanno iniziato a presidiare all’alba di questa mattina le strade del centro di Tikrit, città natale di Saddam Hussein e ultimo baluardo della resistenza irachena. Secondo il Centom, il Comando alleato di Iraqi freedom in Qatar, caccia americani F18 hanno distrutto diversi tanks ed ucciso almeno 15 soldati della fanteria irachena. La resistenza incontrata dai blindati statunitensi è stata definita “sporadica” e “non organizzata”, anche se non si può ancora parlare di caduta della città. Ma ascoltiamo la descrizione che ne fa l’inviato di Avvenire, Luigi Geninazzi, entrato poche ore fa in Tikrit al seguito dei marine statunitensi e raggiunto telefonicamente subito dopo da Roberto Piermarini:

 

**********

R. - Tikrit è una città spettrale, non c‘è una persona in giro. Non so dove siano andati tutti. Non c’è un abitante in vista. Ci sono solo i marine che hanno occupato il ponte, hanno circondato tutto il Palazzo presidenziale. Le strade del centro sono vuote, ma si odono sparatorie. Qualcuno ci ha sparato mentre stavamo entrando in città, che sta cadendo sotto il controllo delle truppe americane. Inoltre, continuano anche i bombardamenti. Gli elicotteri Cobra continuano a volare sopra le case. Al momento, la situazione qui in centro è calma. Il problema non è entrare: il problema sarà uscire, perché ci sono sacche di resistenza dei fedayn che si divertono a sparare soprattutto sui giornalisti. A parte questo, lo ripeto: non si vede assolutamente un’anima viva.

**********

 

A Baghdad, nel frattempo, la situazione pare lentamente avviata verso la normalizzazione. Diminuiscono, ma non cessano, i saccheggi, mentre - per ammissione dello stesso Comando angloamericano - “piccole sacche di resistenza” provocano ancora rischi alla sicurezza urbana in alcune aree della capitale. Per farvi fronte, da ieri Baghdad può contare su un altro contributo: quello dei suoi poliziotti, tornati a pattugliare le strade. Gli ultimi aggiornamenti dalla giornalista Mediaset, Anna Migotto, contattata sempre da Roberto Piermarini:

 

***********

R. - Ho visitato da poco il Saddam Pediatric Hospital. Era l’ospedale dei bambini: adesso, dopo i saccheggi negli altri ospedali, è divenuto un ospedale per tutti. Ho trovato una situazione veramente disperata, perché ancora non ci sono medicinali, ancora non arrivano aiuti. Addirittura, negli ospedali sono i civili che portano le medicine che hanno in casa. Anche in città, la situazione è ancora molto drammatica. E’ pur vero che, complessivamente, potremmo dire che stia evolvendo in meglio, anche perché in città hanno preso servizio circa 2000 poliziotti. Abbiamo visto come la gente ha accolto il ritorno dei poliziotti, ovvero con molto favore, nessuno è stato ancora arrestato. I marine avevano arrestato ieri quattro persone, che tentavano di assaltare una banca. In alcune zone vi sono negozi che stanno riaprendo. Si ritorna molto gradualmente alla normalità.

 

D. - Ci sono ancora manifestazioni antiamericane come ieri?

 

R. - Sì, ci sono ancora delle manifestazioni antiamericane, anche qui davanti all’Hotel Palestine. Ci sono molte persone che protestano, anche perché questa è stata una settimana di follia per Baghdad, che non è ancora uscita dalla guerra. Ci sono però anche tante persone che vengono qui a proporsi per lavorare. Quindi ci sono file di gente che cerca lavoro e file di gente che protesta. Protesta anche per i disagi: la città è senza energia elettrica, tanti quartieri sono senza acqua e le condizioni di vita restano pessime.

***********

 

Per i cristiani iracheni quella del 2003 verrà ricordata come una Pasqua di guerra. In che clima è dunque iniziata per loro la Settimana Santa? Ascoltiamo il nunzio apostolico a Baghdad, l’arcivescovo Fernando Filoni, intervistato da Andrea Sarubbi:

 

**********

R. - La Domenica delle Palme è stata celebrata quasi normalmente. Nelle Chiese si sono svolte le cerimonie. La partecipazione è stata relativa, nel senso che molti cristiani si sono recati alle funzioni, ma molti altri non sono potuti andare o si trovano ancora fuori, nei villaggi. Purtroppo, continuano saccheggi e incendi. Abbandonare la casa, quindi, diventa estremamente problematico.

 

D. - Le risulta che questi saccheggi abbiano interessato anche le strutture ecclesiastiche?

 

R. - No, per il momento non abbiamo notizia di saccheggi di strutture ecclesiastiche. Questa mattina, tra l’altro, ci siamo svegliati sotto una pioggia di cenere. Purtroppo è stata incendiata la Biblioteca Nazionale. Quindi, l’odore dell’incendio è nell’aria, e per terra si nota la cenere bianca, entrata ovunque. E’ certamente un grande misfatto, perché è la memoria e la storia di un popolo che viene bruciata e che è stata persa.

**********

 

Il rogo della Biblioteca nazionale si unisce al vandalico saccheggio, venerdì scorso, del Museo archeologico di Baghdad. Ma a preoccupare ormai Stati Uniti e Gran Bretagna non sono più ormai le vicende belliche e i disordini civili dell’Iraq, quanto l’appoggio che la vicina Siria avrebbe concesso ai gerarchi del decaduto regime. Al monito per una maggiore cooperazione, lanciato ieri dal presidente Bush alle autorità di Damasco, replica la portavoce del Ministero degli esteri siriano, Buthaina Shabaan, che ha affermato all’agenzia Ansa che il suo Paese è pronto ad accettare ispezioni per accertare l’eventuale presenza di armi chimiche sul proprio territorio. Ma è una possibilità reale che la Siria divenga il prossimo obiettivo di un’offensiva militare? Il parere di Guido Olimpio, corrispondente da Gerusalemme del “Corriere della sera”:

 

**********

R. - Non c’è dubbio che il conflitto rischi di allargarsi, perché la Siria ha avuto un comportamento strano in questa vicenda. Indubbiamente era contraria alla guerra con l’Iraq, però ha alzato il tono della polemica e ha anche favorito l’arrivo di questi volontari, che sono gli uomini che ora stanno resistendo agli americani in Iraq. Dunque, ci sono tutte le premesse per un allargamento della crisi.

 

D. - Le accuse americane, nello specifico, riguardano sia la protezione di coloro che hanno fatto parte del regime iracheno, ma anche di nascondere armi di distruzione di massa. Quale di queste due accuse ritieni la più veritiera?

 

R. - Diciamo che, in qualche nodo, tutte e due hanno un fondamento. Si sa che diversi sono scappati in Siria, e probabilmente una delle mogli di Saddam si è nascosta a Damasco. Per quanto riguarda le armi, paradossalmente ha più armi di questo tipo la Siria che l’Iraq. Armi che essenzialmente la Siria ha costruito per bilanciare il potenziale aereo strategico israeliano. Però, non c’è dubbio, che queste armi ci siano.

**********

 

Gli Stati Uniti stanno lavorando per definire rapidamente l’istituzione provvisoria che dovrà garantire la transizione democratica dell’Iraq, compresa la soluzione della questione curda. Una transizione alla quale molti intellettuali dell’opposizione chiedono di prendere parte, come conferma Jassim Tawfic Mustafà, esule curdo iracheno, da 20 anni in Italia, ricercatore universitario ed esperto in relazioni internazionali e diritti umani:

 

**********

R. - Le forze irachene vorrebbero partecipare al disegno del futuro dell’Iraq e lo vorrebbero in una gestione del dopo guerra che fosse sotto l’egida delle Nazioni Unite, anche perché ci sentiremmo oggettivamente più garantiti noi, come iracheni. La parola d’ordine di queste forze è per la costituzione di un Iraq democratico, parlamentare e federale, dove per federale si intende la garanzia di un’ampia autonomia del popolo curdo nel nord dell’Iraq, e dove però si vuole stabilire - d’accordo con tutte le forze politiche - che il Paese non venga smembrato. Credo che il popolo iracheno sia ormai maturo per abbracciare e percorrere la strada della democrazia.

**********

 

 

NUOVE SPERANZE DI PACE PER IL MEDIO ORIENTE NELLE PROPOSTE FATTE

DAL PREMIER ISRAELIANO SHARON

 

- Intervista con Marcella Emiliani e padre Giovanni Battistelli -

 

L’andamento della guerra in Iraq sembra aver provocato l’allentamento della crisi israelo-palestinese. Le speranze di pace si affidano, come abbiamo sentito, alla proposta fatta ieri in un’intervista dal premier ebraico Sharon, che ha annunciato la disponibilità a rimuovere gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi, affermando anche la disponibilità a riconoscere uno Stato palestinese autonomo. Ma questa decisione prelude realmente ad un miglioramento dei rapporti tra israeliani e palestinesi? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Marcella Emiliani, docente di Storia ed istituzioni del Medio Oriente all’Università di Bologna:

 

**********

R. – Indubbiamente prelude, soprattutto perché è un annuncio che viene da Sharon, che come sappiamo fino ad oggi è stato il più convinto assertore delle colonie ebraiche. Certamente l’esito della guerra in Iraq ha influito moltissimo su questo tipo di disponibilità di Sharon, anche perché Sharon sa che l’Amministrazione Bush non potrà non occuparsi della crisi israelo-palestinese. Questo però non significa che il cammino sia senza difficoltà.

 

D. – Che cosa è cambiato realmente nella situazione, dato che in fondo tra i Paesi che Sharon accusava essere fiancheggiatori dei palestinesi, non c’era solo l’Iraq, ma c’erano anche altri Paesi come la Siria, per esempio?

 

R. – Sì, indubbiamente, la Siria rimane, comunque in armi, il potenziale nemico numero uno di Israele. Però la prova di forza degli americani in Iraq evidentemente lo ha convinto che Israele da questo punto di vista si può ritenere ben protetto. E’ impossibile credere che la Siria, con l’aria che tira oggi, abbia intenzioni bellicose nei confronti di Israele. L’unica cosa molto dubbiosa è che Sharon non parli di tutte le colonie, ma solo di alcuni di questi insediamenti. Arriva adesso, dopo 10 anni dagli accordi di Oslo, ad ammettere che sì, ci sarà anche uno Stato palestinese. Diciamo che riparte tutto da zero, come se dieci anni di fallimento di processo di pace non ci fossero stati.

**********

 

Le dichiarazioni di Sharon hanno ravvivato le speranze di pace anche della comunità cattolica in Terra Santa. Lo conferma al microfono di Stefano Cavallo padre Giovanni Battistelli, Custode di Terra Santa:

 

**********

R. – Mi auguro che questo sia realmente attualizzato ora. Spero solo che i tempi non siano molto lunghi e che i colloqui siano già iniziati. Siamo davvero nelle mani di questi responsabili ed il semplice fatto che riescano a parlare e a dialogare, non può essere che una speranza. Per quanto riguarda le aspettative poi del popolo palestinese e del popolo israeliano, naturalmente ognuno spera di più. Ma io credo che per ora cessare gli attentati, le contro ritorsioni sia la cosa più importante per questa nostra terra, che sta soffrendo da tanto tempo e troppo.

********** 

 

 

IL MOBBING AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE CARDIOVASCOLARI:

L’ALLARME DAL PRIMO MEETING MEDITERRANEO

 DI CARDIOLOGIA, ORGANIZZATO A TAORMINA

 

- Servizio di Amedeo Lomonaco -

 

**********

Cuore in pericolo per le vittime di mobbing. Ingiustizie e discriminazioni in ufficio, ma anche ansia, malinconia, stress e isolamento sociale moltiplicano il rischio di malattie cardiovascolari. E’ questo il quadro tracciato durante il primo Meeting mediterraneo di cardiologia, svoltosi a Taormina dal 10 al 12 aprile. Il termine mobbing, proveniente dalla lingua inglese e precisamente dal verbo to mob, che significa attaccare, assalire, si riferisce originariamente al comportamento di alcune specie animali che sono solite circondare minacciosamente un membro del gruppo per allontanarlo. Ma il mobbing si manifesta con gravi ripercussioni anche nella società umana. Sul significato di questo fenomeno ascoltiamo uno studioso del mobbing, l’ispettore generale dell’Inps, l’Istituto nazionale di previdenza sociale in Italia,  Guido Mancinelli:

 

R. – Nella società umana esistono problemi di aggressioni psicologiche, di comportamenti vessatori, che si riscontrano nel mondo del lavoro con moltissima frequenza. In realtà abbiamo degli attori: uno è il ‘mobbizzato’, che è la vittima del mobbing, e l’altro è il ‘mobber’. Il ‘mobber’ è colui che pone in essere queste azioni ‘mobbizzanti’. Si tratta molte volte di un collega o di un superiore della vittima. Sono comportamenti che il ‘mobber’ usa per allontanare questo membro dal luogo di lavoro e per indurlo al licenziamento.

 

D. – Come si manifesta, dunque, il mobbing nei luoghi di lavoro?

 

R. – Le espressioni sono molteplici e si traducono in un danno psichico per una dequalificazione forzata in attività. Ci può essere uno stress psicofisico che viene accusato dal lavoratore per il super lavoro. Ci possono essere molestie sessuali oppure il disconoscimento del datore di lavoro di meriti e di diritti.

 

D. – Il mobbing viene esercitato soprattutto sui lavoratori della pubblica amministrazione, ma anche delle istituzioni, dei partiti e delle forze armate. Qual è la causa di questa diffusione così ampia?

 

R. – E’ sempre la soggezione del sottoposto al superiore, soprattutto nella vita militare. Non dimentichiamo che fino a poco tempo fa si sentiva parlare spesso di fenomeni di ‘nonnismo’. Poi, soprattutto nelle comunità, c’è una gerarchia che è abbastanza predominante.

 

D. – Analizziamo ora il rapporto tra la giurisprudenza ed il mobbing. Quali sono gli strumenti giuridici a tutela del lavoratore?

 

R. – Gli strumenti giuridici a tutela del lavoratore sono molteplici in questo campo. Ci si può rivolgere direttamente al giudice del lavoro per cercare di avere giustizia. Nel diritto del lavoro non sono espressamente previste e regolamentate le persecuzioni psicologiche. Questo però non deve comportarne la impunibilità per coloro che si rendono colpevoli di questo comportamento.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

14 aprile 2003

 

 

Top of Form 1

IN OCCASIONE DELLA “GIORNATA PER LE NECESSITA’ DELLA CHIESA IN TERRA SANTA”

CHE SI CELEBRA IL VENERDI’ SANTO, LE COMUNITA’ CRISTIANE DI ISRAELE

DEVOLVERANNO LE LORO OFFERTE ALLA POPOLAZIONE IRACHENA

 

GERUSALEMME. = Le offerte delle comunità cristiane di Terra Santa saranno interamente devolute alla popolazione irachena. L’iniziativa si colloca nell’ambito della tradizionale "Giornata per le necessità della Chiesa in Terra Santa", che si celebra ogni anno il giorno di Venerdì Santo. “Una scelta – spiega il vescovo ausiliare del Patriarcato Latino di Gerusalemme, mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo - che vuole essere un segno concreto di vicinanza e solidarietà alle popolazioni irachene colpite dal conflitto”. “Tutto quello che sarà raccolto - aggiunge il presule - sarà inviato alla Caritas di Baghdad così da essere impiegato subito per i bisogni dei nostri fratelli iracheni, senza nessuna distinzione di fede". “Questa colletta - sostiene - è un mezzo per promuovere nella comunione  e nella vicinanza un autentico spirito di pace”. Mons. Marcuzzo lancia infine un appello: “Tornino i pellegrini in Terra Santa. Tornino a visitare e a pregare nei Luoghi Santi”. E’ questo il modo migliore per testimoniare la vicinanza della Chiesa alle comunità della Terra Santa, che rischiano di sentirsi sempre più sole e abbandonate. (A.L.)

 

 

L’OLIO CHE SARÀ CONSACRATO DAL PAPA GIOVEDÌ SANTO, PROVIENE

DALLA CROAZIA. LO HANNO PORTATO IN VATICANO LA SCORSA SETTIMANA

LE SUORE FIGLIE DELLA MISERICORDIA, CONGREGAZIONE FONDATA

 DALLA VENERABILE SERVA DI DIO MARIA DI GESU’ CROCIFISSO PETKOVIC

- A cura di Aldo Sinkovic -

 

ROMA. = Dopo l’albero di Natale anche l’olio, che sarà consacrato dal Santo Padre Giovedi santo, proviene dalla Croazia. Lo hanno portato in Vaticano la scorsa settimana le Suore Figlie della Misericordia, Congregazione fondata dalla venerabile Serva di Dio Maria di Gesù Crocifisso Petkovic, che sarà proclamata beata il 6 giugno prossimo durante la terza visita pastorale del Pontefice nel Paese. L’olio è stato offerto al Santo Padre dalla comunità locale delle stesse Figlie della Misericordia e dalle autorità comunali di Blato, paese nativo della futura beata. L’Istituto religioso, sorto proprio a Blato negli anni venti del secolo scorso, oggi opera in 14 Paesi d’Europa e dell’America Latina, come segno della comunione nella fede, nella speranza e nella carità e dell’unione che lega il Paese e  la Chiesa croata alla Chiesa di Roma. Con questa iniziativa, la piccola cittadina di Blato, situata sull’isola di Korciula, una delle più belle della costa adriatica croata, ha voluto manifestare la propria gratitudine per l’annunciata visita e la beatificazione della loro compaesana. Secondo la consuetudine liturgica prima della consacrazione l’olio sarà diviso in tre parti: l’olio dei catecumeni, del crisma e degli infermi.

 

 

LA RIPRESA DELLE VIOLENZE NELLO STATO INDIANO DELL’ASSAM RISCHIA

DI FAR SALTARE L’ACCORDO TRA IL GOVERNO ED I RIBELLI,

SOTTOSCRITTO NEL MESE DI FEBBRAIO

 

BENGTOL. = La polizia dello Stato indiano dell’Assam, situato nell’India nordorientale, ha ritrovato i corpi di 4 uomini che sabato scorso erano stati rapiti da un commando del gruppo ribelle “Fronte democratico nazionale del Bodoland” (Ndfb) durante un assalto al villaggio di Bengtol. La tensione sta di nuovo salendo nello Stato dell’Assam, dove da decenni diversi gruppi ribelli di etnia “Bodo” combattono per la separazione dall’India. Lo scorso 10 febbraio l’esecutivo indiano ha sottoscritto un accordo con una delle fazioni attive nel territorio, le “Tigri per la liberazione del Bodo” (Blt), per l’istituzione di un “Consiglio territoriale del Bodoland” (Btc) e per la creazione di un territorio con un’ampia autonomia. Ma da quando è stata firmata l’intesa, la seconda di questo genere dopo quella del 1993, i ribelli del Ndfb hanno intensificato i loro attacchi, probabilmente allo scopo di far saltare il patto. (A.L.)

 

 

IL GOVERNO AUSTRALIANO DONERA’ 450 MILA EURO ALLE AMMINISTRAZIONI DI BALI

 PER RISOLLEVARE L’ECONOMIA DELL’ISOLA DURAMENTE COLPITA

DALL’ATTENTATO TERRORISTICO AVVENUTO 6 MESI FA

 

DENPASAR. = A sei mesi dall’attentato terroristico, compiuto il 12 ottobre 2002 in una discoteca indonesiana sull’isola di Bali, l’Australia ha deciso di commemorare le sue 88 vittime con alcuni gesti propositivi nei confronti della popolazione balinese. Il ministro degli Affari esteri australiano John Howard ha annunciato la volontà del suo governo di donare 470 mila dollari australiani, 450 mila euro, alle Amministrazioni di Bali, e delle vicine località di Lombok e East Java. I finanziamenti serviranno a sostenere la ripresa dell’economia locale, gravemente compromessa dalla drastica diminuzione della presenza di turisti, intimoriti dalla possibilità di altri attacchi terroristici e tenuti lontano anche dalle notizie sull’epidemia di Sars. Il denaro dovrà essere impiegato in programmi di formazione per aiutare le persone a cambiare lavoro o a riorganizzare le imprese commerciali esistenti. Inoltre, la Croce Rossa australiana ha donato tre ambulanze completamente equipaggiate che verranno dislocate alle località di Denpasar, Badung e Buleleng. Il dono comprende un programma di addestramento in tecniche di primo soccorso per 60 operatori e volontari, che si terrà il prossimo maggio. La Croce Rossa australiana spera così di dare ulteriori strumenti ai colleghi indonesiani per meglio affrontare disastri come quello di Bali, se dovessero accadere di nuovo. Le autorità indonesiane, con le quali continua a collaborare la polizia federale australiana, ritengono che i responsabili dell’atto terroristico, il più sanguinoso dopo quello dell’11 settembre 2001 a New York, siano i militanti di ‘Jamaah Islamiya’ (Ji), rete terroristica sospettata di legami con al Qaida. (A.L.)

 

 

DOPO ALCUNI GIORNI DI RICOVERO, È MORTO LO SCORSO VENERDÌ PADRE MARTIN NJOROGE, MISSIONARIO IN KENYA.

ALCUNI BANDITI LO AVEVANO FERMATO MENTRE SI TROVAVA A BORDO DELLA SUA AUTO

 

NAIROBI. = Mentre viaggiava a bordo della sua auto alla periferia di Nairobi, padre Martin Macharia Njoroge è stato aggredito la scorsa settimana da alcuni banditi. Secondo la testimonianza rilasciata all’agenzia missionaria Misna dall’arcivescovo di Nairobi, mons. Raphael Ndingi Mwana’a Nzeki, “dopo averlo trascinato fuori dalla vettura gli hanno sparato quattro colpi a bruciapelo”. “Il sacerdote – ha aggiunto il presule - non ha opposto resistenza, anzi, avrebbe anche consegnato le chiavi dell’auto ai banditi”, poi ritrovata a 500 metri di distanza. Dopo qualche giorno di ricovero all’ospedale di Nairobi, si è reso necessario un intervento chirurgico nel corso del quale, venerdì scorso, il sacerdote è deceduto per arresto cardio-circolatorio. (S.C.)

 

 

DURANTE IL PERIODO QUARESIMALE MIGLIAIA DI FEDELI MALAYSIANI

SALIRANNO SU UNA COLLINA DEL PAESE PER RIVIVERE I MOMENTI

PIÙ SALIENTI DELLA VIA CRUCIS  E PREGARE INSIEME

 

TAIPING. = I fedeli malaysiani hanno un loro Monte Calvario sul quale ogni anno, nel tempo quaresimale, salgono per rivivere i momenti più salienti della Via Crucis e pregare insieme. Si trova nel nord del paese, nei pressi di Taiping, a 220 chilometri da Kuala Lumpur. Qui le celebrazioni del Venerdì Santo assumono un significato particolare per i quattromila fedeli delle due parrocchie locali, quella di Nostra Signora del Sacro Cuore e di San Luigi. Nel 1995 l’allora parroco, don Augustine Wong, decise di issare tre croci in cima alla collina per ricordare l’erezione della prima chiesa nello stato del Perak. Si doveva però procedere al disboscamento e così furono chiamati in causa i rangers cattolici provenienti dagli stati malaysiani di Sabah e di Sarawak. In un anno il percorso fu completato e nel 1996 nacque il Calvario malaysiano, dove ogni anno ci si riunisce per assistere “dal vivo” agli eventi della Settimana Santa. (D.D. - A.L.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

14 aprile 2003

 

 

- A cura di Paolo Ondarza -

 

Le autorità di Hong Kong hanno riferito oggi che sono morte altre sette persone e si sono registrati nuovi 40 contagi da virus della sindrome acuta respiratoria severa, meglio conosciuta come Sars. Sale quindi a 64 il numero delle vittime in Cina e a poco meno di 1400 malati, di cui 1190 nella città di Hong Kong.

 

C’è forse uno spiraglio per una soluzione pacifica della crisi nucleare tra Washington e Pyongyang. La Nordcorea ha infatti annunciato di volersi sedere al  tavolo negoziale multilaterale con gli americani, a condizione che gli Usa siano “pronti ad un coraggioso mutamento radicale” delle loro posizioni. Il servizio è di Chiaretta Zucconi:

 

*********

L’apertura nordcoreana al dialogo è stata considerata con “interesse” dalla Casa Bianca, che ha promesso di rispondere attraverso “appropriati canali diplomatici”. Ma intanto, l’inattesa dichiarazione del ministero nordcoreano degli Esteri è il primo passo positivo di Pyongyang da quando è iniziata la crisi, sei mesi fa. La Nordcorea non specifica cosa intenda per “coraggioso mutamento radicale da parte di Washington. Ciò che appare evidente, invece, è l’obiettivo: ottenere garanzie di sicurezza ed assistenza economica da Washington, in cambio dell’abbandono delle ambizioni nucleari. Analisti in Seul sostengono che Pyongyang sia stata costretta a questo passo temendo di essere il prossimo target militare Usa dopo l’Iraq, e non avendo soprattutto altre alternative. A consigliare la Nordcorea è stata probabilmente Pechino,  il più stretto alleato nordcoreano, che di recente avrebbe anche svolto il ruolo di mediatore tra le parti.

 

Per Radio Vaticana, Chiaretta Zucconi

*********

 

Due militanti islamici pakistani sono stati condannati a morte oggi in Pakistan perché ritenuti responsabili dell'attentato al consolato americano di Karachi, a sud nel Paese. Si tratta di Mahammed Imran e Mohammed Hanif. Ricordiamo che nel tragico episodio avvenuto nel giugno dello scorso anno persero la vita dodici persone.

 

Se il governo Sharon continuerà nella sua politica di ''massacri dei Palestinesi'' e gli Stati Uniti ''sosterranno un regime sionista'', ''non possiamo avere alcuna speranza di pace in Medio Oriente''. E’ quanto ha detto oggi il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Hamid Reza Asefi. Intanto in Medio Oriente, le speranze di pace si affidano alla proposta di Sharon. Il premier israeliano ha annunciato ieri la disponibilità a rimuovere gli insediamenti ebraici nei Territori palestinesi. Graziano Motta.

 

**********

Nell’intervista all’autorevole quotidiano “Ares” egli rileva che la guerra contro l’Iraq ha provocato un’ondata di shock, che apre la via a cambiamenti importanti nella regione e che offre un’opportunità per riprendere il negoziato con i palestinesi che non va sprecata. Si dice quindi determinato a non risparmiare sforzi per giungere ad un accordo e riutilizza la formula “sono pronto a fare concessioni dolorose”, alludendo al ritiro da alcuni insediamenti di coloni in Giudea e Samaria. Il governo israeliano ha intanto revocato lo stato di allerta per la guerra in Iraq e spera in una ripresa del flusso di turisti e di pellegrini. In effetti sono stati pochi i pellegrini stranieri che hanno presenziato a Gerusalemme all’apertura della Settimana Santa, partecipando alla Messa della Domenica delle Palme nella Basilica del Santo Sepolcro, e nel pomeriggio alla tradizionale processione da Beit Faje alla città vecchia, passando per il Monte degli Ulivi, che è stata presieduta dal patriarca latino, Michel Sabbah.

 

Per Radio Vaticana, Graziano Motta.

**********

 

Il presidente della Convenzione  europea Valery Giscard d'Estaing si recherà a Roma su invito del  presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per presentare il progetto di nuova Costituzione europea. I termini dei lavori della Convenzione – ha detto Giscard d’Estaing -   sono fissati per il 30 giugno prossimo.

 

In Nigeria oltre una ventina di morti, polemiche per impressionanti ritardi nella consegna del materiale elettorale, brogli e maltempo, hanno caratterizzato la giornata elettorale delle legislative svoltesi sabato. E il 19 aprile prossimo si voterà per le presidenziali. Il servizio di Giulio Albanese:

 

**********

Sono state proprio le manchevolezze degli organizzatori a determinare uno scrutinio esageratamente lento, se si considera che ieri sera risultavano attribuiti solo 30 seggi sui 469 che conta il Parlamento. Il People’s Democratic Party del presidente Obasanjo ne ha ottenuti 25, ma è ancora presto per attribuire la vittoria al suo schieramento, anche se ha conquistato due roccaforti dell’opposizione, gli Stati di Osun e di Ekiti, nel sudovest del Paese. Una missione di osservatori statunitensi dell’Istituto Internazionale Repubblicano ha intanto constatato una cattiva organizzazione generalizzata o sistematica per favorire partiti e candidati.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

**********

 

 

=======ooo=======